Cronaca

Nessun accesso al mare e un numero verde regionale perennemente inattivo

Spiagge cittadine pubbliche senza alcun accesso al mare destinato ai disabili e un numero verde regionale, a cui denunciare tali inadempienze, perennemente inattivo. Dinanzi a questa situazione che si trascina oramai da anni, l’APATE (Associazione Pugliese Persone Para-Tetraplegiche) ha deciso di mettere in risalto l’avvilente situazione in cui versano la maggior parte delle strutture ricettive e balneari pugliesi, per quanto concerne l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’accesso alle spiagge per le persone affette da disabilità motoria. “Abbiamo più volte contattato la Regione Puglia per metterla al corrente dell’attuale situazione – ha dichiarato amareggiato il presidente dell’associazione, Gianni Romito – ma ci è stato riferito di chiamare il numero verde 800085898, che risulta perennemente inattivo. Ci sentiamo offesi e presi in giro dalle istituzioni stesse, che invece dovrebbero tutelare i nostri interessi”. Telefonando al suddetto numero verde si dovrebbe avere la possibilità di segnalare specifici illeciti, sia di carattere amministrativo che penale, e che poi andrebbero indirizzati agli Organi di controllo specifici. “Le strutture private presenti sul territorio pugliese sono attrezzate a fine di rendere agevole l’accesso alle spiagge per i disabili, ma il 98% dei Comuni costieri della nostra regione, non ha adempiuto ai suoi doveri, per quanto riguarda le spiagge pubbliche – ha poi proseguito Gianni Romito – Negli anni precedenti, a Torre Quetta sono state realizzate due piattaforme prendisole per disabili, ma non vi è alcun accesso al mare. Per non parlare poi della spiaggia di Pane e Pomodoro, dove fino a qualche anno fa era presente un accesso al mare, che poi è stato rimosso”. I Comuni costieri, per legge, hanno il dovere di rendere fruibili gli accessi pubblici al mare, garantendo la costante pulizia per la loro regolare percorribilità; inoltre hanno l’obbligo di predisporre idonei percorsi che conducano fino alla battigia, percorsi che siano agevoli anche per i diversamente abili. “La nostra associazione chiede anche che siano resi accessibili gli ingressi a tutte quelle attività commerciali che sorgono lungo la costa nei periodi estivi. Una nostra collega – ha sostenuto il presidente dell’APATE – è stata costretta ad andare via da Campomarino di Maruggio, in provincia di Taranto, poiché non vi erano accessi idonei ai luoghi pubblici per i disabili. E’ una situazione che ormai si protrae da tantissimi anni ed ora un’altra estate è trascorsa e noi continuiamo a vivere questa enorme condizione di disagio”. Un secondo appello l’associazione lo lancia alle Procure pugliesi, chiedendo di intervenire allo scopo di punire tutti coloro che non rispettano le leggi, in questo caso specifico, la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, approvata dalla Camera dei Deputati. Nata per tutelare i diritti di 650 milioni di persone in tutto il mondo, la Convenzione rappresenta una tappa fondamentale nel percorso di accettazione, partecipazione e inserimento nella vita sociale e lavorativa delle persone con disabilità. La Convenzione non introduce nuovi diritti, ma si prefigge lo scopo di promuovere, proteggere e assicurare alle persone con disabilità il pieno ed uguale godimento del diritto alla vita, alla salute, all’istruzione, al lavoro, ad una vita indipendente, alla mobilità, alla libertà di espressione e in generale alla partecipazione alla vita politica e sociale. Ma nonostante questa convezione la situazione è sempre al punto di partenza.

 

Nicole Cascione


Pubblicato il 7 Agosto 2013

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