Cultura e Spettacoli

Nabil : La radio fu il mio passaporto

E’ in corso all’ex Palazzo delle Poste ‘Incontri d’autore’, un ciclo di incontri con musicisti pugliesi promosso da Puglia Sounds e Università di Bari. Dopo Erica Mou, mercoledì scorso è stata la volta dei Radiodervish (martedì 12 novembre, ore 18, toccherà ai Sud Sound System ; ingresso libero). Introdotti da Ludovico Fontana, i ben noti Nabil Salameh, Michele Lobaccaro e Alessandro Pipino si sono presentati in una veste diversa da quella a cui hanno abituato uno stuolo di fan raccolti in una ventina d’anni di attività instancabil. Un incontro piacevole, dal sapore di back- stage, utile non solo per comprendere la genesi di un affermato fenomeno musicale ma pure le complesse strategie di lavoro a cui una band dell’era globale deve attenersi se vuole sopravvivere a crisi economica e del mercato discografico in particolare. Moltissime le curiosità emerse. Sapevate per esempio che il nome di questo duo storico e ad ‘assetto variabile’ (con Pipino i Radiodervish sono di fatto un trio) nasce dalla comune passione di giovanissimi Salameh e Lobaccaro per l’ascolto di lontane emittenti? Prima dell’avvento dei network radio televisivi il modo più economico per entrare in contatto con paesi stranieri era captare frequenze per mezzo di un sintonizzatore ; operazione che dava migliori risultati, diventando assai più suggestiva, se praticata di notte. Nabil : “Per far viaggiare la mente, l’unico mezzo era la radio. A cavallo di onde medie e corte ho viaggiato per il mondo. La radio era il mio passaporto per attraversare i confini.” E quale altra chicca apprendere che la decisione di Nabil e Michele di consacrarsi alla musica maturò una lontanissima sera degli anni ottanta conversando seduti su una panchina di Poggiofranco. E ancora : Se Nabil Salameh, nato in Libano ma di origini palestinesi, un giorno si ritrovò a Bari lo si deve a una circostanza curiosa. Nei primi anni ottanta egli studiava Ingegneria a Bucarest. Presto stufo di quel paese, all’epoca schiacciato da Ceaucescu, fece domanda di trasferimento in Italia, dove contava di vedere convalidati i suoi esami. Sperava in una sede di prestigio come Roma, Firenze o Milano. Ma essendo ultimo nella graduatoria per titoli degli aspiranti al trasferimento, si vide costretto a scegliere tra sedi universitarie italiane di seconda fascia. Tra Bari, Napoli e Messina scelse la prima sede. Dopo una settimana di permanenza in Puglia strinse amicizia con un altro emigrante, Michele Lobaccaro, il quale a sua volta veniva da Ventimiglia benché nativo di Gravina, e la sua vita prese il corso che tutti oggi conosciamo. Una serata di parole, insomma. Ma poteva latitare la musica là dove si parla di Radioderwish? Sollecitato dal pubblico, Nabil, senza microfono, senza alcun accompagnamento, si è prodotto da par suo in una breve e meravigliosa canzone in lingua araba il cui testo, guarda caso, parla del languore dell’emigrante.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 2 Novembre 2013

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