Cultura e Spettacoli

Nicolas Poussin: ‘solo’ un pittore di grido

Ricorre oggi il 420esimo anniversario della nascita di Nicolas Poussin, pittore francese di impostazione classica destinato più avanti a diventare il riferimento di altri artisti come Jacques-Louis David e Ingres. Formatosi in Italia, dove godette della protezione del cardinale Barberini, ricco collezionista e mecenate, Poussin tornò in Francia intorno alla metà del Seicento quando Luigi XIII e Richelieu gli chiesero di assumere la supervisione dei lavori del Louvre. Poussin fu perciò nominato primo pittore del re e direttore generale degli abbellimenti dei palazzi reali. Tuttavia la gelosia di Vouet (precedentemente primo pittore del re) e le piccole persecuzioni del clan di quest’ultimo limitarono molto il suo lavoro. Stanco, Poussin ripartì per Roma nel 1642 senza più tornare in Francia. In Italia poté applicarsi a numerose tavole mitologiche, tra cui ‘I Pastori dellArcadia’, che gli assicurarono fama europea. Morì il 19 novembre 1665 a Roma, dove fu sepolto nella chiesa di San Lorenzo in Lucina. Fin qui nulla di che. Ma a sentire Alessandro Moriccioni su Terra Incognita Magazine, Poussin sarebbe stato qualcosa di più di un celebrato pittore. Alcune sue opere come ‘Il diluvio universale’ e ‘ I pastori in Arcadia’ rivelano niente meno che il pittore francese era un esoterista e che al suo pennello affidava segreti antichissimi (segreti ai quali si dice fosse stato iniziato dal suo maestro, l’egittologo gesuita  Athanasius Kircher). Non basta, tali arcani sarebbero alla base della più importante associazione iniziatica del presente : la moderna Massoneria, nata ufficialmente ai primi del Settecento… Fermiamoci qui. Fermiamoci perché si comincia a non poterne più di tutto questo bla-bla a proposito di verità nascoste da gruppi di potere occulti e potentissimi, di teoria del complotto, di sette in combutta con l’Anticristo, di libri sacri prediluviani tenuti sotto chiave nei sotterranei della Biblioteca Vaticana, di quinto, sesto, settimo segreto di Fatima… Restando alla pittura, dopo il successo de ‘Il Codice da Vinci’, uno stuolo di ‘esperti’ crede di individuare mezzi alieni nelle incertezze del pennello, nelle macchie della tela o nelle malriuscite rappresentazioni d’altre cose collocate a margine di pitture rupestri o di opere classiche di carattere religioso. E non se ne può più di interpretazioni tirate per i capelli delle centurie di Nostradamus, di calcoli sgangherati sulla fine del mondo secondo il calendario maya, di romanzi, poesie e testi di canzoni da rileggere secondo un particolare codice…Facciamola finita. Certe cose valgono limitatamente a casi isolatissimi, non costituiscono una legge universale. E per restare a Poussin, egli fu niente più che un pittore di grido, peraltro sopravvalutato. Un artista il cui pensiero artistico rappresenta l’ultimo, inutile rigurgito di antico prima che già la pittura del suo tempo manifesti incoraggianti segni di distacco dal modello classico.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 15 Giugno 2016

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