Cultura e Spettacoli

‘Mitrate’ e prepotenti, le badesse di Conversano

Per Atlante Pugliese, un progetto del Teatro Kismet OperA, avantieri sera ad Adelfia, nel giardinetto antistante la bellissima Villa Monteleone, sono andate in scena due letture : ‘le anime nel tempo’ (di Lucia Zotti, per l’interpretazione della stessa con Monica Contini) e ‘Delle badesse mitrate e altre storie’ (di Lello Tedeschi, ancora per l’interpretazione della coppia Zotti / Contini). Uno spettacolo felicemente ambientato ; suggestivo il palcoscenico scelto per il doppio allestimento, la loggia di questa costruzione fine Ottocento che con un’abrasa scalinata scende verso il giardino, dove erano assiepate più di cento persone). “Le anime del tempo” vede due ‘vicine di lapide’, due nobildonne della Bari che fu, le quali uscite dai sepolcri a ‘prendere aria’ s’intrattengono all’uso antico spettegolando su avvenimenti e personaggi del tempo loro e di quelli successivi. Brave, come nelle previsioni, la Zotti e la Contini. Il risultato, tuttavia, non è stato brillante. Il testo, questa sfilza di cognomi e luoghi, quantunque interessante, alla lunga stanca. E l’inevitabile, immota ‘frontalità’ della messinscena non ha migliorato le cose. Se invece su quelle mura gloriose riflettori avessero proiettato le ombre, mobili delle interpreti, l’effetto evocativo avrebbe assunto uno spessore maggiore. Un po’ meglio la seconda frazione, malgrado il va e vieni dell’energia elettrica che ha messo a dura prova la pazienza di interpreti e spettatori. La storia delle badesse del monastero cistercense di Conversano che spadroneggiarono dal 1266 al 1810 è tema certamente più intrigante delle baruffe dell’insopportabilmente elitaria Bari-bene dei secoli addietro. Il racconto evoca il contrasto durato oltre mezzo millennio tra autorità ecclesiastica e questa forma di dissidenza al femminile le cui aberrazioni giustificarono l’appellativo di Monstrum Apuliae. Efficaci i cori in sottofondo e di notevole effetto certe letture in doppia, contemporanea lingua (volgare italiano e latino). ‘Della badesse mitrate..’ è novela processuale di un braccio di ferro secolare cui il coraggio ‘rivoluzionario’ di Gioacchino Murat mise bruscamente fine. Solo un provvedimento sostenuto dalle baionette poteva avere ragione di dittatrici in tonaca la cui protervia si spinse a irridere vescovi, cardinali e papi. E non ci si faccia ingannare dalla superficie delle cose. Quello delle badesse mitrate di Conversano non fu coraggio di donne oppresse. Nessun guanto di sfida lanciato allo strapotere maschile e maschilista. Non si inneggi a queste badesse come ad antesignane dell’emancipazione femminile. Erano solo un branco dio prepotenti cui mancò il sesso ‘forte’ per meglio opprimere il prossimo.
italointeresse@alice.it
 
 
 


Pubblicato il 24 Giugno 2011

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