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Nel centrodestra proseguono gli incontri per il nome che faccia vincere a Bari

Nel centrodestra pugliese proseguono gli incontri settimanali del lunedì in vista delle prossime amministrative a Bari. Quello di ieri è stato il terzo consecutivo da quando i responsabili regionali delle quattro sigle nazionali e più rappresentative del centrodestra (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Noi con Italia) hanno deciso, dopo i risultati dei ballottaggi delle ultime amministrative, di istituire un tavolo permanente settimanale di incontri, per giungere quanto prima all’individuazione dei nomi condivisi da candidare il prossimo anno in tutti i Comuni pugliesi chiamati ad eleggere il sindaco ed a rinnovare i rispettivi consigli cittadini, cominciando da Bari e Foggia che sono le città più importanti che in Puglia dovranno rinnovare le rispettive amministrazioni territoriali. Il terzo incontro della coalizione del centrodestra pugliese è stato allargato al leader di Puglia Popolare, l’ex senatore barese Massimo Cassano, che – come è noto – alle amministrative di giugno scorso ha presentato in qualche Comune del barese liste che si richiamavano al proprio movimento civico, ed a Franco Losito, responsabile regionale di Idea, ossia un’altra formazione civica dell’area del centrodestra che fa capo al deputato Gaetano Quagliariello. La terza riunione del centrodestra pugliese è stata poi estesa ad un incontro con i gruppi consiliari di Bari ed i referenti cittadini e provinciali dei quattro partiti, per tracciare il programma di lavoro dei prossimi appuntamenti settimanali che sarà il seguente: lunedì 23 luglio i vertici regionali raccoglieranno le proposte dei consiglieri comunali di Bari e il 30 successivo recepiranno le osservazioni dei segretari cittadini. Poi, – si riferisce in una nota – la palla passerà in discussione nuovamente al tavolo regionale per “la opportuna sintesi che porterà alla migliore offerta politica per le prossime amministrative di Bari”. I più fiduciosi sperano di giungere prima della pausa ferragostana all’individuazione del nome da sostenere unitariamente nella sfida barese. Però, non è da escludere che anziché uno solo di nomi, alla fine, possa esservi una rosa ristrettissima di due o tre da cui poi individuare quello definitivo su cui puntare per vincere a Bari. Ma questa scelta finale – secondo quanto è trapelato – potrebbe poi essere affidata al vaglio finale di un tavolo romano del centrodestra, oltre che verosimilmente anche ad un sondaggio cittadino il cui risultato potrebbe essere determinante ai fini della scelta. Fin qui gli sviluppi nell’ambito delle forze di centrodestra per l’individuazione del candidato sindaco da presentare a Bari alle amministrative del prossimo anno. Però, la vera sorpresa potrebbe verificarsi nel centrosinistra barese tra qualche settimana o, al più, subito dopo le ferie d’Agosto. Infatti, secondo alcune indiscrezioni, nella coalizione locale del centrosinistra le acque sarebbero molto agitate, poichè alcuni recenti sondaggi darebbero il sindaco Antonio Decaro del Pd in caduta libera nel gradimento politico dei baresi e, nei test effettuati da autorevoli agenzie nazionali di sondaggio, la coalizione con lui alla guida sarebbe risultata addirittura terza, dietro quella del centrodestra, che sarebbe prima con pochi punti percentuali sopra il M5S. E ciò che è ancora peggio per il centrosinistra barese è che, per entrambi gli schieramenti concorrenti, nei sondaggi non sono stati neppure ipotizzati i nomi degli sfidanti di Decaro, che – come è noto – dovrebbe essere quello che capeggerebbe il centrosinistra, per l’eventuale riconferma alla guida della città. Quindi, non è escluso che, alla luce di tali risultanze e dei diversi malcontenti che ruotano nel centrosinistra cittadino intorno al sindaco Decaro, prima o poi qualcuna delle sigle della coalizione organiche al centrosinistra barese possa chiedere una verifica sul nome del candidato naturale alla guida della coalizione per le amministrative del 2019, ossia lo stesso Decaro. Verifica che per il centrosinistra – come è noto – vuol dire celebrazione delle primarie. E non è difficile neppure immaginare che a chiedere le primarie per la scelta del nome da candidare a sindaco il prossimo anno a Bari possa essere qualcuna delle forze civiche satelliti del governatore pugliese, Michele Emiliano, e che sono quelle sicuramente più preoccupate di una possibile sconfitta al Comune di Bari, per la conseguente loro uscita di scena dalla mappa del potere cittadino. D’altronde a fornire il pretesto per le primarie è stata la stessa area politica di Decaro qualche settimana fa, quando con la salentina Teresa Bellanova ha ventilato la possibilità di primarie per il candidato presidente alle regionali del 2020. Per cui, salvo a volersi apertamente contraddire, la corrente pugliese del Pd che fa capo all’ex premier Matteo Renzi non dovrebbe sottrarsi, in caso di richiesta, alla celebrazione di primarie anche per il candidato sindaco di Bari del prossimo anno. Anzi, a maggior ragione, se vuol essere credibile nella richiesta già espressa su Emiliano dovrebbe dare l’esempio a cominciare da Bari, dove il Primo cittadino uscente è un proprio esponente di spicco in Puglia. E, nel centrosinistra barese, in caso di primarie per il Comune di Bari sarebbe interessante capire la posizione di “Fonte democratico”, ossia la corrente del Pd che fa capo al governatore pugliese, Emiliano. Di certo, ad eventuali primarie baresi, una “defiant” di Emiliano sul nome di Decaro sarebbe per quest’ultimo una sconfitta certa. E per questo sarebbe, forse, anche altamente improbabile che il governatore pugliese, in caso di primarie, non appoggiasse il Primo cittadino uscente del Pd. Ma Emiliano forse sa pure che – come risulta dai citati sondaggi, – la “battaglia” delle amministrative baresi del prossimo anno è difficilissima per il centrosinistra locale, ma questa sarebbe ancor più dura da combattere se il nome da tentare di far vincere fosse quello dell’uscente Decaro. Quindi, per Emiliano decidere su cosa fare a Bari non sarà certo semplice, ma  verosimilmente non sarà per lui neppure tanto problematico, se non vorrà essere (forse per la prima volta nella sua carriera politica!) anche masochista. E, quindi, apertamente autolesionista.

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 17 Luglio 2018

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