Cronaca

Nel Pd continua l’emorragia di dirigenti

Non si ferma l’emorragia di dirigenti nel Pd pugliese. Infatti, dopo l’abbandono del partito a giugno scorso di ben 10 dirigenti locali, ora anche il presidente regionale, Anna Rita Lemma, si è dimessa dall’incarico, oltre che dal Pd. “Lo faccio con molto rammarico – ha scritto nella lettera di dimissioni l’ormai ex presidente del Pd pugliese -. troppe oramai le scelte di Governo (ndr – Renzi, anche segretario nazionale del Pd), mai discusse e condivise con i livelli dirigenziali territoriali, che mi vedono apertamente dissentire: scuola, jobs act, riforma del Senato, legge elettorale, tanto per citare i casi rilevanti”. “Tutto ciò – aggiunge Lemma – a fronte di una maggioranza parlamentare che vede il Pd sempre più garantito da componenti di centrodestra organiche o in puntuale sostegno all’azione legislativa di un Governo nato in barba a qualsiasi minima regola di rappresentanza democratica”. Per Lemma, inoltre, “l’invito a votare sul caso Azzollini secondo coscienza”, respingendo la richiesta di arresto ai domiciliari del senatore molfettese di Ncd, già avallata in commissione dopo l’analisi dei documenti, é apparso l’ultima contraddizione con il mandato elettorale che ci ha visti votare e far votare il Pd alle ultime politiche”. Infine, Lemma parlando dei motivi delle sue dimissioni accenna anche alla delusione per le scelte del Governo nazionale sul ‘caso Ilva’ ed a quella  delle recenti elezioni regionali. Infatti, l’ex esponente del Pd ionico scrive: “Il caso Ilva è esemplare. Una vicenda gestita in modo incoerente, conflittuale e verticistico. Anche in questo caso le mie posizioni sono sempre state pubbliche, limpide”. E conclude: “Le elezioni regionali vissute da me in un contesto Pd (provinciale e cittadino) ostile”. L’abbandono del Pd da parte di Lemma era in un certo qualche modo un “divorzio” annunciato. Da tempo, infatti, il presidente dimessosi aveva manifestato posizioni assai critiche verso il partito, in particolare verso gli ultimi decreti legge sull’Ilva e sulla riforma della scuola. Infatti, la tarantina Lemma, ritenuta vicina alle posizioni di Pippo Civati, da lei sostenuto alle primarie di novembre 2013 per la segreteria nazionale del Pd, poi vinte da Matteo Renzi, non ha mai fatto mistero del suo “disagio” politico. E conflittuali erano anche i rapporti con gli altri esponenti di rilievo del Pd Ionico, tanto che alle ultime regionali, da consigliere uscente, non è stata riconfermata, essendosi classificata seconda dei non eletti nella lista alla Regione del Pd nella provincia di Taranto. Una mancata riconferma dovuta verosimilmente al boicottaggio subito da parte di alcuni dirigenti locali del partito, che in molti casi, pur essendo la capolista, l’hanno sabotata in campagna elettorale financo per gli incontri con simpatizzanti ed iscritti. Lemma nell’annuncio delle sue dimissioni dalla presidenza pugliese del Pd e dal partito ha pure precisato che “resta a sinistra”.  Per la cronaca ricordiamo che Lemma, oltre ad essere stata consigliere regionale del Pd, in passato è stata anche  consigliere comunale di Taranto, nonché assessore alla Pubblica istruzione nella Città dei due mari, sempre in quota Pd. Un invito a rimanere nel partito ed a continuare la battaglia politica dall’interno è giunto a Lemma dal neo governatore pugliese, Michele Emiliano (Pd), nonché segretario regionale del partito in attesa di essere sostituito, essendo statutariamente incompatibile con la carica di Presidente della Regione. Nel messaggio alla ex numero due del Pd pugliese Emiliano  comprende la sua amarezza rispetto alle contraddizioni nelle quali il Partito Democratico, a volte, incorre nel tentativo di completare la sua azione di governo. Un’amarezza legata alle difficoltà che si avvertono quando le posizioni individuali sono dissonanti rispetto a quelle della maggioranza. “Però – precisa Emiliano – Anna Rita Lemma sbaglia a cedere allo sconforto, proprio alla luce della sua  storia politica densa di un impegno sincero, appassionato e competente”. Il messaggio del governatore poi si chiude con l’invito a ripensarci: “Ti rivolgo dunque un appello a rimanere con noi – scrive Emiliano – a continuare la battaglia assieme ai tanti compagni e compagne che ti stimano e ti seguono e che senza di te perderebbero un fondamentale punto di riferimento. Fuori dal Pd temo non ci sia altro, se non confusione, disorganizzazione, impossibilità di continuare seriamente una battaglia politica. Ti prego dunque di tornare sui tuoi passi e di dare a tutti noi la possibilità di riabbracciarti. Abbiamo bisogno di te”. Invito che difficilmente potrà essere raccolto da Lemma, considerato che il maggior responsabile della sua mancata rielezione alla Regione potrebbe essere stato proprio lo stesso Emiliano, che da segretario del Pd pugliese non è stato in grado di garantire l’elezione di neppure una donna nell’Aula di via Capruzzi nelle fila del Pd, tanto più della Lemma che l’aveva voluta capolista, per porre una toppa mediatica alle responsabilità del Pd pugliese sulla mancata introduzione, lo scorso fine febbraio, nella nuova legge elettorale regionale della doppia preferenza di genere e della quota 50 e 50 per la formazione delle liste. Ma c’è di più. La Lemma è stata anche discriminata da Emiliano nella formazione della nuova giunta regionale, dove il governatore ha preferito per le uniche due quote rosa presenti in giunta la riconferma ad assessore allo Sviluppo della leccese Loredana Capone (questa volta come  esterno, non essendo stata riconfermata consigliere da capolista del Pd a Lecce) e la barese Annamaria Curcuruto all’Urbanistica che alle regionali non è stata neppure candidata. Infatti, la discriminante per Lemma ad essere chiamata da Emiliano in giunta come assessore esterno potrebbe essere stato proprio il fatto che, a differenza della Capone, la tarantina ex presidente del Pd non era un esponente di stretta fede “emiliana”.  Non a caso ad elogiare l’uscita dal Pd di Lemma è intervenuto il responsabile pugliese di Sel, Ciccio Ferrara, che in una nota dichiara: “Apprezzo molto la coerenza e la scelta di Anna Rita Lemma di dimettersi da Presidente del Pd pugliese e condivido alcuni dei giudizi espressi sulle politiche sbagliate del governo Renzi: dalla scuola, al Jobs act, alla riforma del Senato, alla legge elettorale”. “La modificazione genetica del Partito Democratico – ha continuato il segretario regionale di Sel – è ormai sotto gli occhi di tutti e la sua agenda politica e di governo rispecchia sempre più quell’idea di ‘Partito della Nazione’ che sembra avere il sopravvento”. E, proseguendo, Ferrara afferma: “Bisogna lavorare alla costruzione di un soggetto politico della sinistra, capace di proporre un’alternativa di governo alle politiche di austerità che anche il Governo Renzi e il Pd hanno abbracciato”. In fine, conclude: “In Puglia ci stiamo provando con ‘Noi a Sinistra’. Un progetto aperto a tutte le sensibilità politiche che sentono l’esigenza di costruire una sinistra autonoma e di governo”. Infatti, come è noto, a livello nazionale i parlamentari Civati e Fassina, entrambi ex Pd, essendo usciti da alcune settimane dal partito di Renzi, stanno lavorando insieme all’ex governatore pugliese Nichi Vendola (Sel) per la costruzione di un nuovo soggetto politico della sinistra, sotto il cui simbolo potrebbero ben presto ritrovarsi tutti i fuoriusciti del Pd. Quindi, è probabile che Lemma sia già stata contatta da Civati per aderire a tale progetto politico. Da non dimenticare che in Puglia Lemma è l’undicesimo (ma forse finora il più significativo) nome di rilievo che ha abbandonato il Pd. Non è, infatti, da escludere che altri ancor più di peso sia già pronti a seguirla sulla stessa strada. Forse aspettano soltanto il via libera da un leader di alto livello del Pd, a sua volta in attesa anch’egli di capire come si evolve la situazione Renzi e dello stesso partito.

  Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 4 Agosto 2015

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