Cronaca

Nel mirino anche i vecchi contributi agricoli Por 2000-2006

Criteri e programmi che cambiavano nel corso del procedimento avviato dai funzionari regionali per distribuire i contributi; collaudi tardivi; graduatorie irregolari; ombre, sospetti e  denunce fioccate sui tavoli di ispettori e magistrati italiani ed europei: ecco il cocktail esplosivo dei finanziamenti stanziati dalla regione Puglia e dall’Unione Europea per favorire i giovani operatori agricoli pugliesi. Una miscela infarcita da procedimenti e ricorsi finiti, ora come allora quando si tratta di fondi destinati al settore agroalimentare in Puglia, all’attenzione della magistratura amministrativa. E dei quali fu chiesto l’annullamento perfino al Presidente della Repubblica, portati all’attenzione degli ispettori Ue, che sul Psr 2007/2013, per esempio, mesi fa hanno notificato oltre seicento ‘osservazioni’, ovvero censure. Ma torniamo ad una storia iniziata poco prima che arrivasse Vendola al governo (ma proseguita come niente fosse anche nel corso degli anni….), quando c’erano ancora i Por quando numerosi agricoltori pugliesi presentarono le loro pratiche per ottenere il contributo comunitario previsto dalle norme Por-Puglia 2000-2006 –misura 4.4. Il problema era già allora che a seguito dei procedimenti “ballerini” denunciati da tecnici ed addetti ai lavori, con l’applicazione di norme e regolamenti ancora tutti da chiarire, molti di quei contributi sarebbero stati assegnati irregolarmente, rimpinguando, come dicono i maligni, i soliti serbatoi elettorali. Ma soprattutto finendo per respingere un po’ troppo frettolosamente pratiche che invece avevano seguito tutto l’iter burocratico passo passo, senza sotterfugi o mosse avventate. E cosi’,  a mettere infine mano a carta e penna per rivolgersi alle autorita’ preposte ai controlli per ottenere giustizia, furono non pochi periti agricoli e agricoltori pugliesi, rimasti ingiustamente tagliati fuori da contributi che, invece, sarebbero stati destinati, come si legge negli esposti finiti anche sulla scrivania del Governatore, a giovani che risiedono nei comuni limitrofi di residenza di funzionari, o tecnici istruttori addetti ai lavori. Ma entriamo nei dettagli di questa storia finita in realtà al vaglio degli inquirenti, ma senza risultati concreti o grane per l’allora centrodestra al governo della regione Puglia, almeno nel tratto terminale. Il procedimento finito nell’occhio del ciclone era quello legato alla Misura 4.4 Por Puglia per l’insediamento di giovani agricoltori, attuato dall’assessorato Agricoltura della regione Puglia che prevedeva contributi per i giovani operatori agricoli. Il guaio e’ che dopo la pubblicazione dei relativi avvisi, negli uffici regionali arrivarono circa seimila domande, a fronte dei seicento premi di insediamento previsti. Successivamente, pero’, portati a poco piu’ di mille, per cercare di accontentare e non far perdere l’incremento di bilancio a quanti piu’ giovani operatori agricoli possibile. Infatti, furono invitati d’ufficio quasi tutti i partecipanti al procedimento ad inviare, entro quattro mesi dal ricevimento della lettera condizionata al ricevimento del premio di insediamento, tutta la documentazione di rito prevista dalla normativa di riferimento. E cosi’, mentre i circa seimila giovani agricoltori e tecnici agricoli interessati alle pratiche di insediamento si cimentavano a predisporre la documentazione richiesta, quasi allo scadere del termine previsto, il dirigente di settore decide di emanare una bella determinazione che, pur prorogando i termini, introduce la richiesta di inviare il Piano di Miglioramento Aziendale per “sola ed esclusiva via Internet”. Praticamente tutti i giovani e tecnici dovevano presentare il PMA stando collegati ore ed ore e giorni e giorni via Internet. E tutto cio’ durante il mese di agosto, per di piu’ su di un programma telematico mal funzionante ed in continuo aggiornamento, fornito alla regione Puglia, non si sa bene in base a quali requisiti e criteri, da una societa’ privata barese. Tutti fatti denunciati agli amministratori regionali da qualche giovane agricoltore inetto ed incapace, consapevole di rimanere tagliato fuori dai cospicui premi europei? Nemmeno per sogno, visto che a rivolgersi agli organi di controllo, a fine 2004, furono gli ordini professionali degli agronomi e dei periti agrari. Che avevano depositato i loro ricorsi al Tribunale Amministrativo e poi al Consiglio di Stato, per avere ragione. Insomma, inutile dire che la determinazione dirigenziale emanata in pieno periodo feriale aveva messo in crisi migliaia di giovani tecnici ed agricoltori pugliesi, impreparati ad affrontare le innovazioni “medianiche” ordinate in fretta e furia dagli amministratori regionali, che pero’ un risultato sicuro lo ottengono: il numero dei partecipanti al bando si riduce di colpo a poche centinaia. Gia’, se le seimila domande originarie erano davvero troppe per agguantare i premi di insediamento agricoli, al traguardo finale si presentano appena mille e seicento richieste. Di cui, ma guada un po’, circa quattrocento giovani non riescono neppure ad inviare il PMA telematico (presentato da molti, in ogni caso, in maniera lacunosa ed irregolare) ma solo quello “cartaceo” previsto originariamente dal relativo bando. E non e’ finita: quel PMA telematico verra’ collaudato dopo circa un anno dalla chiusura del procedimento, un altro mistero ancora da svelare assieme a tanti altri, nonostante il tempo trascorso inutilmente. Misteri rimasti sepolti nei fascicoli sequestrati tanto tempo fa e passati inutilmente al vaglio degli inquirenti, segno tangibile che dovrebbero essere i controlli amministrativi interni a garantire sicurezza e trasparenza. Se ci fossero, i controlli…

 

Francesco De Martino 


Pubblicato il 26 Novembre 2015

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