Cultura e Spettacoli

Natuzzi: “Rivedere il contratto di solidarietà, piuttosto che cedere ai ricatti”

Non si piega agli ultimi accordi-capestro, il Coordinamento USB-LP dopo aver esaminato ancora più a fondo l’evoluzione della vertenza Natuzzi Spa. In particolare quell’accordo-quadro del 15 novembre 2016: i sindacalisti di base puntano il dito contro la ricollocazione dei 215 licenziati dalla multinazionale del divano, recepita soltanto da 32 lavoratori, mentre i restanti 183 hanno boicottato e rigettato. <>, taglia corto Felice Dileo dell’Unione sindacale di base. Che, dunque, respinge senza se e senza ma la campagna mediatica lanciata, appunto, contro i licenziati, descrivendo quest’ultimi come fannulloni che preferiscono percepire il sussidio statale, anziché lavorare. <>, rimarca il sindacalista. Precisando che l’Usb continuerà a rivendicare il reintegro di tutti i licenziati: questo è possibile, estendendo il “Contratto di Solidarietà”, attraverso l’innalzamento della riduzione media dell’orario di lavoro prevista negli accordi sottoscritti. Non solo: la modifica dell’Accordo di novembre ‘16, finalizzata a rimuovere la clausola-capestro contenuta a pagina 2, comma f) sarebbe da valutare e incoraggiare, riannodando le fila della vertenza. Anche perché non bisogna scordare che le Istituzioni hanno stanziato la bellezza di 38 milioni di euro, a favore della Natuzzi SpA da oltre un anno e precisamente da settembre 2015. Eppure c’è stato bisogno di lottare per mesi con presidi, scioperi, blocchi stradali e la raccolta di 4.335 firme affinché quelle stesse Istituzioni, Regione Puglia in testa, s’esprimessero in merito. Tenendo presente, ad esempio, che il finanziamento all’azienda è stato concesso per la salvaguardia di 1.918 posti di lavoro, anche se nel 2015 Natuzzi contava 2.341 dipendenti. Quindi, viceministri e amministratori locali hanno finanziato una società che dichiarava di apprestarsi a ridurre l’organico, come se nulla fosse. Conclusione? Chi aveva visto giusto e preannunciato finanziamenti frettolosi e senza costrutto per l’economia locale, visti i successivi sviluppi, ora può dire purtroppo di aver previsto tutto, vaticinando purtroppo anche accordi illegittimi e decisamente lesivi per i lavoratori. A cominciare da quando, il 3 marzo 2015, fu disposto che una parte dei dipendenti Natuzzi fosse coinvolta nel Contratto di Solidarietà e il resto collocata in Cigs ed esiliata a Ginosa. Per questo la posizione dell’USB resta uguale e cioè reintegro di tutti i cassintegrati a zero ore in Natuzzi Spa e non ricollocare questi ultimi in una New Co. Che serve, molto probabilmente, soltanto a speculare altro denaro pubblico.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 5 Gennaio 2017

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