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Nessun aumento di tasse per tappare il buco della sanità?

Il Gruppo pugliese del partito di Giorgia Meloni ha chiesto una seduta di Consiglio monotematica per sapere su chi graveranno i tagli necessari a coprire un deficit ad entrate invariate

Non sarà necessario aumentare le tasse per coprire il ‘rosso’ da circa 450 milioni di Euro creatosi nel 2022 nei conti della sanità pugliese. I fondi verranno reperiti dal bilancio autonomo della Regione, senza ulteriori balzelli o aumenti tributari per i contribuenti pugliesi. Questo è ciò che ha promesso la maggioranza giallo-rossa della Regione Puglia, dopo un incontro con l’assessore del governatore Michele Emiliano alla Sanità, Rocco Palese, che ha assicurato di poter trovare la copertura al ‘buco’ finanziario della sanità pugliese nelle pieghe di bilancio della stessa Regione. Infatti, – hanno reso noto dal governo regionale – il maggiore finanziamento dal fondo sanitario nazionale per la Puglia è stato di 260 milioni di euro, ma allo stesso tempo le Asl pugliesi e la Regione hanno dovuto sopportare costi aggiuntivi pari a 710 milioni di euro. E di questi ultimi 110 milioni sono dovuti a incrementi di costi per l’energia, 50 milioni a costi Covid non coperti da finanziamenti specifici, 105 milioni per il rinnovo del contratto collettivo nazionale, 100 milioni per la stabilizzazione del personale impegnato nell’emergenza Covid, oltre ad 85 milioni di incremento nella spesa farmaceutica, che nella nostra regione già in passato aveva sforato di molto il tetto massimo, a 65 milioni di incremento per la spesa socio sanitaria e territoriale e 75 milioni di investimenti non coperti da finanziamenti in conto capitale. Quindi, secondo le stime della stessa Regione, ci sono stati complessivamente costi per “fattori esogeni” pari a 425 milioni, ma anche spese dovute a scostamenti rispetto alle previsioni pari a 255 milioni. Ora, però, la Regione ha individuato alcune misure per ridurre le spese come, ad esempio, d’ora in avanti le Asl pugliesi potranno assumere solo se preventivamente autorizzati dalla Regione e stessa regola varrà per gli investimenti. Ma a non accontentarsi delle rassicurazioni del governo regionale e della maggioranza che lo sostiene sono i sei consiglieri regionali dell’opposizione di centrodestra (il capogruppo Francesco Ventola e i consiglieri Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Renato Perrini e Michele Picaro), che in Puglia fanno capo al partito della premier Giorgia Meloni, poiché con una nota hanno già annunciato di voler chiedere una seduta di consiglio monotematica, per conoscere come il governo regionale intende ripianare il ‘buco’ da 450 milioni della sanità pugliese. Infatti, hanno commentato i sei esponenti regionali di “Fratelli d’Italia”, quando si decide come ripianare un debito nella Sanità, “pensare di farlo in un ‘cenacolo a tre” (presidente Emiliano e gli assessori Piemontese e Palese) è un insulto alla trasparenza e alla democrazia”. Difatti, per i rappresentanti di Fdi, “l’annuncio che non saranno aumentate l’Irpef ed Irap sa tanto di spot elettorale” e dire ai pugliesi semplicemente che non saranno aumentate le tasse e che “il deficit sarà coperto con il bilancio autonomo è offendere la loro intelligenza”. Quasi che – hanno inoltre ironizzato i “meloniani” dell’Aula barese di via Gentile – “i soldi del bilancio autonomo fossero di Emiliano-Piemontese-Palese e non sempre dei pugliesi!”, ricordando “al trio – a loro dire – delle meraviglie” una massima della defunta leader dei Conservatori e già Primo ministro inglese Margareth Thatcher, che affermava “Non esistono soldi pubblici, esistono solo i soldi dei contribuenti”. E ciò – ha rilevato i consiglieri regionali di Fdi – “significa che saranno tagliati servizi, almeno per circa 200 milioni, perché non dobbiamo dimenticare che quest’anno la Puglia ha avuto un aumento del fondo sanitario per 260 milioni, che sarebbero dovuti servire per migliorare l’offerta sanitaria e, invece, serviranno per ripianare l’enorme buco”. Quindi, i “meloniani” della Regione Puglia hanno concluso affermando che “tutto questo non può essere discusso e deciso solo fra ‘intimi’, poiché “è giusto, trasparente e democratico che della famigerata delibera (ndr – di Giunta regionale) 412 del 28 marzo scorso vi sia una discussione collegiale”. Per cui, chiedono i rappresentanti di Fdi, “quale assise migliore di quella del Consiglio regionale” per affrontare e discutere collegialmente la questione? Facendo rilevare in tale assise siedono anche “i consiglieri che rappresentano anche i territori che risentiranno fortemente della ‘tagliola’ messa su ogni spesa delle Asl”, considerato che da ciò che sembra di capire ogni direttore generale dovrà di volta in volta farsi autorizzare ogni spesa, comprese quelle di prima necessità, come possono essere i dispositivi ortopedici o medicali. E questo, secondo i sei consiglieri di Fdi, sarebbe di fatto una sorta di commissariamento dei direttori generali delle Asl poiché, se la spesa viene accentrata a Bari nell’Assessorato e Dipartimento alla Sanità, vuol dire indirettamente che la ‘colpa’ del deficit è dei vertici delle Asl pugliesi. Ed allora, se così fosse realmente, il Gruppo di Fdi alla Regione chiede che il governo pugliese lo dica esplicitamente in Aula, con un’apposita seduta monotematica del Consiglio. Sarà accolta tale richiesta da parte del governo regionale pugliese di centrosinistra, oppure quest’ultimo procederà a colpi di maggioranza, limitandosi a portare in aula solo variazioni ed assestamenti di bilancio, in modo da evitare ogni confronto dialettico sulla manovra di copertura del predetto ‘buco’ nella sanità pugliese? Al momento tale interrogativo è privo di risposta. Di certo, però, se effettivamente non ci sarà alcun aumento di tasse da parte della Regione per coprire il disavanzo della sanità, poiché anche nei conti pubblici, come in natura, “nulla si crea, ma tutto si trasforma”, allora occorrerà capire da quali capitoli di spesa del bilancio autonomo saranno trasferiti i fondi che andranno a tappare il ‘buco’ della sanità. E, quindi, quali saranno in concreto i servizi che la Regione offrirà in maniera minore, o eliminerà del tutto, ai pugliesi nell’anno in corso.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 15 Aprile 2023

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