Nei Municipi baresi è iniziata la “sagra” dei gettoni di presenza
Le ex frazioni baresi di Palese Macchie e Santo Spirito, ora V Municipio di decentramento amministrativo del capoluogo, oltre che note da qualche tempo per il considerevole numero di “Sagre” che si svolgono in loco nell’arco dell’anno (da quella meno recente “delle orecchiette” a Macchie, la cui prima edizione – come si ricorderà – risale ad oltre un trentennio fa, fino a quelle di ultima e più recente istituzione “del pesce fritto” a Santo Spirito, “del cavatello”, “della bruschetta”, “del panino”, “del polpo” e “dell’olio d’oliva” a Palese), tra breve potranno verosimilmente vantare anche un altro tipo di sagra, quella “del gettone” di presenza ai consiglieri di Municipio. E, quest’ultima, è probabilmente una “sagra” poco o per nulla rinomata tra i cittadini del posto, ma sicuramente più sostanziosa per l’appetito dei pochi “intimi” che danno vita a tal genere di evento, essendo esso – come è noto – riservato soltanto agli eletti nel consiglio municipale di Palese e Santo Spirito. Una “sagra”, quella “del gettone” di presenza, che verosimilmente non è esclusiva solo del V Municipio, ma che potrebbe essere una pratica comune anche i restanti Municipi baresi (ben quattro!), per i quali l’effettivo decentramento amministrativo non solo è una “chimera”, a Bari mai raggiunta in quasi quarant’anni, ossia da quando nel 1981 furono istituiti i primi Organi politici di decentramento ad elezione diretta dei cittadini, le precedenti vecchie nove Circoscrizioni, ma è forse addirittura un’utopia a cui nessuno, però, né tra la le forze di maggioranza che tra quelle di opposizione, vuole rinunciare nonostante i comprovati ed ultradecennali fallimenti in tal senso, per le note avversioni, registrate sin dal 1981 da parte di tutte le Amministrazioni comunali baresi succedutesi nel corso degli anni alle nostre spalle, ad autolimitarsi nei poteri a disposizione di sindaco e giunta. Ma veniamo ai fatti. Da qualche mese si sono insediati anche gli eletti lo scorso fine maggio nelle cinque Assemblee di decentramento cittadino e quasi contestualmente si sono composte le Commissioni consiliari municipali previste dal Regolamento in materia. Commissioni, queste ultime, che stando a quanto prodotto anche nella più recente esperienza dei Municipi ed in quella più remota delle vecchie Circoscrizioni, non hanno mai prodotto alcunché di rilevante e di concreto, sia per la vita dell’Organo istituzionale in questione che, più in generale, per quella cittadina concernente il territorio comunale di competenza. Sta di fatto, però, che nel V Municipio barese (quello di Palese e Santo Spirito per l’appunto) i consiglieri recentemente insediatisi, appena composte le Commissioni (tre permanenti + una speciale), hanno subito provveduto a stilare un ricco calendario caratterizzato da un “profluvio” di sedute quotidiane che non lasciano, nelle settimane che compongono l’intero mese di Ottobre 2019, un solo giorno lavorativo (dal lunedì al sabato) scoperto da riunione. Ciò che sorprende ed è alquanto curioso è che molte di tali sedute giornaliere, già calendarizzate e convocate, sono addirittura ancora prive di Odg. Insomma, sedute di Commissione che – come soleva dire il noto “Principe partenopeo della risata”, Totò – sono convocate “a prescindere” da ciò che si dovrebbe discutere. Sedute, quindi, dal sapore quasi “profetico”, in quanto gli argomenti (Odg) di cui occuparsi saranno stabiliti solo qualche giorno prima di ciascuna seduta, se non forse addirittura il giorno stesso. Pertanto, l’interrogativo che si è posto qualche cittadino venuto a conoscenza attraverso la pubblicazione sui social dei calendari di svolgimento di tali sedute, da parte di una neo-consigliera del V Municipio del M5s (Francesca Maiorana), è stato circa l’effettiva “funzione” delle quotidiane sedute di Commissione effettuate in siffatto modo ed in quantità “industriale”! Ma il dubbio è presto tolto, poiché è del tutto evidente che l’effettiva, e dunque unica, motivazione di un tale modo di procede dovrebbe essere esclusivamente di carattere pecuniario per molti di coloro che compongono detti Organi politico-istituzionali. Ossia, percepire quotidianamente la “generosa” corresponsione da parte del Comune del famigerato e relativamente lauto “gettone” di presenza. Infatti, per una seduta giornaliera dall’irrisoria durata (in teoria) di un’ora o addirittura di un fulmineo battito di ciglia, il Comune elargisce circa 40 Euro lordi. Ma il costo giornaliero effettivo per il Comune di Bari anche per i consiglieri di Municipio non è solo quello dei gettoni di presenza, poiché per coloro che non sono lavoratori autonomi o pensionati, l’Ente per legge si fa carico anche di rimborsare ai rispettivi datori di lavoro di tutti i costi relativi alle assenze giustificate dall’impegno istituzionale per i dipendenti eletti in tali consessi che, comunque sia, oltre al gettone hanno diritto a percepire il loro regolare stipendio, come se non si fossero mai assentati dal posto di lavoro. In definitiva, una “sagra” – quella del “gettone” che va in scena ne V Municipio barese di decentramento amministrativo (ma verosimilmente anche in tutti gli altri!) – che, più che produrre benefici per il territorio e le rispettive comunità, rallegra le tasche dei consiglieri percettori di tali consistenti indennità. E, questa, è stata in precedenza ed è tuttora sicuramente l’unica effettiva funzione dell’esistente (finto!) decentramento amministrativo del Comune di Bari. E, come diceva il su ricordato “Principe”, “a pagare è sempre Pantalone!”.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 3 Ottobre 2019