Nell’Eptaneso si fece strada Maio
A volte il campanilismo ci porta ad avere un’idea limitata della geografia. Ad esempio, lo Jonio. Quali isole ci vengono in mente a proposito di questo mare? Non più che le Cheradi, il piccolo arcipelago al largo di Taranto, e l’isola di Sant’Andrea, il desolato pianoro che si eleva debolmente a un miglio nautico da Gallipoli. Isole che, volendo, potremmo definire ‘jonie’, non immaginando che potrebbero esistere altre isole jonie e del tutto estranee alla Puglia. E già, perché il mar Jonio, che convenzionalmente s’interrompe a sud dove un’immaginaria retta congiunge Capo Passero in Sicilia e l’isola di Creta, oltre a bagnare le coste italiane, lambisce anche quelle greche. Le Isole Jonie formano il cosiddetto Eptaneso, ovvero l’arcipelago delle sette isole : Corfù, Passo, Leucade, Itaca, Zacinto, Cerigo e Cefalonia. A quest’ultima è legato il destino di un figlio della nostra terra che durante il medioevo conobbe un momento di gloria. Nato a Monopoli verso la fine dell’XI secolo (“erat apulus de civitate Monopolis”), un tale Maio, che aveva cominciato a farsi strada facendo il pirata, un giorno uccise una persona di rango elevato. Per scansare i rigori della legge, si rifugiò con i suoi uomini a Cefalonia. Lì, con l’appoggio di altri sodali di pirateria e sfruttando un vuoto di potere, riuscì ad imporsi. Autoproclamatosi Conte di Cefalonia, più avanti estese il suo potere a Corfù, Zante ed Itaca. Abile uomo politico, più avanti, nel 1226, scelse di consolidare la propria posizione sposando Anna Angelo, figlia di Teodoro Angelo Ducas e di Zoe Ducas personaggi di grande influenza alla corte di Costantinopoli. Ma quando quattro anni dopo Teodoro Angelo cadde in disgrazia, Maio si sganciò dall’Impero d’Oriente per cercare appoggio nel Principato d’Acaia. Ciò non gli impedì di continuare a bilanciarsi fra oriente e occidente. Sono documentati due incontri tra Federico II e Maio, il primo risale al 3 luglio 1228, quando la flotta dell’imperatore sbarcò ad Argostoli in occasione della partenza per una crociata. Il secondo avvenne l’anno successivo, quando Maio incontrò di nuovo l’imperatore a Melfi in qualità di ‘nuntius’, cioè ambasciatore di Giovanni III Ducas Vatatze, nuovo imperatore di Bisanzio (segno di un riavvicinamento dell’avventuriero pugliese a Costantinopoli). L’ultima certa citazione di Maio di Monopoli è contenuta in una lettera di papa Gregorio IX, del 18 gennaio 1238, indirizzata a ‘nobilis vir Madio, comes Cephalonis (sic) et Iacinti’. Sconosciuta la data di morte, avvenuta certamente dopo il gennaio 1238. Il figlio Riccardo, che proseguì nella signoria delle Isole Ionie, fu assassinato nel maggio 1303. – Nell’immagine, uno scorcio di Cefalonia.
Italo Interesse
Pubblicato il 10 Ottobre 2017