Negli antichi palazzi di Trani…
‘Indovina chi viene a (s)cena’ è un felice format di recentissimo conio con cui il ‘Teatro Pubblico Pugliese – Consorzio Regionale per le arti e per la cultura’ mira a non far morire danza e teatro ricorrendo alla formula dello streaming. Certo, resta un ripiego, ma è il male minore, che tocca patire con pazienza e fiducia (“ha da passà ‘a nuttata…”, non è vero, Don Eduardo?). Ci è capitato di assistere a uno di questi brevi allestimenti: ‘Casa Mongelli’. Messo in scena da Annamaria Di Pinto, Cinzia Clemente, Anna e Barbara De Palma (drammaturgia collettiva, regia di A. Di Pinto, produzione Il cielo di carta/ I’m teatro), lo spettacolo è andato in scena nel Palazzo delle Arti Beltrami di Trani. E’ quest’ultimo un edificio storico sito nel borgo antico di Trani che dal 2009 funge da ‘museo a carattere polifunzionale’: Il piano terra e il primo piano fanno da contenitore a mostre internazionali ed eventi ; il secondo piano ospita la Pinacoteca Ivo Scaringi: Palazzo Beltrami è anche sede di una biblioteca a senso unico (il tema è la storia dell’arte). Ambientato in una Trani della prima metà del Novecento, ‘Casa Mongelli’ è lavoro in cui, sgomitando, confluiscono temi diversi come l’Arcano, la funzione dell’arte, la sorte degli operatori dello spettacolo, la buona tavola… Tre i personaggi principali: Madama La Marchesa, Pellegrina (la cameriera) e Antigone (l’ospite della padrona di casa e artista di strada). Alle tre donne se ne aggiunge una quarta, un’inafferrabile giornalista televisiva piovuta dal futuro – a quanto è parso di capire – a cogliere l’antico legame tra poesia, teatro e tradizione e farsene portavoce nel disastrato presente in un estremo gesto di speranza. Girato con cura, il video un po’ risente dello sforzo di piegare al piccolo schermo (quello del pc) un esercizio di arte scenica d’altra scuola di pensiero. Vi riesce qua e là regalando anche spunti gradevoli. Interessante il richiamo all’Arcano, soprattutto per il fatto d’esserci di mezzo Trani. Per chi non lo sapesse, la città pugliese è da alcuni al centro d’un vivace dibattito tra fedeli del paranormale e ‘negazionisti’. Due i fatti controversi: Nel castello si aggirerebbe il fantasma di Armida, descritta dai ‘testimoni’ come una donna giovane, dagli occhi d’un azzurro penetrante e lunghi capelli neri. La leggenda dice di un castellano geloso che un giorno seppellisce viva nelle segrete la moglie fedifraga; la storia documentata parla invece di Sifridina da Caserta, una contessa morta nel 1279 nel maniero federiciano dopo undici anni di prigionia (era accusata di cospirazione a danno degli Angioini). E poi c’è la storia della Dama Bianca di Palazzo Broquier. In quest’altro storico fabbricato della vecchia Trani, a suo tempo, sollevando un antico tappeto inchiodato al pavimento sarebbe comparso un abito da sposa subito volatilizzatosi a contatto con l’aria. Da quel giorno, negli ambienti di quella dimora signorile una ‘dama bianca’ appare intenta a leggere un libro posato su un leggio…
Italo Interesse
Pubblicato il 4 Febbraio 2021