Miraggio filovia: “La colpa è delle troppe auto”
Sarebbero le troppe auto parcheggiate ai margini delle strade il motivo per cui la filovia di Bari non è ancora in funzione. “E forse mai lo sarà!”, dichiara il Consigliere Comunale all’opposizione Giuseppe Loiacono. “Specialmente in piazza Umberto I a Carbonara, l’ingombro causato dalle auto parcheggiate non permette il passaggio dei filobus che hanno una mobilità inferiore rispetto ai comuni bus a benzina o metano”. È trascorso ormai più di un anno dalla data di consegna dei lavori; promesse non mantenute fungono da preambolo al miraggio della filovia. “Abbiamo fatto parecchi esposti al Sindaco”, continua Loiacono, “dice che siamo in fase di collaudo… un collaudo che dura da più di una anno!”. E pensare che proprio in Piazza Umerto I era in progetto la realizzazione di un parcheggio sotterraneo: avrebbe risolto ogni problema. “L’avevamo proposto”, precisa il consigliere comunale, “ma il progetto è finito nel dimenticatoio”, lo stesso posto che attende la filovia di Bari… Un’altra bella storia questa, di appalti assegnati, revocati e poi daccapo assegnati ad un’azienda, l’Ansaldo-Breda di Genova, che alla fine i lavori li aveva terminati sul serio. Per questo ci avevamo creduto! Avevamo visto quei cavi d’acciaio tirati sulle nostre teste, avevamo visto i generatori di corrente installati agli angoli delle strade, sapevamo di mezzi riconvertiti per funzionare a corrente; ci era parso possibile riportare in vita la filovia di Bari, dato che era stata la gloria di questa città in un passato non troppo lontano. Che illusi siamo stati. Sembra che, a parte qualche chilo di cozze pelose e qualche souvenir (che peccato che i De Gennaro non si occupino anche di trasporti!), ai cittadini non sia concesso altro dagli uffici del Sindaco. Eppure per questo progetto non mancavano certo le risorse. Si parla infatti di quasi 3 milioni di euro di fondi europei a disposizione di Comune e Regione per la realizzazione della filovia. Soldi sprecati? “Se verrà riscontrato questo”, chiosa il consigliere Loiacono, “vorrà dire che gli autori dovranno vedersela con i giudici della Corte dei Conti”. Bella consolazione per i cittadini che attendono ancora la filovia fantasma…Il progetto di ristrutturazione della filovia di Bari risale al 1992, quando i fondi provenienti dal ministero dell’Ambiente furono affidati all’opera della società che si occupa della progettazione e costruzioni di sistemi di trasporto Ansaldo-Breda. Il cantiere fu aperto a novembre di diciotto anni fa, ma non fu mai ultimato per ragioni burocratiche. In quegli anni, infatti, era entrata in vigore una nuova legge europea che modificava i parametri che riguardavano la tensione consentita (obbligando un innalzamento del voltaggio a 750V CC). Questo imprevisto provocò un definitivo stop ai lavori, le vetture restarono ferme in deposito per anni, e il bifilare, che intanto iniziava rapidamente a deteriorarsi, venne rimosso in molti punti della città. La situazione si sbloccò nel 2009, quando il Comune, ricevuto un finanziamento di 2.830.000 euro (fondi POR – Programma Operativo Regionale per l’utilizzo dei Fondi Strutturali Europei), risolse il lungo contenzioso con AnsaldoBreda. La società controllata da Finmeccanica S.p.A. incominciò quindi l’adeguamento delle vetture (cinque filobus) e i lavori per la rimessa in esercizio ed il ripristino del primo lotto della rete, di 10,537 km, da Piazza Umberto I (Carbonara) fino all’Estramurale Capruzzi a Bari. Venne anche indetta la gara per il ripristino del secondo lotto della rete che collega Carbonara alla vicina Ceglie del Campo, e per l’acquisto di due filobus da dodici metri. La gara fu vinta dalla ATI (Associazione Temporanea d’Imprese) formata dall’azienda di trasporti tedesca Vossloh Kiepe, dalla belga Van Hool, e dalla società italiana per azioni che produce impiantistica per le reti di telecomunicazioni Sirti, per un importo netto di 2.774.000 euro.
Mirko Misceo
Pubblicato il 26 Giugno 2012