Cronaca

Natuzzi: una pioggia di milioni pubblici per licenziare più di prima

A uno snodo cruciale la vertenza infinita della Natuzzi, non senza prendere atto, come fanno ancora una volta parti sociali e rappresentanti dei lavoratori, che da più parti si continua a credere che il rilancio della più grande ‘holding’ nazionale del divano sia fondato su basi solide. Quando invece occorrerebbe sapere che i tre pilastri che hanno retto finora le sorti della stessa azienda, come ripete l’Unione Sindacale di Base, non reggerebbero mai alla prova del nove. Partiamo dal il taglio del costo del lavoro, compiuto attraverso la decurtazione delle retribuzioni e dei diritti dei lavoratori, a fronte del peggioramento delle condizioni di vita nelle linee produttive, non senza scordare le iniezioni di ingenti finanziamenti pubblici. Infatti, a settembre scorso, grazie al famoso “Accordo di programma” sono stati somministrati altri 37 milioni di euro, da parte del MiSE e le Regioni Puglia e Basilicata. Questo solo per citare l’ultima valanga di soldi pubblici giunti all’industria santeramana, ma se ne potrebbe fare un elenco lunghissimo. Infine c’è un terzo e ultimo punto da non sottovalutare, che blocca il rilancio della produzione a Natuzzi e cioè l’espulsione dal ciclo lavorativo degli indesiderati. A questo proposito, sempre secondo “Usb/Lavoro Privato”, bene farebbe rivedere i conti per comprendere che, se Natuzzi dovesse spendere la cifra massima prevista per l’esodo incentivato, spenderebbe 14 milioni e 600 mila euro (cioè i 40 mila euro che offre a chi accetta di andare in mobilità x 365 che sono le unità dichiarati in esubero), quindi i soldi che Natuzzi mette sul piatto per chi non si oppone al licenziamento, non sono neanche la metà di quelli sopra citati, elargiti dallo Stato nell’ultima tranche di settembreViceversa, questa strategia pare sia destinata soltanto a dilazionare di qualche altro mese lo stillicidio occupazionale, ma che non è assolutamente risolutiva del dramma in esame. Tra l’altro, i timidi segnali di ripresa che i bilanci della Natuzzi Spa fanno registrare non sono certo dovuti ai tagli draconiani attuati, bensì al deprezzamento dell’Euro rispetto al Dollaro che favorisce le esportazioni, dunque la Natuzzi Spa che esporta il 90% di ciò che produce nel territorio murgiano. Tuttavia, considerate le imprevedibili fluttuazioni delle monete, temiamo che non appena il cambio torni ad essere sfavorevole, risentiremo la vecchia litania del piangere miseria. Ecco, dunque, alcune proposte per salvaguardare l’occupazione non solo di chi sta in Cassa integrazione a zero ore, ma anche della restante forza lavoro, che potrebbe uscire al “prossimo giro”. < per soddisfare la propria capacità produttiva. Se invece sindacati complici e istituzioni continuano ad assecondare ogni pretesa della Natuzzi, non si capisce davvero per quale motivo essa debba cambiare la sua politica ed assumersi le proprie responsabilità sociali>>. A questo punto, per non perdere altri colpi nella vertenza, bisognerebbe avviare al più presto, in tutti gli stabilimenti Natuzzi, le procedure di rinnovo delle RSU, in quanto è fin troppo evidente che sussiste un grave problema di delegittimazione delle rappresentanze sindacali. Ecco, dunque, che oggi a Laterza, nell’Auditorium comunale “M. Giannico” (ex chiesa del Purgatorio) in via Concerie snc a Laterza, sempre a partire dalle diciotto, si torna a dibattere della vertenza coi rappresentanti delle rappresentane sindacali di base, con i lavoratori ma anche esponenti politici e istituzionali del territorio interessati alla risoluzione reale della vertenza, nell’interesse della collettività.

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 28 Aprile 2016

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