Cultura e Spettacoli

“Moda sotto le bombe” alla casa del mutilato vanno in scena gli anni quaranta

Ricordare, educare, fare cultura attraverso l’arte. “Moda sotto le bombe” nasce dall’idea di Luciano Lapadula, storico della moda, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra di Bari. L’obiettivo dell’evento è rievocare, in un processo sinestetico, gli anni della seconda guerra mondiale dal punto di vista della moda dalla quale emergono silenziose espressioni del Sé, personali, sociali, pubbliche e private. La location non è un caso: luogo simbolo di quegli anni, il palazzo dell’ANMIG di Largo Fracracreta, rappresenta l’espressione tipica dell’architettura razionalista del periodo fascista, all’interno del quale il tempo sembra essersi fermato. L’opera diretta dal regista Vito Antonio Lerario, ispirata ad un capitolo del libro “Il macabro e il grottesco nella moda e nel costume” (ed. Progedit) di Lapadula, abbraccia diverse arti: musica, recitazione, spettacolo e moda. Le performance artistiche, che ripercorrono usi e costumi del tempo rievocando una delle pagine più significative della storia d’Italia, si aprono con la testimonianza del Prof. Pietro Suma, reduce di guerra. Durante il defilé, le artiste Rosemary Nicassio e Barbara De Palma, interpreteranno l’inedita opera drammaturgica “La Giornata di Teresa” ispirata al personaggio di Teresa Gullace, figura centrale del film di Rossellini “Roma città aperta”. Un monologo intenso e struggente che racconta, attraverso la storia di una donna, l’identità sociale e antropologica di quegli anni. La sfilata, che vede protagoniste donne comuni vestite con abiti originali anni ’40, provenienti dalla collezione dell’archivio storico “Lerario Lapadula” tra i più significativi in Europa, sarà accompagnata dalle melodie del Maestro Stefania Gianfrancesco, la quale suonerà per il pubblico in sala brani composti dai prigionieri dei campi di concentramento. Un salto nel tempo di circa 80 anni nel quale viene veicolato un messaggio di umanità: nonostante il dramma della guerra la popolazione civile non ha mai rinunciato alla voglia di vivere e amare, ed a valori come la solidarietà, la speranza e la pace. In un percorso semiotico portato in scena con maestria il vestito diviene importante testimone di guerra. Simbolo del riciclo -principio legato all’autarchia- spesso strappato o macchiato delle donne abusate dai soldati nemici, insieme al trucco e alle acconciature -curate della Nouvelle Estetique Academie- racconta l’immagine della donna sotto le bombe. Aggrappata ad un’estetica che esorcizzava la bruttezza del quotidiano e della povertà della stoffa, utilizzava delle pettinature straordinariamente elaborate per darsi quell’estro che non poteva ricercare nel drappeggio estremamente essenziale data la scarsità dei tessuti in commercio. Momento conclusivo dell’intero spettacolo sarà una degustazione di vini della Cantina Viglione offerta da Enjoy Apulia e di prodotti tipici locali offerti da Vecchie Segherie Mastrototaro, che ben si sposano con la territorialità e la ruralità della cucina autarchica, tale da rendere gli spettatori protagonisti della scena teatrale. “Siamo entusiasti di questa collaborazione” -commenta Anna Dentamaro Presidente dell’ANMIG di Bari- “Grazie ad eventi culturali come questo -prosegue- è possibile raccontare in maniera alternativa, soprattutto ai più giovani, la storia del nostro Paese dando l’opportunità di apprezzare, oltre alle qualità artistiche di talenti emergenti della moda e dello spettacolo, anche le bellezze architettoniche della nostra città, tra le quali spicca questo monumentale palazzo. Inoltre -conclude- cogliamo l’occasione per rendere partecipe la cittadinanza delle nostre varie attività associative”. Due le date dello spettacolo, patrocinato dal Comune di Bari, dall’Università degli studi di Bari e dall’Arma Nazionale dei Carabinieri, il 7 dicembre (sold out) e il 21 dicembre, alle ore 19.30, presso il palazzo ANMIG (Casa del Mutilato) di largo Fracrareta. Per info e prevendite modasottolebombe@yahoo.com

Maria Giovanna Depalma


Pubblicato il 5 Dicembre 2019

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