Mura e portoni robusti: la sconfitta del branco
Le masserie fortificate, così numerose in Puglia, sono una peculiarità del Mezzogiorno. Latitano invece a nord, dove i Turchi non rappresentarono mai una minaccia e dove le bande di briganti furono un’eccezione piuttosto che la regola. Il concetto di fortificazione è però piuttosto forzato. Qui di mezzo non ci sono fossati, ponti levatoi, torri e mura merlate. Nessuna di queste fattorie andò oltre un elevato muro di cinta, un pesante portone sormontato da una caditoia e torrette angolari sospese e di forma rotonda, munite di feritoie. Quei poveri accorgimenti erano pensati non per resistere all’attacco di professionisti della guerra, bensì per dissuadere piccole e affatto letali formazioni di aggressori. Quando i turchi sbarcavano sulle nostre coste, si sparpagliavano in piccole bande che battevano il territorio in cerca di comodo bottino. La vista di un muro da scalare in cima al quale montavano la guardia difensori non più che improvvisati (pastori, servi, stallieri, domestici), bastava a farli desistere e a dirottarli verso più facili prede. I briganti non si comportavano diversamente. Il che la dice lunga su come l’uno e l’altro pericolo siano stati da noi sempre sopravalutati. Ad eccezione della grande flotta che mise a sacco Otranto nel 1480 e delle formazioni di Insorti che all’indomani dell’Unità cercarono di liberare il Mezzogiorno dall’invasore piemontese, sulle nostre coste e nell’entroterra non operarono che sparuti manipoli di comuni fuorilegge. Ad appianare il cammino di quei tristi fu un fenomeno di psicosi collettiva a formare il quale concorsero la scarsa reattività delle nostre genti e il latitare dell’Autorità (minacciosamente presente, invece, quand’era il momento di percepire tributi). Questa arrendevolezza, questo fatalismo finirono con l’arricchire di inattesa energia un popolo di mezze tacche. Così quattro turchi, quattro briganti divennero l’Anticristo, l’Inferno, l’Apocalisse. Con un po’ di sangue freddo, coraggio e senso della collettività – anche in assenza di presidi militari – si sarebbe potuto contrastare quella piccola minaccia o quanto meno impedirle di crescere agli occhi di popolazioni tendenzialmente succubi. Con secoli di anticipo sulla moderna psicologia le masserie fortificate illustrano le conseguenze dell’effetto-branco. Allo stesso modo in cui oggi baby-gang ed altre improvvisate ciurme di teppisti possono tenere in ostaggio masse inconsapevoli della propria forza, così in passato pirati e briganti spadroneggiavano. Ma bastava che qualcuno li affrontasse a muso duro, anche soltanto circondando di mura i propri beni, perché venisse meno il tracotante amalgama che teneva assieme branchi di nullità assortite. In definitiva, salvo qualche sparatoria nei giorni di Crocco, Ninco Nanco e del Sergente Romano, la Storia tace a proposito di masserie fortificate sottoposte a saccheggio o cinte d’assedio.
Italo Interesse
Pubblicato il 31 Marzo 2016