Cronaca

Natuzzi, dall’inferno al paradiso: approvato il piano da 36 milioni di euro

E’ stato finalmente siglato l’Accordo al Ministero dello Sviluppo Economico tra la multinazionale del divano “Natuzzi SpA”, Sindacati e Istituzioni sul Piano Industriale Italia – Natuzzi. Il Piano è stato approvato l’altro ieri dalla maggioranza dei lavoratori con un referendum sindacale, col duplice scopo del ritorno alla competitività del polo industriale italiano e dell’individuazione di un percorso condiviso per la gestione degli esuberi. Il Piano, che va nell’ottica di un costante  rafforzamento della qualità e dell’eccellenza del ‘Made in Italy’, in poche parole prevede la specializzazione dei siti produttivi per linee di prodotto e una nuova organizzazione del lavoro basata su un unico turno al fine di rendere più efficiente l’operato dei collaboratori, migliorarne la qualità della vita. Per dirla tutta ogni stabilimento si specializzerà su un cluster di prodotto per favorire lo sviluppo di un know-how specialistico e incrementare la qualità dei prodotti Natuzzi stessi. Il Piano approvato presso gli uffici ministeriali dopo mesi e mesi di tavoli e confronti apre una porta alle speranze dei lavoratori, dando il via libera, finalmente, all’internalizzazione delle attività del semilavorato fusto e gomma nel processo produttivo italiano. Si tratta di attività fondamentali per il “core-business” di Natuzzi che saranno realizzate in un nuovo stabilimento produttivo da costruire nelle vicinanze di <Iesce 2>. Questo nuovo assetto industriale dell’azienda santermana garantisce l’occupazione di 1.514 collaboratori a tempo pieno sulle sedi di Ginosa, Iesce 1, Iesce 2, Laterza, La Martella e Sede centrale di Santeramo in Colle. I restanti 603 dipendenti saranno riqualificati – attraverso un importante attività di formazione professionale –  per le nuove attività internalizzate da Natuzzi. Il Piano Industriale approvato richiederà per la piena realizzazione tempi di attuazione stimati entro 24 mesi e sarà subordinato all’accesso al piano di investimenti – regolato da Invitalia – pari a 36 milioni di euro e all’ottenimento dell’ammortizzatore sociale per la gestione di tutto il personale da riqualificare. Antonio Cavallera, Direttore Generale Operativo Natuzzi ha dichiarato: “ L’intesa sul Piano Industriale rappresenta un punto di svolta importante per lavorare al pieno recupero della nostra competitività e qualità, salvaguardando l’occupazione nei nostri stabilimenti in Puglia e Basilicata. Azienda, Sindacati e Istituzioni hanno fatto quadrato e hanno dato vita a un percorso condiviso all’insegna della responsabilità e della fiducia reciproca. L’obiettivo di tutti è quello di continuare a competere nel mondo ed esportare i nostri prodotti partendo dall’Italia: il Paese in cui continuiamo a credere e a investire. Il Piano Industriale Natuzzi Italia, per il suo elevato valore legato anche al rilancio delle attività industriali nel territorio del Mezzogiorno, rappresenta di fatto una scelta strategica di interesse generale”. Insomma, i lavoratori della Natuzzi hanno votato, a grande maggioranza, a favore del piano industriale frutto dell’accordo tra azienda e sindacati, scongiurando un migliaio di licenziamenti, che fino a qualche settimana fa sembravano pressoché inevitabili. Alla luce dell’esito positivo del referendum, ora la parola passa al Ministero per lo Sviluppo Economico, che dovrà mettere a disposizione del piano industriale le risorse necessarie alla realizzazione dello stesso, compresi i fondi per la cassa integrazione. Soddisfazione anche tra i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. “I lavoratori hanno condiviso il percorso impostato dal sindacato, credendo fino in fondo nella coerenza e nell’efficacia del piano industriale – ha commentato Salvatore Bevilacqua, Segretario generale della Feneal Uil di Puglia – lanciando un segnale forte e dimostrando, per l’ennesima volta, profondo senso di responsabilità. Ora le istituzioni e soprattutto la Natuzzi non possono e non devono tradire i lavoratori che stanno continuando a fare grandi sacrifici per mantenere le produzioni in Italia e conservare il posto di lavoro. Ci auguriamo, quindi, che il Mise acceleri lo stanziamento dei fondi, al fine di dare una prospettiva concreta al futuro occupazionale e reddituale di tanti lavoratori e tante famiglie”.

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 29 Giugno 2018

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio