Cronaca

Niente di nuovo: la crisi delle grandi catene commerciali la pagano solo i lavoratori

C’è poco da fare, a onta di proclami e sondaggi governativi: la crisi che investe i centri commerciali pugliesi  è grave, a rischio licenziamento sono circa quattrocento lavoratori del settore, di cui duecento della catena Auchan e altri duecento dell’Ipercoop. Ancora più preoccupante è quello che sta accadendo al centro commerciale Auchan che, dopo aver chiuso il centro di Triggiano ‘Bariblu’, ha annunciato licenziamenti e riduzione di orario per i propri dipendenti. Sabino De Razza (Usb) addossa anche parte delle responsabilità ai sindacati confederali che in questi anni hanno, nei fatti, accettato tutti i diktat delle aziende, consentendo il massimo di flessibilità, le aperture permanenti, i contratti di solidarietà con riduzione oraria e tutte quelle misure che non hanno per nulla impedito la situazione di crisi attuale. <>, le parole pesanti dell’ex consigliere comunale e sindacalista barese. L’Unione Sindacale di Base, nel sostenere tutte le iniziative di lavoratori e lavoratrici, ha sollecitato da tempo un intervento urgente dell’Assessore al lavoro della Regione Puglia, Caroli. Che però finora, nonostante il clima elettorale, non ha dato alcun seguito. Domani, sabato 9 maggio, scendono in sciopero i lavoratori del gruppo francese  e a partire dalle ore 10.30 conferenza stampa davanti alla sede Auchan di Modugno. Si tratta di protestare nuovamente conto chi ha avviato da tempo un durissimo attacco a chi lavora: l’Ipercoop con la proposta di riduzione di duecento lavoratori, l’Auchan con altrettanti e centoventi del centro commerciale di Triggiano, il Mercatone Uno con la  chiusura, e via di questo passo. Gli annunci di riduzione del personale nei centri commerciali hanno già avuto l’effetto di cancellare unilateralmente i contratti integrativi aziendali ed in altri casi, vedi l’Auchan, l’applicazione dei contratti di solidarietà o ancor peggio, nei centri Ipercoop, l’utilizzo di contratti part-time, ripetono i rappresentanti unitari di base. Ancora una volta  si  scaricano sui lavoratori le crisi aziendali senza che i rispettivi dirigenti facciano una qualche forma di autocritica sulle scelte imprenditoriali e commerciali azzardate, mentre i politici e amministratori regionali si accomodano nelle varie tribune televisive spendendo solo slogan e parole. Gravi sono anche  le responsabilità dei sindacati confederali cgilcisluil, che in questi anni hanno accettato tutti gli ordini diramati dalle aziende ed in conclusione in questi giorni sottoscrivono il rinnovo del contratto collettivo nazionale che, a fronte di un aumento contrattuale di pochi euro (90 scaglionati in 5 anni) prevede ulteriori flessibilità e precarietà.

Francesco De Martino


Pubblicato il 8 Maggio 2015

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