Niente da fare, respinto anche l’ultimo ricorso contro l’inceneritore
Modugno. Deluse tutte le speranze e aspettative coltivate per anni da comitati, ambientalisti e cittadini
Respinto il ricorso di ambientalisti e comitati contro atti e provvedimenti che avevano aperto la strada alla costruzione dell’inceneritore nei pressi del capoluogo pugliese: con la sentenza emessa nei giorni scorsi emessa dalla Cassazione – con esito sfavorevole – per i cittadini-ricorrenti s’è chiusa la vertenza legale condotta dal Comitato “No Inceneritore”. Comitato che ha messo in campo ogni tentativo possibile per impedire, appunto, la costruzione dell’Inceneritore privato della <<Newo>> per il trattamento di rifiuti urbani ritenuti pericolosi nell’area del consorzio Asi di Bari-Modugno. E così s’è spenta, almeno per il momento, la speranza di contrastare un impianto ritenuto -come detto – pericoloso per la salute dei cittadini baresi nel vasto territorio del quartiere San Paolo, bloccando fino ad ora la costruzione dell’impianto stesso. Parole pesanti nella reazione del comitato ‘No inceneritore’ alla notizia della decisione dei giudici di estremo grado di giudizio, lasciati soli anche nell’ultima fase della vertenza legale, così come altre associazioni ambientaliste presenti sul territorio che non hanno sostenuto il ricorso in Cassazione, defilandosi dallo stesso comitato, l’unico soggetto che ha presentato il ricorso fino all’ultimo grado di giudizio per chiedere e ottenere l’annullamento della sentenza del Consiglio di Stato. E che oggi – come ha fatto sapere la responsabile Corsina Depalo – si trova a pagare una somma ingente in base appunto alla sentenza della stessa Cassazione. Polemico anche il giudizio dell’avvocato barese che ha seguito l’iter giudiziario, Luigi Campanale, “La Corte di Cassazione non ha risposto alla domanda di giustizia che il ricorso ha sottoposto alla sua attenzione e cioè la speranza di ottenere giustizia in seguito alle decisioni del Consiglio di Stato che, secondo la sentenza n. 2242/2015, in caso di omesso pronunciamento del giudice amministrativo, integra praticamente uno di quei casi estremi ed eccezionali che stravolgono la norma, producendo nei fatti una norma nuova che l’ordinamento non consente”. A questa domanda la sentenza della Cassazione non ha ritenuto di dover rispondere, lasciando ancora più isolate le istanze dei cittadini preoccupati per le conseguenze che potrebbe avere sulla salute il funzionamento di un imponente stabilimento di trattamento rifiuti di ogni genere. “In questa battaglia per l’ambiente e la salute presente e futura dei cittadini, anche il Comune di Bari non ha supportato il ricorso in Cassazione -ha fatto sapere Corsina Depalo alla guida del comitato che s’è opposto in fiera solitudine allo strapotere di società private ed enti pubblici – preferendo altre iniziative legali e tuttavia non mettendo in atto altre azioni definitive e risolutive, quali ad esempio l’annullamento in autotutela di provvedimenti dirigenziali con analoghi atti amministrativi. Decisivo è stato anche il parere concesso nel 2018, sulla base del quale la Regione Puglia ha potuto rilasciare le relative autorizzazioni VIA e AIA contando anche sulla promessa di vendita del terreno di proprietà del consorzio Asi”. Ora resta la certezza che si porteranno a termine le opere necessarie alla riattivazione dell’inceneritore di Bari-Modugno, ma anche che la resistenza di cittadini e ambientalisti impegnati sul fronte della tutela della salute non si ferma, con tutte le azioni di “…sensibilizzazione e mobilitazione”. Tutto per opporsi a un inceneritore che, oltre a non servire la città di Bari, rischia di farla diventare ancora una volta “crocevia di affari privati per conferimenti di rifiuti da ogni parte del Paese…e oltre”. In ogni caso resta sempre una speranza nelle mani d’una Regione Puglia governata da oltre vent’anni dal centrosinistra – in via di conclusione della legislatura – come pure dell’appena eletta amministrazione comunale di Bari di rivedere le decisioni adottate finora, magari con la revoca di ogni atto e autorizzazione. Speranze in verità ridotte al lumicino, per non dire assolutamente nulle…
Francesco De Martino
Pubblicato il 11 Settembre 2024