Cultura e Spettacoli

Motonave Barletta, la vita è un’avventura

Furono molti i mercantili e i piroscafi che durante la seconda guerra mondiale vennero armati con qualche pezzo di artiglieria e poche mitragliatrici antiaeree e  convertiti in incrociatori ausiliari. Poco offensivi e assai vulnerabili, vennero mandati quasi tutti a fondo da cannonate, siluri e mine. Pochissimi si salvarono. E’ il caso della Barletta, nave dalla storia avventurosa e in origine facente parte della gloriosa Società Anonima di Navigazione a Vapore che aveva sede a Bari. Varata nel 1931, la motonave, che stazzava un migliaio di tonnellate e poteva trasportare un’ottantina di passeggeri, venne inizialmente destinata a fare la spola tra le opposte sponde adriatiche. Nel 1937, con la guerra di Spagna, venne requisita dalla Regia Marina e destinata a compiti di pattugliamento delle coste iberiche. Il 26 maggio dello stesso anno, mentre era all’ormeggio a Maiorca, fu centrata da una bomba durante un attacco aereo dell’aviazione repubblicana (una decina i morti). Riparata a La Spezia, la Barletta, ribattezzata ‘Rio’ e battendo bandiera spagnola, svolse altre quattro missioni di vigilanza e intercettazione. Terminata la guerra civile, la motonave venne restituita alla Società Adriatica e, ritrovato l’antico nome, tornò in servizio sulle rotte trans-adriatiche. Durò poco. Dal gennaio al marzo 1939, il Barletta venne per la seconda volta requisita e impiegata come trasporto verso la Spagna. Rimessa  brevemente al servizio merci-passeggeri, ad aprile fu per la terza volta strappata alla società di appartenenza per partecipare con funzioni di nave-comando alle operazioni per l’occupazione dell’Albania. Tornata il 2 agosto a fare la spola tra porti italiani e porti dalmati, dovette ancora rispondere al richiamo della Patria. E questa volta si faceva sul serio. Con l’entrata in guerra, la  Barletta venne sottoposta a lavorio di trasformazione. Armata di due cannoni e quattro mitragliere, fu destinata prima alla posa di campi minati, poi alla scorta di convogli. Il 24 dicembre in acque albanesi scansò un siluro con una rapida accostata, il 4 maggio dell’anno dopo, uscendo dal porto di Brindisi, si scontrò col piroscafo Merano. A dicembre del 1941 s’incagliò a ponente di Eubea (golfo di Salonicco). Tra settembre e novembre scansò attacchi portati da sommergibili. All’indomani dell’Armistizio, il glorioso incrociatore veniva radiato dai ruoli del naviglio ausiliario dello Stato. Ma il momento della sospirata pace era ancora lontano. Durante il tremendo bombardamento di Bari ad opera dei tedeschi del 2 dicembre, la Barletta andò a fondo (bilancio : 40 morti e 44 feriti). Quella motonave però sembrava avere sette vite. La riportarono a galla e poi la destinarono ai cantieri di Monfalcone per ricostruirla. Il 1° novembre 1949 l’ex incrociatore ausiliario, tornato definitivamente piroscafo, si rimise su ritte di pace (la Trieste-Venezia-Bari-Pireo-Istanbul-Ibriz). Rimase in servizio altri tredici anni. Posta in disarmo a Trieste a settembre del ’62, l’anziana motonave venne demolita l’anno dopo.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 12 Febbraio 2014

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