Neppure la presenza della Meloni in Puglia ha sbloccato le scelte dei candidati a sindaco
Più urgente l'indicazione per il Comune di Foggia. Per Bari e Lecce c'è più tempo ma non troppo, se Fdi punta realmente a vincere le prossime amministrative
Neppure la presenza in pianta stabile in Puglia per due settimane della premier e leader di “Fratelli d’Italia”, Giorgia Meloni, e di suo cognato, Francesco Lollobrigida, ministro alle Politiche agricole ed alla Sovranità alimentare, venuti – come è noto – a trascorre le ferie in un resort della provincia di Brindisi, ha sbloccato i dilemmi del centrodestra pugliese per le amministrative che prossimamente interesseranno tre delle sei città più importanti nostra regione, ovvero Foggia, Bari e Lecce. Per le ultime due l’appuntamento elettorale è per giugno del 2024, insieme alle elezioni europee, mentre per Foggia l’elezione del sindaco e del Consiglio comunale è già stato fissato per il 22 e 23 ottobre prossimo. Quindi, i tempi per la scelta del nome da candidare a Primo cittadino del capoluogo della Daunia sono ristrettissimi per entrambi i fronti. Ma, a meno di due mesi dalle elezioni comunali a Foggia, la situazione delle candidature a sindaco è praticamente ancora in alto mare, sia sul fronte del centrodestra che su quello del centrosinistra e solo tre candidati civici (Nunzio Angiola, Giuseppe Mainiero e Antonio De Sabato) si sono fatti avanti per proporsi alla guida della città, ufficializzando le rispettive candidature. Però, se le scelte dei nomi da candidare a sindaco a Foggia sono urgenti, per il centrodestra pugliese quella più significativa resta sicuramente quella dell’individuazione del nome da proporre a Primo cittadino a Bari nella primavera del 2024, dove il sindaco uscente di centrosinistra, Antonio Decaro, salvo improbabili sorprese alla legge elettorale vigente, non potrà più riproporsi, essendo già al secondo mandato consecutivo. Pertanto, delle tre città capoluogo che tra ottobre e giugno prossimo andranno al voto, Bari è comunque, considerai anche i precedenti, la realtà dove la partita elettorale per le comunali sarà più rappresentativa per entrambi gli schieramenti. Infatti, la pausa vacanziera in Puglia della premier Meloni e del ministro Lollobrigida, unitamente alla contestuale tappa pugliese del leader della Lega e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che domenica scorsa si è anche incontrato con la premier nella struttura che la ospita a Ceglie Messapica (Br), avevano fatto ipotizzare alla possibilità di una schiarita nella scelta dei candidati sindaci di centrodestra per le amministrative di Foggia, Bari e Lecce. Infatti, la contestuale presenza in Puglia di Meloni e Salvini sarebbe stata l’occasione per fare il punto, con i rispettivi referenti locali di Fratelli d’Italia e Lega, e procedere rapidamente all’individuazione dei nomi da mettere in campo per la guida dei tre importati citati Comuni della nostra regione. Invece, la situazione del nome anche per Foggia, che – come detto – è più urgente, è tutt’altro che risolta. Evidentemente, il quadro politico pugliese anche nel centrodestra, nonostante a livello locale sia da tempo in prevalenza all’opposizione, si presenta in maniera alquanto complicato e la matassa dei nomi da indicare alla carica di Primo cittadino di Foggia, Bari e Lecce potrebbe essere piuttosto complicata da dipanare rapidamente. Infatti, secondo alcune indiscrezioni, la leader di Fdi, Meloni, vorrebbe che in Puglia per le amministrative dei Comuni più importanti, come Foggia, Bari e Lecce per l’appunto, scendessero in campo esponenti noti del territorio e da individuare preferibilmente tra i parlamentari locali di centrodestra, in modo da proporre agli elettori nomi di candidati a sindaco politicamente rappresentativi e già conosciuti. Infatti, statisticamente, in un sistema elettorale come quello vigente per le comunali, questi avrebbero più possibilità per essere vincenti, rispetto ad altri meno noti e che invece hanno bisogno di più tempo e mezzi per farsi conoscere. Ma – sempre secondo indiscrezioni – a tirarsi indietro nel centrodestra pugliese per le candidature a sindaco a Foggia, Bari e Lecce sarebbero proprio i parlamentari locali di Fdi che, anziché mettersi in gioco per il governo della propria città, preferirebbero restare alla finestra per le amministrative. Se così fosse effettivamente, è chiaro che la premier Meloni non vuole forzare la mano, imponendo ai parlamentari locali del suo partito candidature a sindaco controvoglia. Però, non è da escludere che la leader di Fdi chiederà ad essi di individuare il nome del candidato a sindaco che avrebbe più possibilità per far vincere il centrodestra e di farsi, quindi, anche carico delle conseguenze future, in caso di mancata vittoria. Come dire che in Fdi ci si può tirare indietro, ma se poi il nome scelto non vincesse, il destino politico futuro dei parlamentari rinunciatari è segnato. Insomma, la strategia della premier Meloni per la scelta del candidato sindaco a Foggia, Bari e Lecce, se gli esponenti locali di punta del suo partito si tirassero indietro, potrebbe tradursi, in fine, nel caricare interamente di responsabilità i vertici locali che declinino l’invito a candidarsi a sindaco. Ovvero, potrebbe accadere in Fdi a Foggia, Bari e Lecce ciò che è successo a Brindisi alle ultime amministrative, dove il coordinatore pugliese di Forza Italia, Mauro D’Attis, avendo declinato l’invito a candidarsi a Primo cittadino del capoluogo Messapico, si è però fatto carico di individuare Giuseppe Marchionna per quel ruolo e che è poi risultato vincente. Però, a Foggia, Bari e Lecce la partita delle amministrative sarà ben più complicata di quella svoltasi recentemente a Brindisi. Ma, forse, anche i rischi di carriera politica, per coloro che dovessero disattendere le “indicazioni” della premier Meloni, in caso di una debacle del centrodestra nei tre rispettivi capoluogo, non saranno da meno.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 24 Agosto 2023