Cultura e Spettacoli

Nel corridoio dei passi perduti il gigante buono…

Il 12 aprile 1889 nasceva a Conversano Giuseppe Di Vagno, il parlamentare che lottando nel nome dei “pezzenti e diseredati” riuscì ad ottenere dal governo Giolitti l’avvio dei lavori per l’Acquedotto Pugliese. Nel 1921 venne eletto nella lista socialista della circoscrizione di Bari e Foggia. Fu così chiamato in Parlamento a svolgere la funzione di segretario della Commissione Giustizia. Ignorava d’essere già al suo ultimo incarico e che la sua vita si sarebbe spezzata a soli trentadue anni. Due settimane dopo la nomina, al termine di un comizio a Conversano, Di Vagno scansava la morte (nell’attentato morirono undici persone). Nei giorni successivi, sempre in occasioni di altri interventi pubblici in altri centri della provincia di Bari, Di Cagno dovette difendersi da ripetute aggressioni (non era facile spuntarla con lui che era un omone, energico e risoluto ; Filippo Turati l’aveva battezzato ‘il gigante buono’). Dove non arrivò il bastone, arrivò il piombo. La sera del 20 settembre, a Mola di Bari, venne colpito alla schiena da tre colpi di rivoltella. Alla notizia dell’agguato, in molti si precipitarono all’ospedale di Mola. Tra questi c’era Giuseppe Di Vittorio. Il futuro leader della CGIL così ebbe a ricordare quel momento : “Giace supino, con gli occhi vivi e appassionati… non emette un lamento… Vede me, Favia, De Silvestro, Nardulli, Santoiemma e altri ancora. Ci riconosce… trova la forza per sorridere lievemente… Mentre era steso, vinto, sul lettuccio dell’Ospedale, pensavo alla sua fiorente giovinezza, alla sua forza erculea e quasi involontariamente ricordavo un disgustoso incidente avvenuto nel corridoio dei Passi Perduti a Montecitorio. Il deputato popolare ultra-fascista Cappa tentava di aggredire il compagno Matteotti, che è snello, esile. Vidi Giuseppe Di Vagno prendere agilmente pel petto il Cappa e deporlo delicatamente a terra a quattro passi di distanza, interponendosi fra i due litiganti per impedirne il contatto… Avrebbe potuto fargli gran male, soltanto buttandolo per terra. Ma egli era il gigante buono e lo depose reggendolo perché non cascasse”. Giuseppe Di Vagno spirò cinque giorni dopo, il 25 settembre 1921 (il ricordo di Di Vittorio è contenuto in un articolo uscito sull’edizione del 30 settembre 1921 di Puglia Rossa). – Ed ora una breve divagazione a proposito del ‘corridoio dei passi perduti’ cui faceva cenno Di Vittorio. Per accedere alla Canera dei Deputati, a Montecitorio, bisogna percorrre un corrisoio noto come Il Transatlabntico (fu arredato da una ditta di Palermo che si occupava di arredamenti di navi da crociera). Questo fastoso locale è stato ribattezzato dai parlamentari ‘Il corridoio dei passi perduti’ in omaggio alla Massoneria (tanto  ‘ben’ rappresentata a Montecitorio e a Palazzo Madama…). Nel linguaggio massonico la ‘Camera dei passi perduti’, indica il luogo (impuro) attraverso cui si accede a quello (sacro) dove si celebrano le riunioni degli adepti. Sicché, se un passo messo su suolo impuro non ha valore, esso è anche ‘perduto’…

Italo Interesse

 


Pubblicato il 12 Aprile 2018

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