Cultura e Spettacoli

Ninnella, una provinciale a Bari

In quanti modi hanno ribattezzato Bari: La porta d’oriente, La città dove nessuno è straniero, La zita mè, Una città così… Nessuno aveva osato : ‘La città delle teste di pesce’… Ninnella (Anna), una giovane della classe del dopoguerra e che viene dalla provincia, un giorno sale a bordo di una corriera e dopo un interminabile viaggio di ottanta chilometri sbarca per la prima volta a Bari, dove sta per conoscere la famiglia del futuro sposo. Una famiglia tanto lontana da quella da cui proviene quanto diverso è il capoluogo dal paese d’origine, “una famiglia come un romanzo a puntate della radio”, che strizza l’occhio al grande schermo e al modello culturale della commedia all’italiana. Nella grande città, (“Pensa, qui è diverso anche il cielo”), la ragazza si sente “tutta strana”, si lascia stupire e sedurre da tutto, persino dall’enorme quantità di pesce che vi si consuma (e al prezzo di un imponente avanzo di teste). Il matrimonio con Tito non regala alla giovane provincialotta il tanto atteso salto di qualità, ma alla fine la nascita di una bambina pareggia i conti… Edito da Compagnia Editoriale Aliberti, ‘La città delle teste di pesce’ riconferma la buona penna di Teresa Petruzzelli, scrittrice e drammaturga di casa nostra. Raccontato in prima persona – una lunga confessione strutturata quasi in forma di diario – ‘La città delle teste di pesce’ è quadro dettagliato del divario – una volta abissale ed oggi assai meno accentuato – tra provincia e capoluogo. Ninnella, ennesima migrante e novella Alice, varca il suo specchio e accede a un mondo esuberante, che sopravvaluta, almeno fino a quando esso non si svela disordinato, superficiale, inconcludente. A salvare questa innocente dai guasti della delusione sarà proprio il suo candore, nel quale candore hanno casa valori inossidabili. Teresa Petruzzelli narra con un dire slegato (povera Ninnella è rimasta alla quinta elementare) che diverte e mette simpatia. Ne viene un racconto appassionato e palpitante che ruota intorno all’irresistibile autenticità di lei. Lei che alla fine dei conti continua a restare un’entità a parte rispetto al mondo di appartenenza e a quello di adozione. Acuta osservatrice, Ninnella dispiega due campionari umani (paese e città) e li mette a confronto. Un confronto che pur nelle sue forme caserecce, quando non ‘ruspanti’, assume dignità socio-antropologica. La vicenda scorre coi ritmi giusti sino all’arrivo e all’ambientamento in città. Poi, col matrimonio e ciò che ne consegue, il racconto si fa vorticoso e sbrigativo, privando il lettore di altre buone pagine. Limite, quest’ultimo, che comunque non pregiudica il valore di una storia nel complesso piacevole, ben strutturata (almeno per tre quarti) e che coniuga senza sforzo spunti comici, momenti di leggerezza e lampi profondi.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 28 Dicembre 2018

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