Mitomani e buontemponi macabri
A Salve la storia del chupacabras è scivolata nel dimenticatoio. Poteva andare diversamente? Sono passati sedici anni e poi la crisi economica è preoccupazione ben più concreta che l’ipotesi di un alieno mezzo rettile e mezzo vampiro, dai lunghi e affilati artigli che nello stesso periodo (il 1996) da Puerto Rico al Messico fece strage di animale da cortile. Nel recinto di un casolare nelle campagne del paesetto salentino a fare una fine miseranda furono un cane, un gatto e quindici galline. Le povere vittime presentavano tutte tre piccoli fori ravvicinati sul collo e un limitato rigor mortis nonostante fossero passate molte ore tra la morte e il ritrovamento ; erano solo parzialmente dissanguate e ricoperte da un “sostanza verde gelatinosa” (che però non venne mai analizzata). A infittire il mistero, un tralcio di vite “divorato” all’interno dello stesso casolare e un segmento di rete metallica di protezione tranciata di netto. Subito i sostenitori della tesi-ufo si scontrarono con i ‘realisti’. Mentre la fantasia dei primi si spingeva ad architettare l’ipotesi di un “robot biologico” fatto scendere da qualche oggetto volante sconosciuto (di cui proprio nei giorni precedenti il fattaccio – e te pareva? – c’era stata una quantità di avvistamenti), il pragmatismo e il buon senso dei secondi invitava a considerare il caso di un cane inselvatichito o di un tasso. Senza entrare nel merito del primo caso e venendo invece al secondo, come spiegare quei tre fori ravvicinati, la strana sostanza gelatinosa e la recinzione tranciata di netto?… Un’idea ce l’abbiamo. Esistono frustrati che amano l’efferatezza e che, disdegnando i riflettori, si sentono appagati solo quando realizzano attenzione attorno alle proprie malefatte (assassini seriali e piromani, per esempio). E’ perciò possibile che un mitomane abbia realizzato una strage avvolgendola ad arte nel mistero. Non è difficile narcotizzare animali, imprimere lo stesso segno nel collo delle vittime, cospargerle di innocua gelatina (sostanza che potrebbe essere responsabile del parziale dissanguamento e del limitato rigor mortis), adoperare una tronchese per avere ragione di pesante filo di ferro e una pinza gigante con cui imprimere possibili morsi su un tralcio di vite. Sono fatti così gli amanti patologici delle burle. Se si arriva a ‘costruire’ avvistamenti e cerchi nel grano o più raffinate bufale (i finti diari di Hitler, la beffa di Modigliani…), una mente contorta può spingersi più in là ; e siamo alla non impossibile truffa del chupacabras. Resta il problema che questi personaggi una volta precipitati nella spirale di un comportamento, prima o poi avvertono l’incoercibile bisogno di ripetersi (vedi il caso del non ancora acciuffato Unabomber che tra il 1993 e il 2006 terrorizzò l’Italia nord-orientale). Un macabro buontempone a piede libero nel Salento fa molta più paura di un improbabile vampiro extraterrestre.
Italo Interesse
Pubblicato il 19 Settembre 2012