Cultura e Spettacoli

Murgia: storia, natura e mistero

Un tempo fra le rocce della scabra Murgia scorreva acqua. Oggi scorre… inchiostro. Cosa non si è scritto a proposito di questo altipiano carsico così affascinante vuoi per caratteristiche ambientali uniche al mondo, vuoi per altre suggestioni, non sempre afferrabili e talora persino inquietanti. Sicché a storici, botanici e sociologi si sono aggiunti occultisti, ufologi e sostenitori della teoria del complotto. A sentire quest’ultimi, non deve destare meraviglia che la Murgia abbia ‘attirato’ pure poligoni di tiro, polveriere e addirittura basi atomiche (è noto che fra il 1957 e il 1963 fra Puglia e Lucania furono attive dieci basi missilistiche Usa, ciascuna armata con tre missili Jupiter a testata nucleare il cui raggio d’azione toccava i 5500 km, distanza sufficiente a raggiungere il territorio sovietico). Tra Corato e Poggiorsini, esiste un tratto di strada in cui le auto riescono a procedere in salita anche a motore spento… Non dimentichiamo che siamo a modesta distanza da Castel del Monte, il più misterioso maniero di tutti i tempi. Perché, poi, tanti avvistamenti UFO nella stessa area? Possiamo arrivare anche più lontano riportando le dicerie dei pastori locali che parlano di un grosso ‘segreto’ nascosto nel sottosuolo o i sospetti degli studiosi dell’occulto i quali assegnano un particolare significato alla necropoli di San Magno. A questa energia non sembrano insensibili gli aerei : Il 30 ottobre del 1972 un Fokker F27, in servizio sulla linea 327 Ati, partito da Roma e diretto a Bari s’infranse al suolo fra Corato e Poggiorsini. Morirono tutti ; tra equipaggio e passeggeri a bordo erano in ventisette (e per pochissime decine di metri l’impatto risparmiò un complesso di fabbricati rustici che ospitava una famiglia colonica e numerose stalle). La relativa inchiesta concluse che a non aver funzionato era stato il sistema di navigazione in dotazione, lo stesso sistema montato a bordo di un altro Fokker F27, proprio quello che, precipitato diciassette giorni prima sulle Ande, avrebbe dato vita al più spinoso problema morale legato alle catastrofi aviatorie (i sopravvissuti, bloccati per due mesi fra i ghiacci delle Ande, dovettero cibarsi della carne dei compagni di viaggio morti…). Ancora all’altezza di Poggiorsini il 2 giugno 1994 un MB 339, un aereo di addestramento adoperato anche dalla pattuglia delle Frecce Tricolori mentre era in volo d’addestramento si ‘scontrava’ con un fitto stormo di uccelli. Poiché alcuni volatili era stati aspirati dai reattori, questi si arrestavano. Mentre l’aereo perdeva quota, pilota e allievo si lanciavano col paracadute dopo avere azionato i pulsanti deiezionali.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 10 Agosto 2017

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