Cultura e Spettacoli

Monsieur Jourdain, l’odore di Tata

Alla fine erano tutti così contenti che quasi nessuno tra il pubblico ha fatto caso che l’intermezzo fra quarto e quinto atto (la cerimonia d’investitura) era stato spostato a chiusura dello spettacolo. Una soluzione accompagnata pure da qualche taglio e necessaria a snellire un lavoro che, in versione integrale, ovvero con l’inclusione del ‘Balletto delle Nazioni’, richiederebbe non meno di quattro ore, lasso di tempo impensabile per l’impaziente spettatore di oggi. Sono però, queste, libertà che la platea è sempre incline a perdonare quando le forze in gioco sono comme-il-faut. Grande l’accoglienza che la platea del Traetta ha riservato sabato scorso a questo sontuoso ‘Il borghese gentiluomo’ diretto da Armando Pugliese e con Emilio Solfrizzi nei panni del protagonista. Un allestimento energico e scattante, che omaggia Molière e che al di là d’ogni previsione deve buona parte del suo successo alla felice disposizione di Solfrizzi a misurarsi col personaggio del ‘povero a lui’. Dopotutto, chi è questo Monsieur Jourdain se non un tonto, un fessacchiotto, un cafone arricchito che invece di godersi la sua fortuna la sciupa e si fa sfruttare, si copre di ridicolo inseguendo il sogno di un improbabile salto sociale? Un personaggio calzato con grande originalità. Nel colorare il suo Jourdain Solfrizzi non ammicca alla Puglia, però questa comicità calda, sapida e sempre misurata ha decisamente connotazione ‘apula’ (in alcuni momenti sembrava far capolino Tata, il sodale di Toti…). Dopo quello artistico, a spettacolo finito Solfrizzi si è reso protagonista di un non meno prezioso gesto morale : dedicare pubblicamente lo spettacolo a Massimo Lopez che due sere prima a Trani, mentre era in scena, era stato colto da un infarto. Applausi senza risparmio pure per il cast, composto dai bravi Viviana Altieri, Anita Bartolucci, Fabrizio Contri, Nico Di Crescenzo, Cristiano Dessì, Lisa Galantini, Lydia Giordano, Simone Luglio, Elisabetta Mandalari, Roberto Turchetta. Menzione d’obbligo per Sandra Cardini che firma i costumi (assistente costumista : Alice Rinaldi). Finalmente costumi ‘pensati’ ad hoc e con originalità. Non è difficile, specie se la produzione è ricca, trovare posto in locandina rivolgendosi alla migliore impresa di noleggio di costumi. Questi noleggiatori hanno magazzini grandi come palasport. Basta pagare e indicare anno e luogo d’ambientazione : ti servono sul momento e non sbagliano un merletto, una fibbia di scarpa, una piuma di cappello. Nel caso in questione, invece, il difficile era studiare costumi che, pur ispirati al Seicento, al contempo strizzassero l’occhio ad un futuro ideale e popolato ancora da figure come uno Jourdain, Arpagone, Argante… La Cardini  riesce nell’impresa mescolando le carte con audacia.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 30 Marzo 2017

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