Nave ospedale? Tutta una finta
II 22 dicembre 1911, nel corso della guerra italo-turca, in un imprecisato punto del mar Rosso, incrociava in Puglia, una piccola nave da guerra della nostra Marina Militare classificata come ‘ariete-torpediniere’. Sulla base di informazioni attendibili, l’unità era lì appostata, pronta a calare sulla preda. Ma la sua missione non era mettere mano alle armi, bensì intercettare una nave impossibilitata a difendersi. Comunque, un’operazione delicata, trattandosi d’interrompere la navigazione di una nave ospedale. In ogni caso l’atto era contemplato dall’articolo 4 della Convenzione dell’Aia del 1907 in base al quale ancora oggi una nave “belligerante” può ispezionare una nave ospedale per verificare che essa non venga “impiegata per alcuno scopo militare”, cioè trasportare armi, munizioni e relativa tecnologia. In caso di riscontrata violazione, la nave-ospedale in difetto può essere affondata o catturata. Intercettata la nave ospedale, il comandante del Puglia optò per quest’ultima opzione, probabilmente a ragione della vicinanza del punto di cattura alla costa eritrea, allora in mano all’Italia. La preda si chiamava Kaiseride, un piroscafo tedesco in servizio presso la marina militare turca e “camuffato” da nave ospedale. In effetti, nonostante presentasse la livrea d’ordinanza : scafo e sovrastrutture bianche, fascia verde interrotta da croci rosse sullo scafo e croci rosse sui fumaioli, la Kaiseride non disponeva né di camere operatorie, né di corsie e magazzini farmaceutici. Disponeva invece di capaci stive… Stive però che furono trovate vuote. Ugualmente il piroscafo venne catturato poiché si riteneva fosse diretto ad un porto europeo per caricare materiale destinato alle bande arabe filo-turche attive nell’entroterra libico. Il gesto, audace e ben supportato da un’operazione d’intelligence, andò ad arricchire la storia di questa unità che già in tempo di pace (1901) si era distinta trasportando in Australia una delegazione governativa incaricata di negoziare l’emigrazione italiana in quell’area. In seguito, nel corso della Grande Guerra, il Puglia svolse servizio in Adriatico. Al termine del conflitto venne a trovarsi al centro degli incidenti di Spalato del 1920, incidenti che culminarono con la morte del comandante dell’unità, Tommaso Gulli, grande amico di Gabriele D’Annunzio. Proprio in ragione di questo sentimento, quando nel 1923 il Puglia venne radiato, il Vate ottenne che una parte del relitto gli venisse donata. Al termine di un complesso lavoro di smontaggio e ricomposizione fu possibile inserire la prua e gran parte delle sovrastrutture (castello, ponte e artiglierie) nel parco del Vittoriale degli Italiani.
Italo Interesse
Pubblicato il 8 Giugno 2017