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Nel centrosinistra pugliese aumentano i “veleni” tra Emiliano e i suoi contestatori

Neppure la festa in piazza del compleanno di Michele Emiliano è stata occasione per stemperare i “veleni” scoppiati recentemente all’interno del centrosinistra pugliese, dopo alcune allusive dichiarazioni del governatore su coloro che non hanno risposto all’appello del segretario del Pd pugliese, Marco Lacarra, a partecipare lunedì scorso al tavolo di coalizione che avrebbe dovuto fissare la celebrazione delle primarie entro fine novembre, per la scelta del candidato presidente alle regionali del 2020. Anzi, dopo i paventati sospetti di lobbismo attribuiti ai dissidenti il tavolo dello corso lunedì e le accuse di voler far perdere il centrosinistra alle prossime regionali per ricostruire una sinistra che in Puglia si presenta alquanto sbiadita ed emarginata proprio a causa del modo di governare (ma ancor più di allargare i confini del centrosinistra a realtà politiche territoriali che nulla hanno a che fare con la storia ed i valori del centrosinistra tradizionale) da parte di Emiliano, la situazione all’interno del centrosinistra locale si è infiammata al punto da far pensare ad una possibile rottura, con la conseguenza di un’archiviazione delle primarie e l’apertura di un braccio di ferro direttamente alle elezioni tra il governatore uscente da una parte ed un candidato presidente dei dissidenti dall’altra. Uno scenario, quest’ultimo, che nonostante tutto alcuni esponenti stessi del fronte “anti-Emiliano” continuano a smentire, ma che comunque non escludo. Infatti, il cartello di sigle ed esponenti dem (La giusta causa, Sinistra italiana, La Puglia in più ed Elena Gentile, Dario Stefano e Fritz Massa) presenti nel documento con cui si è convocata a Bari un’assemblea per il 21 settembre prossimo, sostanzialmente finalizzata a decidere le risposte da dare al braccio di ferro in corso con Emiliano, altro non sarebbe che il tentativo di condizionare Emiliano su questioni di fondo che gli potrebbero rendere più difficile o, addirittura, incerta la vittoria alla primarie oppure di circoscrivere i suoi margini di azione all’interno della coalizione, al fine di renderlo debole sia in caso di vittoria alle primarie che alle secondarie. Emiliano lo ha capito probabilmente da tempo ed ecco che, alla recente “chiamata alle armi” del fronte degli “anti-emilianisti” con l’assemblea del 21 settembre prossimo, ha fatto rispondere a Lacarra con una sorta di ultimatum con cui si chiede ai dissidenti di rendere noto il nome del loro candidato alle primarie e, soprattutto, la data in cui intendo effettuarle, visto che l’accennata richiesta dei primi mesi del 2020 è comunque vaga (si è parlato di gennaio o febbraio) e più in là, se le reali intenzioni fossero di creare difficoltà alla riconferma di Emiliano, potrebbe giungere a sorpresa anche un’ipotesi di slittamento ad oltre febbraio. Insomma, Emiliano ora sicuramente non si fida più delle ragioni e dei buoni propositi politici con cui il fronte di coloro che lo criticano giustifica la richiesta di maggior tempo per aderire preparati alle primarie. Infatti, il sospetto è che invece posa trattarsi di un’imboscata, oppure di un vero e proprio tranello per ingabbiarlo politicante in caso di vittoria elettorale. Ma è possibile anche che gli aderenti al cartello “anti-Emiliano” vogliano semplicemente prendere tempo il più possibile, al fine di vedere e sapere chi potrebbero essere gli eventuali antagonisti di Emiliano alle regionali del 2020 sui versanti opposti del M5S e del centrodestra. E ciò, forse, per meglio capire e regolarsi fino a che punto potrebbero spingersi con i presumibili condizionamenti politico-programmatici e di spartizione di potere. E che ci sia qualcosa di incomprensibile nel modo di agire degli “anti-Emiliano” del centrosinistra, e in particolare della sinistra che fa capo all’ex governatore Nichi Vendola, è dato dal fatto che a Bari la stessa formazione politica si è ritrovata a sostenere, lo scorso  26 maggio, senza alcuna difficoltà la riconferma del sindaco Antonio Decaro del Pd, che è notoriamente persona legatissima ad Emiliano, al punto che – a detta di molti – è stato proprio quest’ultimo il vero regista, sia della sua eclatante vittoria elettorale, conseguita con un fronte ampio e trasversale, sia della formazione del nuovo esecutivo cittadino. Mentre nei confronti di Emiliano per le regionali vengono inspiegabilmente sollevate critiche proprio sull’allargamento a destra della coalizione di maggioranza alle stesse forze e personaggi che hanno concorso alla riconferma a Bari di Decaro. Un “mistero”, questo, incomprensibile ai più, ma che alla fine potrebbe forse portare a capire con largo anticipo come andrà a finire la “querelle” tra Emiliano e vendoliani alla Regione. Perché per quelli del Pd non in linea con il segretario pugliese, Lacarra, non è difficile immaginare come si chiuderà la partita aperta contro Emiliano, ma chi di fatto potrebbe avere come mira finale lo stesso Lacarra.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 25 Luglio 2019

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