Morire, dormire, forse sognare
Morire, dormire, forse sognare… In un passaggio del più celebre monologo scespiriano si asciuga – involontariamente – il senso dell’ultimo testo di Giovanni Gentile. Prodotto da Artemisia Teatro e diretto dallo stesso Gentile, lo spettacolo è stato a lungo in cartellone al Duse. ‘La strana scomparsa di Sen Kind’ è un giallo metafisico con tre potenti rivelazioni concentrate nel finale. Tutto ruota intorno alla figura di Johnny, un investigatore fallito, un tipo trasandato, nemico della moderazione, bevitore incallito, giocatore perdente, lussurioso senza classe, debitore seriale. Un giorno nel suo ufficio-topaia si presenta una donna senza età: è venuta per affidargli un incarico, rintracciarle il marito. Oltre che seducente, la sconosciuta paga anche bene, addirittura in anticipo… Ma poi le cose si complicano: Si presenta, del tutto inatteso, un sedicente agente del Fisco. Chi è costui, che vuole?… Non bastasse, da qualche parte fa capolino la madre dell’investigatore, la quale non lesina apprezzamenti verso la seconda stuzzicante presenza femminile, la donna che divide tetto e letto col figlio: Chissà che quello scioperato non metta la testa e posto e decida di prendere moglie… E’ troppo. Rivelazioni inattese arrivano a dipanare l’intreccio, giustificando fra le righe il richiamo al grande Bardo ed allentando le corde del sipario. Ma la calata di questo non dissipa l’odore del dubbio che l’ultimo colpo di scena spande… Giovanni Gentile omaggia apertamente il grande cinema noir, sicché sullo sfondo dell’allestimento seppur vaghe si allungano le ombre di Philip Marlowe e di Humphrey Bogart. Non di meno, il personaggio principale, Johnny, ben interpretato da Ernesto Marletta, ha ben poco del bel tenebroso o dell’anti-eroe. Piuttosto sembra fare il verso a Bukowski per quel sentore di sporco, di torbido e inconcludente che il personaggio suscita. Tanto viene messo in evidenza dal contrasto antitetico in cui Johnny entra con la (troppo) spigolosa e nevrotica figura della donna che gli fa da segretaria e da amante: la solita brava Silvia Cuccovillo. Quanto al resto del cast, Maria Pina Guerra (la cliente), Maria Passaro (la madre) e Pino Matera (l’agente del Fisco) si muovono con diligenza nel solco tracciato dalla regia. Qualche volgarità, scene e costumi essenziali, una buona e coerente colonna sonora. Nel complesso, un buon allestimento. La mano di Gentile si conferma attenta anche nel punto più delicato, quando all’arrivo dell’agente del Fisco l’intreccio comincia a slittare dallo standard del giallo da camera a cadenze surreali. – Segretaria di produzione: Mariella Lippo ; costumi : Artemisia ; disegno luci : Giovanni Gentile ; grafica: Luna Montatore.
Italo Interesse
Pubblicato il 2 Luglio 2019