Nel panico i famigliari dei disabili gravi: “Assegno di cura, o in mano all’usura…”
Ancora in sospeso per l’erogazione dell’assegno di cura alla Regione Puglia in diverse aziende sanitarie locali, specie in Terra di Bari, mentre allo stesso tempo sale la febbre degli aventi diritto. Nel ciclone i rimborsi dell’assegno per disabili gravemente non autosufficienti, con gli uffici delle aziende sanitari oramai ciclicamente invasi dai famigliari di chi soffre e ha necessità di cure spesso costose. Che, se già non è facile anticipare per parecchie famiglie, figurarsi se bisogna attendere fino a diciotto mesi, allo scopo di percepire i benedetti rimborsi. La pazienza degli aventi diritto è al limite. <<Io non so più come fare: mio figlio ha una malattia rara per cui sono costretto a sottopormi ad un sacco di spese per assisterlo senza perdere il mio posto di lavoro ed è da settembre dell’anno scorso che non ricevo più un euro: come si può fare? La banca mi ha fatto firmare una carta che se non rientro sul conto, avviano le azioni legali o me lo chiudono addirittura, il conto: dovrò per forza rivolgermi agli usurai…chi mi aiuta?>>, si dispera Giovanni, vedovo impiegato della pubblica amministrazione che neppure la tredicesima mensilità, forse, basterà a tappare i buchi con il suo istituto di credito. Di certo a impiegati, funzionari e dirigenti delle asl non li scalfisce i problemi e la disperazione di Giovanni che ha un figlio ormai quasi maggiorenne che, purtroppo, vive quasi allo stato neurovegetativo. Per di più, molti nuclei famigliari su quei rimborsi ci ha fatto conto, negli ultimi tempi dopo mesi e mesi di ritardo, ed ora si trova con scoperti che rasentano le decine di migliaia di euro, nei loro conti bancari. Eppure, la durata massima di erogazione dell’assegno di cura per pazienti non autosufficienti gravissimi è fissata in un anno e mezzo, divisa in nove erogazioni bimestrali. E’ chiaro che le decisioni adottate prima dalla giunta Vendola e poi dalla successiva hanno messo in ginocchio parecchie famiglie, mentre la Regione per adesso soccombente aspetterebbe la conclusione del contenzioso. “La pubblica amministrazione –ha spiegato in passato l’assessore pugliese al Welfare – gestisce soldi pubblici e deve fare tutto alla luce del sole e in maniera chiara come sta facendo questa amministrazione. Talvolta, le scelte non sono una passeggiata, sono impegnative e difficili come questa, e certamente ispirate ai principi di correttezza e cautela nell’interesse di tutti i cittadini pugliesi. Ma la capacità di governo sta proprio nella capacità di decisione”. In effetti da tre anni l’assegno di cura è indirizzato anche ai non autosufficienti gravissimi, di cui beneficiano circa 3mila persone l’anno tra coloro che sono in uno stato vegetativo, oppure dipendono, con un importo mensile per questo assegno di cura di importi che variano dai 500 euro ai mille e cento a1 mese. Dunque, persiste il disagio della sospensione dell’assegno di cura per tantissime famiglie con malati gravi in casa e tutto a causa del pronunciamento dei giudici amministrativi. A dimostrazione, casomai ce ne fosse bisogno, che in Puglia come dappertutto l’assistenza dipende troppo spesso da burocrati e giudici, collegi di tribunali amministrativi o civili e dalle risorse economiche che arrivano perennemente in ritardo. E la tutela di un diritto sacrosanto come quello alla salute arriva sempre in ritardo, come i rimborsi in Puglia per l’assegno di cura…
Francesco De Martino
Pubblicato il 1 Dicembre 2017