Cronaca

Niente più retta alberghiera nelle strutture private accreditate

Dopo la denuncia sulla fastidiosa retta alberghiera da dieci euro al giorno che molte cliniche private applicano ai pazienti ricoverati nelle camere di degenza, tante strutture hanno già rinunciato all’applicazione della tariffa extra e il Dipartimento politiche della salute, a partire dalla rivisitazione contrattuale relativa all’anno 2019, metterà nero su bianco l’inattuabilità di questa pratica. Canta dunque vittoria il consigliere pugliese del Movimento 5Stelle Mario Conca, che esattamente un mese fa aveva chiesto al Presidente/Assessore alla Sanità Emiliano e al direttore del Dipartimento politiche della Salute Ruscitti, di abrogare l’atto regionale del 1993 con cui si stabiliva per le cliniche private accreditate la facoltà di aggiungere una retta alberghiera per i pazienti che si ricoverano nelle camera di degenza anziché in corsia.

“Non c’era alcuna ragione – continua Conca – che giustificasse il pagamento di questa indennità, dal momento che allo stato attuale gli standard di corsie e camere di degenza coincidono. Parliamo di una cifra che si stima intorno ai 10 milioni di euro l’anno, per cui in 15 anni i cittadini hanno sborsato circa 150 milioni di euro assolutamente non dovuti. Il tutto è ancora più grave se si pensa che in alcuni casi i servizi in camera per cui si chiedeva la retta, come ad esempio frigobar e tv, in realtà non erano presenti. E questo – incalza il pentastellato – nella totale indifferenza della Regione, che addirittura si era detta all’oscuro della vicenda e che già assicura a queste cliniche convenzioni milionarie”. Nel mirino, quindi, erano terminate divere strutture sanitarie in Puglia che chiedono a loro ricoverati il pagamento della retta di degenza alberghiera, appunto. Conca era sceso subito in campo, dopo le prime segnalazioni, chiedendone l’immediata abrogazione, dopo venticinque anni. “Abrogare un atto regionale del 1993 con cui si stabilisce per le cliniche private accreditate la facoltà di aggiungere una retta alberghiera per i pazienti che si ricoverano nelle camera di degenza anziché in corsia”, chiosava il consigliere pentastellato rivolto al Presidente/Assessore alla Sanità. “Evidentemente che venticinque anni fa c’erano differenze tra le corsie e le camere – continua il consigliere – ma da molti anni gli standard strutturali sono gli stessi e le due cose coincidono, quindi non c’è nessuna ragione per continuare a far pagare questa indennità giornaliera extra di cui anche il Presidente, da me interpellato, era all’oscuro tanto da dirsi favorevole alla sua abrogazione. Se si considera che su 10mila posti letto attivi in Puglia, il 40% circa è gestito dal privato convenzionato e che la tariffa media è di 10 euro al giorno per i primi 7 giorni di degenza e di 5 euro per i successivi, parliamo di una cifra che si stima intorno ai 13 milioni di euro l’anno, assolutamente ingiustificati e non dovuti dai pazienti. Se prendiamo a riferimento gli ultimi 10 anni – incalzava Conca – la cifra fatta sborsare ai cittadini è stata, verosimilmente, pari a 100 milioni di euro”. Segnalate anche strutture ospedaliere che invece non si avvalgono di questa assurda facoltà perché si fanno ‘bastare’ i remunerativi DRG (Diagnosis related group), facendo a meno del pagamento di 10 euro al giorno da parte dei pazienti che si ricoverano anche grazie a convenzioni milionarie, dal momento che i contribuenti pugliesi già pagano quattro volte più che in altre regioni per un sistema sanitario che fa acqua da tutte le parti. Anche se da oggi con qualche fastidiosa e anacronistica gabella in meno…(adl)


Pubblicato il 25 Ottobre 2018

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio