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Municipalizzate, incompatibili i presidenti nominati da Emiliano

I nuovi presidenti delle Aziende comunali partecipate, gli avvocati baresi Gianfranco Grandaliano, Ugo Patroni Griffi e Domenico Mariani, nominati lo scorso 21 luglio dal sindaco di Bari alla guida delle ex-municipalizzate, Amgas spa, Amiu spa ed Amgas srl sono incompatibili con i ruoli che dovrebbero svolgere a capo dei rispettivi consigli d’amministrazione. E a distanza di circa tre mesi dalla loro designazione, non hanno ancora chiarito la loro situazione di incompatibilità, ostativa alla permanenza nell’albo forense, determinatasi con l’accettazione dell’incarico di amministratori di società che, pur essendo interamente in mano pubblica, sono tuttavia enti privati, con finalità commerciale e, quindi, lucrativa. Il problema, infatti, risiede nella loro attività professionale che, com’è noto, in base alla legge che disciplina la categoria, la n.1578 del 1933, per la quale l’attività forense è incompatibile con l’esercizio del commercio in nome proprio, ovvero in nome altrui. Incompatibilità che effettivamente ciascun professionista del diritto ha l’obbligo di evitare, in base all’articolo 16 del codice deontologico professionale. Ma  evidentemente non tutti gli avvocati hanno considerazione e rispetto allo stesso modo delle norme che disciplinano l’ordine professionale di appartenenza, in quanto alcuni non ottemperano spontaneamente alla disciplina prevista dalle norme stesse. Eppure, al riguardo, non sembra che possano esservi dei dubbi, poiché c’è pure una pronuncia del Consiglio nazionale forense che ritiene “sussistere l’incompatibilità tra l’esercizio della professione di avvocato e la carica di presidente del Cda e di amministratore delegato di società per azioni, con conseguente legittimità del provvedimento di cancellazione del medesimo professionista dall’albo degli avvocati” allorché risulti “un effettivo e concreto potere di gestione che trova conferme nelle previsioni statutarie”.Inoltre, ai fini dell’incompatibilità, precisa il pare del Consiglio nazionale, non c’è differenza alcuna se la società è di proprietà di un soggetto privato oppure pubblico, come nel caso di Azienda municipalizzata all’Igiene Urbana (Amiu) e alla fornitura di gas (Amgas). Uno dei tre neo-presidenti, l’avvocato Grandaliano che peraltro rappresenta e difende il Comune di Bari in numerosi contenziosi, qualche giorno dopo la nomina ha confermato pubblicamente che il problema dell’incompatibilità esiste. E che per risolverlo si dovrebbero modificare gli statuti delle partecipate del Comune, in modo da escludere i Cda dalla effettiva gestione delle aziende, affidando tutti i poteri di gestione materiale delle stesse ai direttori generali. Analoghe considerazioni sono state rese dal vice-sindaco di Bari, Alfonsino Pisicchio, che ha la delega alle società partecipate. Per Pisicchio, inoltre, l’incompatibilità dei tre avvocati posti da Emiliano alla guida delle aziende del Comune è soltanto una questione interna all’ordine forense, che non riguarda chi li ha nominati, poiché non esiste una norma che impedisce l’ indicazione di un avvocato a capo di una società commerciale.
 
Anche l’Ordine degli avvocati conosce il problema, ma non interviene
 
Anche il presidente dell’ordine forense barese, Emanuele Virgintino, risulta informato della situazione riguardante i suoi tre colleghi che, da quando Michele Emiliano li ha messi a  gestire le partecipate del Comune, sono ormai in evidente posizione di conflitto con l’esercizio professionale. Nonostante ciò, i menzionati professionisti continuano a svolgere regolarmente la loro attività forense in Tribunale, come liberi professionisti, e contestualmente compiono atti di concreta gestione nell’attività delle società di capitali nella quale ciascuno di loro risulta nominato amministratore. Una situazione, quest’ultima, a dir poco paradossale se si considera che, pur in presenza di regole ben definite e di un consolidato orientamento giurisprudenziale, sia gli organi competenti a vigilare sul rispetto della normativa, che le forze di opposizione si mostrano disinteressati ad evidenziare le situazioni di anomalia determinata dalle recenti nomine di Emiliano. E la vicenda è ancor più assurda se si tiene conto che a non attenersi alle regole sono proprio alcuni professionisti che, per la loro attività specifica, dovrebbero in primis essere di esempio per la collettività. Nel Comune di Bari, però, imbattersi nell’incuranza delle regole non rappresenta più una novità.  E’ invece una prassi ormai consolidata, nel caso degli avvocati nominati nei Cda delle partecipate, come in questi casi, che continuano ad esercitare la professione e nello stesso tempo gestiscono l’Azienda. Difatti, in violazione della normativa forense, i liberi professionisti nominati svolgono il ruolo da amministratori di aziende commerciali, senza sospendersi dall’albo di appartenenza, per ottemperare alla legge. Come si ricorderà, infatti, anche nei precedenti Cda delle ex-municipalizzate vi erano analoghe situazioni di incompatibilità, mai affrontate e risolte, come il caso dell’avvocatessa Alessandra Velussi (nipote del consigliere comunale del partito democratico Massimo Maiorano) nominata nel 2006 all’interno del Consiglio d’Amministrazione dell’Amtab e poi passata in quello dell’Amiu, dove è stata riconfermata nello scorso mese di luglio. E ciò con la “benedizione” del sindaco Emiliano che non perde occasione di erigersi a simbolo di garante della legalità e trasparenza, in ragione della propria indole di pubblico ministero. Ed è molto strano che il sindaco Emiliano, noto “uomo di legge”, che dovrebbe conoscere meglio di altri leggi, regolamenti e soprattutto orientamenti giurisprudenziali, non si sia mai preoccupato di eliminare queste evidentissime irregolarità, invitando i propri nominati a far cessare da subito le innanzi conclamate situazioni di incompatibilità. Ma chissà che anche stavolta, com’è già capitato, il sindaco non se ne esca raccontando che è davvero troppo vetusta, la legge che stabilisce i casi d’incompatibilità dei professionisti con la toga, come se esistesse un metro temporale, per valutare le norme in vigore. Così come per Emiliano sempre più spesso deontologia professionale, il rispetto delle regole e della legalità valgono solo per gli altri…
 
Giuseppe Palella  
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 14 Ottobre 2011

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