Cultura e Spettacoli

Nicola Pignataro: “Colajemma? Un grande dello spettacolo, e lo dico senza retorica”

Il teatro e la cultura di Bari piangono la precoce morte di un grande dello spettacolo come Gianni Colajemma, stroncato dal Covid a 62 anni: attore, regista, direttore artistico e fondatore del teatro Barium. Il Quotidiano ha intervistato uno storico suo dirimpettaio, Nicola Pignataro, attore di vernacolo e fondatore del Purgatorio, a pochi passi dal Barium.

Pignataro, chi era Gianni Colajemma?

“Un grande e lo dico senza la retorica che si deve in casi come questi, non amo scivolare in celebrazioni post mortem, dico quello che penso”.

Quali sono i meriti di Colajemma?

“Seppe capire, cosa che del resto feci anche io, l’importanza del dialetto e dei piccoli teatri. Con caparbietà e fare persino arcigno, trasformò in teatro una vecchia discoteca dismessa. Era la fine degli 80 primi del 92 quando qui a Bari si ebbe una fioritura in tal senso. Barbarese e Colajemma scommisero, con ragione sul dialetto, o meglio su un certo tipo di dialetto, un tantino diverso dal mio. Gianni era maggiormente crudo, usava una terminologia più spinta, quella di una volta”.

Avete mai lavorato assieme?

“No, ed è un rimpianto. Del resto avevamo spettacoli con orari coincidenti”.

Ci parli di Colajemma persona…

“Molti comici sono allegri in spettacolo, ma riservati o tristi nella vita privata. Colajemma era così. Quando lo vedevo cupo gli dicevo, sorridi, non hai debiti”.

In questo arco di tempo a Bari se ne sono andati tanti della vecchia guardia, un peccato…

“Assolutamente vero. Penso a Mariolina De Fano, Lino Spadaro, Teodosio Barresi, De Lauro. Ci definivano i Beatles dello spettacolo”.

Se dovesse dare una definizione sintetica di Colajemma?

“Un grande dallo stile antico, che si trasformava sul palcoscenico rispetto al privato”.

Un ricordo particolare?

“Una volta, assieme, ma con altri, manifestammo sotto al Comune per avere aiuti pubblici. Era sindaco Emiliano. Ci diede caramelle”.

Qual è la situazione dei teatri a Bari adesso?

“Tragica. Io al Purgatorio non ho visto un euro per via dei codici Ateco. Solo alcuni protetti da Comune, Città Metropolitana, Stato e Regione hanno visto qualche cosa. Il Purgatorio niente”.

Bruno Volpe

 


Pubblicato il 20 Aprile 2021

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