Cronaca

Modugno, sempre più a rischio i medici della guardia medica

 
Da anni i medici di turno presso la guardia medica di Modugno svolgono il loro servizio in condizioni estremamente precarie, non solo dal punto di vista logistico, ma anche da quello della sicurezza, mettendo a rischio la loro incolumità durante le ore di servizio. I fatti di cronaca, purtroppo, parlano chiaro: qualche giorno fa una dottoressa di guardia a Modugno ha subito un’aggressione da parte di un cittadino in evidente stato di alterazione, che l’ha costretta a rifugiarsi in locali attigui all’ambulatorio, per sfuggire a conseguenze ancora più gravi delle semplici ecchimosi e contusioni riportate a seguito dell’insano gesto. Tutto ciò, e non è stata certo la prima volta, è stato reso possibile in quanto, nei locali dell’ex ospedale cittadino che ospitano anche la guardia medica,  non esiste alcun servizio di vigilanza o sistemi di controllo e sicurezza atti a scoraggiare e prevenire simili episodi di violenza. Niente telecamere o il benché minimo controllo, nonostante la particolarità del servizio, che si svolge prevalentemente di notte, richiederebbe l’adozione di misure adeguate a tutela dell’incolumità del personale medico impegnato in questa attività, l’Asl finora non ha adottato alcuna misura idonea a garantire la sicurezza del luogo di lavoro. “Infatti – rileva uno dei medici che svolge questo genere di servizio – basterebbe far mettere una vetrata antisfondamento che eviterebbe il contatto diretto del medico con i cittadini che, il più delle volte, usufruiscono di questo servizio per farsi prescrivere medicinali di cui hanno urgente bisogno”. Inoltre, ha chiarito il professionista, la vetrata consentirebbe al medico di rendersi conto visivamente, in maniera preventiva, del soggetto che si appresta a richiedere la prestazione e, quindi, a prendere le opportune cautele. Come detto, infatti, non è la prima volta che ai medici di guardia accadono episodi di violenza come quello verificatosi a Modugno la scorsa settimana. Ma l’Asl competente non si è dimostrata finora molto attenta ad assicurare alla Guardia medica della cittadina alle porte di Bari una struttura funzionalmente efficiente e sicura, visto che la sede è stata dislocata in locali, quasi fatiscenti, del vecchio ospedale, ora trasformato in Rsa (Residenza sanitaria per anziani). Locali che presentano infatti non pochi problemi di mancata manutenzione, oltre che idoneità all’uso stesso a cui sono destinati. “A volte – fa notare il professionista – la sede della Guardia medica di Modugno viene letteralmente invasa da residui di liquami che fuoriescono dalle tubazioni di scarico del bagno, a causa di malfunzionamento dell’impianto di smaltimento della fogna”.  Una sede che presenta altri inconvenienti anche sotto il profilo della sicurezza, mancando un’uscita di emergenza, che in caso d’incendio consentirebbe agli occupanti di evacuare rapidamente i locali, senza alcun pericolo. Nello stesso complesso del vecchio ospedale è ospitata anche l’unità locale del servizio 118, ossia del pronto intervento per i soccorsi con ambulanza. Ma pure per questi ultimi – a detta di un operatore in servizio a Modugno – la sistemazione logistica lascia molto desiderare. Infatti, sia la sede della Guardia medica, che quella del 118 di Modugno necessiterebbero quantomeno di interventi minimali urgenti di messa a norma dei locali e di impianti video o di strutture adatte a scoraggiare episodi di aggressioni al personale in servizio, come quello accaduto qualche giorno fa. Episodi che – a detta degli stessi operatori – non sono infrequenti a Modugno, in quanto già in passato si sono verificati altri episodi di violenza a danno dei medici di turno, che hanno subito minacce o intimidazioni durante il servizio e che, fortunatamente, non sono state messe in atto. “Resta il fatto – spiega un altro  degli operatori di servizio nella guardia medica- che il problema della sicurezza personale dei medici di guardia a Modugno, come per quelli di tutte le altre sedi analoghe, esiste e finora la Regione non ha fatto nulla per risolverlo”. D’altronde sarebbe un vero miracolo se, in una regione come la Puglia, dove “badare alla salute” dei cittadini da parte delle istituzioni rappresenta già di per sé impresa ardua, si riuscisse anche almeno a “tutelare l’incolumità” dei medici in prima linea per la salute dei cittadini, non certo per prendere botte da orbi dal primo malfattore di passaggio.
                                                                                                
Giuseppe Palella        
 
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 10 Gennaio 2012

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