Cronaca

Natuzzi SpA, adesso maggiori garanzie per i nuovi assunti

Reazioni parecchio contrastanti in seno alla politica locale, dopo l’accordo siglato l’altro ieri sulla scia d’una vertenza lunga e difficile come quella che ha visto coinvolta la multinazionale del divano di Santeramo in Colle. E ora su Natuzzi SpA e sui licenziamenti evitati (ma non per tutti) è intervenuto il capogruppo di ‘Noi a Sinistra per la Puglia’, Enzo Colonna. “L’accordo quadro siglato a Roma il 15 novembre tra il gruppo Natuzzi e i sindacati confederati, alla presenza degli organi istituzionali (Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero del Lavoro e politiche Sociali, Regione Puglia e Regione Basilicata) ha definito la difficile vertenza relativa ai 335 licenziamenti di lavoratori dello stabilimento di Ginosa. Di questi, 140 avevano aderito all’incentivo all’esodo accettando il licenziamento e il collocamento in mobilità. Restava irrisolta la posizione di ben 215 lavoratori. L’accordo prevede che questi ultimi saranno assunti entro il 31 dicembre 2016 da una nuova società del gruppo Natuzzi che sarà costituita entro la fine di novembre. Le strutture regionali (in particolare, la “task force” occupazione) hanno seguito la vicenda, nel difficile tentativo di salvaguardare posti di lavoro e futuro produttivo. L’accordo finale recepisce intese raggiunte con le organizzazioni sindacali rappresentate (non tutte, quindi)”. Tutto bene? Non proprio, come detto all’inizio, proprio perché la soluzione trovata, pur apprezzabile secondo Colonna, presenta alcune clausole che destano rilevanti perplessità, come, ad esempio, l’aver subordinato la riassunzione dei lavoratori alla concessione della Cassa Integrazione in Deroga in attesa di un piano industriale ancora tutto da definire e la pretesa che i lavoratori stessi, per essere riassunti, debbano preliminarmente definire il loro eventuale contenzioso con l’azienda. Questa condizione, in altri termini, costringe i lavoratori a scegliere tra un posto di lavoro e la tutela dei propri diritti dinanzi all’autorità giudiziaria. Logico, quindi, l’invito del consigliere pugliese di maggioranza l’invito all’Assessore alle Politiche per il lavoro Sebastiano Leo e le strutture competenti a vigilare sulla tempestiva definizione del nuovo piano industriale e quindi sulla effettiva ripresa dell’attività produttiva nei tempi stabiliti, nonché a rivedere alcuni peculiari ed ambigui aspetti dell’accordo prima di concedere ulteriori risorse pubbliche alla società. Che, è bene ricordarlo, dalle mammelle della pubblica amministrazione ha già succhiato parecchio, senza dare proporzionalmente il dovuto in cambio ai suoi dipendenti, negli ultimi tempestosi anni di crisi del settore. Insomma, almeno stavolta sarà bene conoscere in anticipo gli investimenti dell’azienda e le misure concrete che il Gruppo Natuzzi intenderà mettere in atto per la salvaguardia dell’occupazione, per evitare il ricorso agli esuberi e procedere al riassorbimento di tutto il personale. Per sapere –ad esempio – quanta produzione industriale è tornata in Italia da alcuni paesi dell’Est come la Romania, alla luce dell’impegno preso dall’Azienda nell’accordo del 10 ottobre 2013 e ad oggi ancora vincolante non essendo stato oggetto di successive modifiche.

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 19 Novembre 2016

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