Cronaca

Nell’Arif ‘colabrodo’ settantacinque dipendenti non arrivano alla disoccupazione

Agenzie e suoi dipendenti ancora al centro del dibattito politico-amministrativo, alla Regione Puglia. Napoleone Cera, presidente del Gruppo Popolari Regione Puglia, ha rivolto difatti una interrogazione all’assessore regionale all’agricoltura sulla situazione dei lavoratori appartenenti all’Agenzia Irrigui e Forestali. Da qualche tempo ben settantacinque lavoratori interinali dell’Arif, impegnati nella campagna antincendio boschivi, attendono risposte sul loro futuro lavorativo. Infatti, nonostante gli accordi previsti, sono stati impiegati per soli quarantaquattro giorni lavorativi, impendendo così il raggiungimento dei requisiti minimi per fruire della disoccupazione agricola. Quarantaquattro giorni che, dunque, impediscono a mariti e padri di famiglia monoreddito di percepire un emolumento che gli permetterebbe di tirare a campare con moglie e figli a carico. Ma andiamo avanti. «I dati statistici parlano di un calo dell’occupazione in Puglia e di una impennata dei contratti a termine e dei cosiddetti lavori di apprendistato, quelli che favoriscono la precarietà e gli abusi contrattuali. Si è voluto affrontare il tema dell’occupazione facendo leva sugli incentivi e sgravi fiscali che hanno adulterato il mercato, senza preoccuparsi troppo di creare le condizioni di competitività per le imprese e la giusta collocazione professionale per migliaia di lavoratori», è la premessa di Cera che sollecita anche un intervento del presidente Michele Emiliano «per non lasciare nella terra di nessuno 75 lavoratori che già vivono una condizione di precariato lavorativo e che rischiano ora anche di ritrovarsi senza mezzi di sostentamento per se stessi e per le loro famiglie». Ma andiamo avanti. Per Cera la soluzione della questione dei lavoratori ARIF, pur tenendo conto di un contesto più ampio della lotta agli incendi boschivi e alla salvaguardia del patrimonio naturalistico pugliese, è sintomatica di una scelta politica del governo regionale attento alle necessità dei pugliesi che chiedono «di vivere non in condizione di precarietà ma in maniera dignitosa». Conclusione? «Più saremo in grado di venire incontro alle esigenze dei lavoratori, evitando le false promesse del governo nazionale, più avremo contribuito a creare condizioni di sviluppo della nostra regione. Non è in gioco il bilancio regionale, ma la dignità di tanti lavoratori», la conclusione del consigliere pugliese. Eppure una ricognizione sulle attività e sulla gestione del personale dell´Arif è stata diverse volte al centro di interpellanze e audizioni. Tanto che l’ex direttore generale dell´Agenzia Taurino qualche tempo fa ha presentato ai consiglieri la relazione sulle  “Attività dell´Agenzia, obiettivi e Bilancio di Previsione”. Un excursus sui passaggi effettuati per l´organizzazione della struttura che nel 2012-13 contava quasi 1200 unità con un costo di gestione di 50 milioni di euro. “Una dotazione organica  – spiegava Taurino  – definita in base all´art 12 della legge n.3/2010 che prevede la stabilizzazione degli Odt (operai a tempo determinato) irrigui e dei lavoratori ex Sma. Il percorso di reclutamento di personale, con il passaggio a tempo indeterminato degli Odt irrigui è stato completato, mentre i contratti in scadenza degli ex Sma sono stati prorogati fino al completamento delle attività. Un quadro anomalo con ancora tanti inoccupati che presenta alcune criticità: a partire dalla coesistenza di contratti di tipo pubblicistico e privatistico, passando per i circa 300 contenziosi avviati nei confronti dell´Agenzia, fino allo scompenso tra il numero di operai e quello dei quadri dirigenti intermedi. Tuttavia, senza voler spostare l’obiettivo, bisogna che dire che parecchie altre interrogazioni presentate in passato interessano proprio il personale interinale reclutato solo in alcuni ambiti provinciali, in particolare per un progetto di mappatura dei beni passati all´Agenzia. Insomma, l´Arif potrebbe integrare e rafforzare il lavoro delle altre strutture regionali, come le Autorità di bacino e la Protezione civile, contro la desertificazione, l´erosione delle coste, e nella prevenzione degli incendi, anche se coi suoi 1.300 dipendenti, quasi come una piccola Regione nella Regione, costa circa 50 milioni di euro l´anno. Con una ‘mission’ stravolta e competenze confuse che si sovrappongono a volte anche con quelle di altre strutture regionali. E´ urgente una Legge che disciplini le modalità con cui la Giunta deve esercitare il suo potere di controllo sulla gestione delle Agenzie Regionali e delle società partecipate. Tuttavia non bisogna sottovalutare la difficoltà di interfacciarsi con le strutture burocratiche della Regione Puglia e la ‘mission’ dell´Arif che, allontanandosi parecchio da quella originaria, vede affidate all´agenzia competenze confuse anche sul fronte della Protezione Civile. Pochi sanno bene come, se e in quali ambiti tocca all´Arif intervenire facendosi poi carico anche dei costi degli interventi. Manca ancora oggi un provvedimento che chiarisca le funzioni e competenze di questi organismi che, evidentemente, stanno talmente sfuggendo al controllo da diventare come delle piccole Regioni nella Regione. Il rapporto tra dipendenti della sola Arif  e quelli di tutta la Regione Puglia (meno di 4mila) la dice lunga sulla necessità del Governo regionale d’intervenire subito su tutte le Agenzie e società partecipate. Scambiate anche dall’ultimo capo della giunta per agenzie di collocamento…

 

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 18 Novembre 2016

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