Cultura e Spettacoli

Nel Castello la lotteria degli incastri

Lunedì scorso, al Piccinni, è stato in cartellone un lavoro che omaggia Italo Calvino nel centenario della nascita dello scrittore

Gli indagatori dell’occulto ipotizzano che, una volta varcata la fatale Soglia, i trapassati si ritrovano a sostare in una sorta di limbo dell’Altrove. Obiettivo dell’inafferrabile Regia di cui essi sono oggetto è far ‘rifiatare’ questi viaggiatori (loro malgrado) in attesa di avere accesso alla parte ‘altra’ del Mondo. In questo non-luogo si può immaginare i trapassati che, increduli e smarriti, ricordano, riflettono, si interrogano vicendevolmente, manifestandosi ora curiosi dei casi altrui, ora sgomentati – data la differente prospettiva in cui si ritrovano – dalla diversa consapevolezza delle innumerevoli combinazioni di cui il vissuto di ognuno è frutto. Non saremmo qui a dire queste cose senza essere sotto l’effetto delle suggestioni innescate da un testo di Andrea Cramarossa, ‘Il Castello’, andato in scena al Piccinni lunedì scorso (produzione Teatro Delle Bambole, la compagnia fondata dal teatrante barese e adesso giunta al ventesimo anno di vita). Palesemente ispirato a ‘Il Castello dei destini incrociati’ di Calvino, di cui oggi ricorre il centenario della nascita, il lavoro di Cramarossa vede quattro figure anonime, tre uomini e una donna, convenuti in una sorta di anticamera immersa nella penombra dove Qualcuno li ha “convocati” in vista di un “esperimento”. Altro non si sa. L’attesa si riempie allora dei racconti dei protagonisti e dello stupore di essi dinanzi alle pressoché infinite accidentalità che hanno determinato i personali vissuti. In sostanza siamo in presenza della stessa incredulità dei viandanti che nel suddetto lavoro di Calvino, proveniendo da direzioni diverse, si ritrovano in un castello/locanda. Scoperto d’aver inspiegabilmente perduto l’uso della parola, i viandanti cercano di raccontarsi le reciproche avventure facendo ricorso ad un mazzo di tarocchi che l’oste ha messo a loro disposizione. E quale non è la meraviglia ‘ovattata’ e collettiva nel realizzare ognuno che il proprio racconto interseca quello di un altro a seconda di come i tarocchi sono disposti sulla tavola.  Meraviglia amplificata, non bastasse, dal fatto che la disposizione delle carte suggerisce interpretazioni diverse, sì che all’interno di un qualunque percorso di ‘lettura’ è possibile individuare intrecci e digressioni vertiginose. Nella messinscena di Cramarossa i quattro ‘convocati’, non avendo smarrito l’uso della parola, interagiscono diversamente, attraverso l’espressione di una incredulità lacerata e assolutamente umana, nella quale è possibile riconoscersi e ritrovarsi. Giovanni Di Lonardo, Rossella Giugliano, Federico Gobbi e Pierpaolo Vitale sono gli appassionati interpreti di un allestimento un po’ rigido ma accuratissimo, che omaggia la curiosità vorticosa e colma di coraggio di uno dei maggiori scrittori italiani del Novecento.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 13 Ottobre 2023

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