Multato e beffato: siamo alle solite tra “pass”, file e trafile
Siamo alle solite in questa benedetta Città, quando si tratta di persone deboli e bisognose, con un invalido sballottato come una pallina da flipper tra gli uffici pubblici per un “pass” auto non ancora scaduto, ma da rinnovare. Le disavventure del sig. L.S. non hanno lasciato indifferente Michele Caradonna, il consigliere comunale barese, nonché presidente dell’Associazione Invalidi Civili, autore di un’interrogazione “urgente” al sindaco sul caso del sig. Luciano, come lo chiameremo. Il quale, multato e privato del contrassegno (di tipo H) di validità quinquennale, perché nel frattempo è entrato in vigore il «pass» europeo (si chiama «Cude»). Dal Comune però, nessuno si è preso la briga di comunicare il cambiamento al malcapitato cittadino. Ma andiamo ancora un indietro: tutto nasce dalla multa che Luciano rimedia a Bari, sul parabrezza dell’auto. «Esponeva contrassegno invalidi di modello non conforme», cita il verbale. Infatti, negli anni successivi al 2012 (anno in cui il signor L. ha ottenuto il pass con validità quinquennale) è entrata in vigore una nuova normativa che prevede l’utilizzo del contrassegno europeo. Così L.S., invalido civile con ridotta capacità di deambulare, d’improvviso viene fagocitato nel gorgo di certificati, commissioni e autorizzazioni, tra code e prenotazioni ad Asl, Comune e Inps. Ovvero la procedura per riottenere il contrassegno (in scadenza a maggio prossimo) che lo autorizza a parcheggiare la propria automobile negli appositi spazi disabili delimitati dalle strisce gialle. Comando della polizia municipale, ufficio dello Sviluppo economico (in piazza Chiurlia) sono le prime tappe de tour nella burocrazia che prosegue all’Asl. Infatti L.S. riceve una raccomandata che gli comunica la non validità del pass, in quanto era scaduto il certificato medico che attestava la sua patologia era scaduto nel 2013. Lo stesso certificato in base al quale il medesimo ufficio comunale nel 2012 aveva concesso il pass auto con validità quinquennale. Ma non è finita. L’ufficio pretende una nuova certificazione medica entro 10 giorni, pena decadenza dei benefici. Adesso la vittima della vicenda sta lottando tra prenotazioni e visite mediche, ma Caradonna ha scritto al sindaco. «Rimango basito, per il modus operandi, adottato dalla Ripartizione Sviluppo economico – racconta ora il consigliere Caradonna -. Perché il sig. L.S. non è stato preventivamente contattato per la sostituzione del pass, determinando di fatto la contravvenzione della Polizia Municipale? E chi pagherà la contravvenzione?» Il Comune, inoltre, ha richiesto nuovi certificati e documenti entro il termine perentorio di 10 giorni. «Con la Sanità pugliese in crisi da sempre, con liste d’attesa infinite, come si può pretendere che una persona produca ulteriore documentazione medico-legale entro il termine perentorio di 10 giorni?» si chiede ancora il consigliere Caradonna. «Sembra uno scherzo ma è la triste realtà di una gestione amministrativa lontana dalla realtà – incalza -. Rilasciare un pass con scadenza nel 2017 quando il certificato medico necessario per ottenerlo scade nel 2013 è un errore di ufficio, peccato che le conseguenze ricadano come sempre sul cittadino». «Mi lascia sempre più perplesso che per garantire ai diversamente abili diritti essenziali – afferma infine Caradonna – sia necessario sempre dover fare delle lotte estenuanti, attraverso continue richieste e appelli, tanto da sembrare a volte ridondanti». E dire che quest’amministrazione comunale racconta di viaggiare a mille all’ora tra convegni, finanziamenti milionari, conferenze, case-famiglia e tavole rotonde a favore di deboli, diversi e bisognosi…salvo i casi piccoli di inciviltà e malaburocrazia!
Francesco De Martino
Pubblicato il 23 Febbraio 2017