Nessun mostro, solo un pesce-luna gigante
In ‘Sulla scia dei mostri marini’, supplemento a ‘Rivista marittima, dicembre 2004’, Silvio Bruno e Maurizio Mosca mettono in relazione due eventi compresi tra il 1623 e il 1627. Nelle acque di Bari, nel 1623, sarebbe stato visto “un mostro grande quanto una galera che sembrava voler divorare un’imbarcazione”. Qualcosa del genere si ripeté a Bellaria, ancora in Adriatico, quattro anni dopo : era la stessa misteriosa creatura? Il 4 marzo del 1672 sulla costa della Sardegna veniva trovato “uno spaventevole mostro”. Dello stesso tenore gli avvistamenti di Pesaro del 1715 e del 1782. Gli autori provano a spiegare : Pesci di anomale dimensioni?… Il ‘Mola mola’ non è infrequente in Adriatico. Di forma allungata, ovaloide, molto compressa ai fianchi, il pesce luna può superare i quattro metri di altezza e raggiungere i tre di lunghezza. Il suo peso si aggira intorno ai 2000/2300 kg. Caratteristica del Mola mola, quando il sole è pieno, è la tendenza a risalire in superficie dove fa galleggiare il corpo in posizione orizzontale. Si ritiene sia questo un modo per consentire agli uccelli di mangiare i parassiti e i microrganismi di cui la pelle di questo pesce si ricopre e responsabili del fenomeno della bioluminescenza. Si tratta inoltre di un pesce estremamente longevo ; si ritiene possa superare ampiamente i cento anni di età. Questo particolare suggerisce che il presunto pesce “grande quanto una galera” avvistato nelle acque di Bari, sia tanto la misteriosa creatura di Bellaria che lo “spaventevole mostro” individuato sulla costa della Sardegna. Fu ancora quell’esemplare a impressionare i pescatori di Pesaro tra il 1715 e il 1782? Se sì, questo animale vagabondo avrebbe vissuto quasi due secoli. Una cosa concepibile solo se si immagina un pesce misteriosamente cresciuto ben oltre il dovuto (un fenomeno, questo, tipico del mondo abissale, a proposito delle cui creature le conoscenze scientifiche non sono così approfondite come per le bestie che popolano il cielo e la terraferma). Tornando al caso di Bari, si può spiegare il caso in questi termini : Una non meglio identificata “imbarcazione” solca le nostre acque. Improvvisamente si ritrova in rotta di collisione con un pesce luna gigante riverso sul pelo dell’acqua e con la bocca casualmente rivolta verso la chiglia dell’imbarcazione. Marinai ignoranti e superstiziosi non potevano che gridare al mostro attribuendogli gratuitamente un atteggiamento aggressivo ed esagerandone le dimensioni (la galera, o galea, una nave a propulsione mista remo-vela, poteva superare la lunghezza di venti metri…).
Italo Interesse
Pubblicato il 27 Febbraio 2016