Cultura e Spettacoli

Nell’intimo il Giappone odora di cielo

Il reading teatrale è espressione spettacolare collocata a metà strada tra la lettura scenica e la drammatizzazione. Pur avendo origini antiche, rimane formula di raro allestimento, nella quale domenica sera, alla Taverna del Maltese, abbiamo avuto la buona sorte di incappare. ‘L’odore intimo del Giappone’, una produzione della compagnia Notterrante con il sostegno di Biblioteca Giapponese e Momiji, reca la firma di Mariella Soldo. L’espediente drammaturgico vede una giovane donna, delusa dai valori occidentali e in crisi d’identità, chiudersi nella propria stanza e cercare sollievo tra le pagine della migliore letteratura giapponese ; in esse scopre la propria autenticità, che non immaginava tanto vicina alla grande tradizione culturale del paese del sol levante. Il breve viaggio (una quarantina di minuti) è celebrazione del bello così come possono intenderlo un Tanizaki, un poeta haiku o un praticante del teatro N?. Barbara De Palma si fa carico di tanta disperata voglia di partecipare la bellezza e muovendosi con grazia circospetta in spazi da Polly Pocket racconta tra le righe un Giappone più lontano nel tempo, e tanto più vero, che quello di grattacieli, manga e treni ad alta velocità. Un Giappone dal gusto aristocratico e tenero, che richiama più l’arte di comporre una poesia di soli tre versi, servire il tè o disporre fiori, che non quella del bushido, dello Shogun, del kamikaze o dell’hara-kiri. Un Giappone colto anche nel suo aspetto più ‘intimo’ e senza falsi pudori, però con garbo, ad occhi bassi e rossore verginale sulle guance. Non esistono acuti in ‘L’odore intimo del Giappone’, non possono essercene. Sicché lo spettacolo pendola senza scossoni fra lettura e schegge drammaturgiche di raccordo. Quest’ultime la cosa migliore, manifestando la Soldo un’interessante capacità di scrittura. Di un certo rilievo anche le scelte musicali, dove si fugge il folcloristicamente corretto a favore di accostamenti audaci tra cultura occidentale e cultura d’estremo oriente ; nella quale audacia è facile leggere l’ambizione di gettare un ‘ponte’ non solo tra mondi diversi ma persino fra le due anime dello stesso Giappone : quella degli antenati, poetica e suggestiva, e quella moderna, algida e tecnologica, lacerata dall’ansia del produrre e consumare, più di ieri e meno di domani. L’opera della Soldo, ben interpretata dalla De Palma, è così involontario omaggio ad altro gigante dell’arte nipponica, quello Yukio Mishima che nel 1970 volle porre fine alla propria vita con gesto clamoroso e ‘demodé’ all’unico scopo di segnalare l’urgenza di salvare i valori radiosi di una tradizione millenaria dalle insidie della neo tradizione globale, acquosa e triviale, omologante e pestifera, nemica della dimensione titanica dello spirito.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 30 Gennaio 2013

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