Cronaca

Natale povero o Natale ‘maturo’?

Ci risiamo con i dati statistici. Questa volta tocca al Centro Studi Touring Club Italia scoprire se a Natale andremo o no in vacanza. Dicono i numeri che il 40% delle persone resta a casa tra Vigilia e Capodanno. Mica male, viene da dire, considerando crisi e stabilità sociale. Ma quanto è attendibile questa indagine? Gli organi di stampa, racimolata con superficialità la scarna notizia Ansa, si fanno cassa di risonanza di quest’altra castroneria e parlano di “quattro italiani su dieci”. Poi, gratta gratta, scopri che questa percentuale è stata ricavata sulla base dei form compilati dagli iscritti alla newsletter del Touring. Dunque un campione limitatissimo di italiani, peraltro appartenenti per tradizione ad una fascia medio-alta. E all’interno di questo già circoscritto segmento neanche duemila i form compilati in risposta. Eppure tanto autorizza qualcuno a parlare di 40% degli “italiani”. Come a dire che Bari fra Natale ed Epifania si spopolerebbe di un tre quinti. Sai che pacchia per i topi d’appartamento. La realtà invece è ben altra. Basta il buon senso per concludere  senza ricorrere all’algida scienza dei numeri che pochissimi baresi andranno a trascorrere queste feste in un albergo, in un B&B, in un agriturismo. Già che ci siamo, allora, occupiamoci dei tantissimi concittadini inchiodati in casa dal vuoto delle tasche. Che feste ci attendono? Col morale più malridotto del portafogli non è difficile immaginare tavole imbandite all’insegna della moderazione, gioco contenuto, niente petardi, doni modesti da scartare… Un Natale povero, allora? Sobrio, preferiamo noi, quasi un Natale ‘maturo’ dopo decenni di esagerazione. Non dimentichiamoci della demenza del passato : tonnellate di cibo nella spazzatura, tavoli verdi con ‘piatti’ da mille euro, ordigni esplosivi tanto potenti da svellere una saracinesca, regali inutili… Un altro elemento che già va segnalando questa inversione di tendenza è la maggiore cura posta nel presepe. Un poco per necessità, un altro poco per ritrovata devozione, il malandato presepe degli anni passati non viene più ‘conferito’ in un cassonetto ma ‘rigenerato’ a forza di cucitrice e vinavil, aggiungendo statuine, sostituendo Magi monchi e pastori zoppi. E l’albero? La nausa dell’abete finto sta spingendo ad affrontare malgrado tutto la spesa di quello vero. Non però l’abete-truffa alto due metri e con la pretesa di radici raccolte nello spazio di un decimetro cubo. Con venti euro è possibile acquistare nei vivai, e anche per strade, piante alte la metà ma con la radice integra. Con qualche accortezza queste piante possono sopravvivere al Natale successivo e venire riciclate sino ai limiti di crescita. Quando arriva che l’abete tocca il soffitto, qualcuno usa donarlo alla collettività, nel senso che si prende la briga di andarlo a piantare in qualche giardino pubblico. Sappiamo di abeti natalizi che da qualche anno godono di ottima salute alla Pineta di San Francesco.

Italo Interesse 

 


Pubblicato il 14 Dicembre 2013

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