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Molte lamentele dei baresi per gli aumenti Tari di Decaro

Sono tanti i baresi che si lamentano anche sui social per gli aumenti tributari che l’amministrazione Decaro ha fatto approvare dalla propria maggioranza consigliare lo scorso 29 giugno, con la delibera in cui è contenuta la manovra tributaria 2022/2024 contenente anche le nuove tariffe della Tari, ossia della tassa per la raccolta e smaltimento dei rifiuti soli urbani per la città di Bari. Ed è proprio sulla Tari che stanno fioccando lamentele da parte di molti contribuenti baresi e critiche da parte di questi nei confronti del governo cittadino che, in un momento già difficile per la quadratura dei conti di tante famiglie baresi già in difficoltà per gli aumenti di carburanti e bollette energetiche varie, nonché per i lievitati costi della spesa giornaliera determinata – come è noto – dai fattori di crisi internazionale, a seguito del conflitto in corso tra Ucraina e Russia, ha deciso di vessare ulteriormente i baresi con gli aumenti locali di imposte e tasse decisi dal Consiglio comunale lo scorso fine giugno. Il sindaco, Antonio Decaro, ha giustificato la decisione spiegando che gli aumenti sono dovuti a minori finanziamenti da parte dello Stato e all’impossibilità di far ricorso a risorse comunali proprie per far fronte ai costi del servizio ‘porta a porta’ essendo terminata la fase di start up. E, inoltre, la Tari – ha spiegato Dacaro in un post – a Bari “non è aumentata mai in 8 anni” e pur essendo diminuito di qualche centinaio di migliaia di euro il costo complessivo attuale del servizio rispetto agli anni passati, poiché lo Stato non mette a disposizione dei Comuni risorse statali “come – ha sottolineato il Primo cittadino barese – fino allo scorso anno per calmierare la tassa”, gli aumenti tributari locali sarebbero – a suo dire – inevitabili. E, quasi a voler rimarcare maggiormente il fatto che lo Stato non interviene più a sostegno parziale di tale servizio, Decaro a concluso scrivendo che la decisione statale “vale in tutta Italia non a Bari” soltanto. Ma sono in molti coloro che non concordano con le giustificazioni del sindaco barese per gli aumenti introdotti. Infatti, con riferimento alla Tari c’è addirittura chi, con cartelle di pagamento alla mano, smentisce Decaro sul dichiarato mancato aumento in 8 anni e fa presente che già nel 2021 a Bari la Tari delle utenze domestiche è risultata aumenta mediamente di un 10% circa, poiché il Comune ha recuperato dalle famiglie la riduzione della Tassa rifiuti applicata alle utenze commerciali che, a seguito delle chiusure forzate dovute al Covid, hanno versato meno di quanto avevano pagato negli anni precedenti. Quindi, ha esclamato qualcuno con sorpresa: “Che dice il sindaco Decaro!”. E, poi, aggiungere: “Altro che… nessun aumento in 8 anni!” Infatti, il sindaco Decaro forse dimentica che la Tari, come pure imposte (vedi Imu) ed altri balzelli comunali (addizionale Irpef, ecc.) a Bari sono da anni al massimo delle aliquote previste dalla legge. Ed il capoluogo pugliese è – come è noto – tra le città italiane dove tasse ed imposte comunali sono fra le più alte in assoluto. Quindi, chi si lamenta per questi ennesimi ed ulteriori recenti aumenti stabiliti con la delibera dello scorso 29 giugno forse non ha torto. Infatti, sempre sui social, c’è chi – come la ex consigliera del M5S nel V Municipio, Francesca Maiorano, dimessasi – come si ricorderà – il 19 Agosto dello scorso anno, sia da consigliera che dal Movimento con cui era stata eletta, che in un post  della sua pagina Facebook ha scritto: “Di fronte ai possibili aumenti presentati dal Sindaco dei Sindaci, Antonio Decaro, a discapito dei cittadini baresi non solo per la Tari, sarebbe un bel gesto di responsabilità, empatia e solidarietà verso i cittadini da cui si è stati votati, proporre l’eliminazione dei 5 Municipi di Bari, consapevoli tutti a Bari del fatto che Decaro, seppur al suo secondo mandato, risulta ancora inadempiente dal 2014 per quanto riguarda l’attuazione del decentramento amministrativo e per cui la gestione del Comune di Bari è attualmente ancora verticistica”. Quindi, si chiede Maiorano continuando: “Perché continuare a spendere soldi per pagare i consiglieri dei 5 Municipi se questi sono ancora e lo resteranno ancora per molto senza funzioni proprie?” Infatti, non è solo l’ex consigliera pentastellata del V Municipio (Palese e Santo Spirito) ad obiettare che a Bari il Comune potrebbe fare tranquillamente a meno di aumentare continuamente imposte e tasse locali abolendo gli inutili e dispendiosi organi politici di decentramento amministrativo. Un decentramento praticamente inesistente da oltre quarant’anni, nonostante il cambiamento di nome alle vecchie Circoscrizioni e regolamento nel 2013, e che dal 2010 notoriamente non è più un obbligo per i Comuni come Bari dotarsi di organi di decentramento amministrativo, per altro inutili e costosi da mantenere. Infatti, a Bari se fosse abolito, il Comune risparmierebbe da subito circa due milioni di euro l’anno. Somma che coprirebbe abbondantemente i recenti aumenti tributari. O che, comunque si potrebbero ridurre le aliquote future di Imu, addizionale Irpef, tariffe Tari, ecc. solo se si decidesse l’abolizione dei costi politici dei 5 finti Municipi per la prossima consigliatura. “È tempo di responsabilità civile” – ha commentato, inoltre, la ex pentastellata Maiorano su Faebook. Però, continuando ha anche rilevato: “Ma nessuno si fa avanti e lo propone, neanche chi in teoria dovrebbe svolgere il ruolo di opposizione costruttiva e propositiva. Evidentemente a tutti i partiti, nessuno escluso, fa comodo avere le proprie bandierine in ogni Municipio per un tornaconto esclusivamente di partito e non per il bene comune dei cittadini che oltre a pagare i consiglieri municipali inclusi coloro che cambiano casacca durante lo stesso mandato, dovranno pagare anche gli aumenti della Tari ed altro”. Quindi, ha ironicamente concluso Maiorano: “Oltre al danno, la beffa”. A questo punto, infatti, l’interrogativo di molti cittadini baresi è forse: “Ma nella nostra città esiste ancora un’opposizione al sindaco Decaro ed alla sua amministrazione sprecona e tassaiola?”. Un interrogativo a cui qualcuno si è già dato una risposta da tempo e non è difficile neppure immaginare quale.

 

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 5 Luglio 2022

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