Cronaca

“No agli ex di Alleanza Nazionale nel Pd”. Marmo: “ Ma ci faccia il piacere…”

Il presidente della Regione, Michele Emiliano, che tuttora è anche segretario pugliese del Pd, sollecitato da qualche rappresentante locale della comunicazione di massa, è intervenuto a dire la sua sul caso del sindaco di centrodestra di Bisceglie, Francesco Spina, che di recente ha chiesto on-line l’iscrizione al partito di Matteo Renzi insieme ad oltre 300 suoi sostenitori e concittadini, tra cui figurano molti esponenti della coalizione politica che lo sostiene in consiglio comunale. “In tutta sincerità – ha risposto il governatore pugliese ai giornalisti che lo incalzavano sull’argomento –  credo che stiamo un po’ ingigantendo una storia abbastanza banale” spiegando che, secondo lui, da

diversi anni l’amministrazione Spina al Comune di Bisceglie non è più di centrodestra, poiché guidata da un sindaco sostenuto da liste civiche. Inoltre, ha rilevato ancora Emiliano, “il collasso del centrodestra sta spingendo tantissima gente a iscriversi al Pd, a votare per il Pd. Ma, a parte quest’ultima considerazione, Spina per Emiliano “è un sindaco in gamba che addirittura è diventato presidente della provincia Bat”. Per la cronaca va pure ricordato che l’elezione di Spina a presidente della Bat è avvenuta ad ottobre del 2014 con le modalità previste dalla L. 56/2014, ovvero la “Delrio”, consistente – come è noto – in un sistemale di secondo grado nel quale i grandi elettori sono i consiglieri dei Comuni che compongono la Provincia. Per cui – come si ricorderà – Spina fu eletto presidente della Bat in contrapposizione al sindaco di centrosinistra di Barletta, Pasquale Cascella (Pd), con il sostegno quindi di esponenti comunali nelle fila di centro e di centrodestra. Ora, però, “Spina ha fatto richiesta di entrare nel Pd – ha ricordato Emiliano – dopo di che non mi pare che sia un dramma, però va verificata la compatibilità di questa richiesta con lo statuto del Pd”.

Quanto, poi, alla polemica sull’elevato numero di richieste di iscrizione on line e, tra l’altro, molto eterogenee per provenienza politica dei richiedenti, il segretario del Pd pugliese ha precisato: “Credo che siano molto meno di 400”, aggiungendo: “La vera ragione di questa polemica è che evidentemente qualcuno si sente minacciato all’interno del Pd da questa iscrizione (ndr – di Spina)”. “Però, non possiamo tutelare chi si sente minacciato da nuovi tesseramenti” ha rilevato inoltre Emiliano, che ha sottolineato: “Ma dobbiamo guardare tessera per tessera e verificare se è compatibile. Se c’è qualcuno iscritto al Partito Nazionale Fascista o An, non entrerà mai nel Pd”.  E su quest’ultima affermazione di Emiliano è intervenuto con una nota il consigliere regionale forzista Nino Marmo, a suo tempo esponente di An, che evidentemente non ha proprio potuto fare a meno di commentato il dichiarato veto del segretario pugliese del Pd agli ex An la nota e storica frase “Ma mi faccia il piacere!” del grande attore comico napoletano Antonio De Curtis, in arte “Totò”. Infatti, “dal segretario del Pd di Molfetta (ndr – Piero Denicolo) a Tommy Attanasio (ndr – ex consigliere regionale di An) – ha fatto presente Marmo nella sua nota – sono tanti gli ex An che Emiliano ha abbracciato e con cui condivide il suo percorso politico (oltre a chi lo accompagna quotidianamente e le migliaia di voti di ex An da lui cooptati)” e limitandosi in fine ad esclamare: “Non entriamo nel merito di questo, ai cittadini l’ardua sentenza!”. E, poi, concludere: “Ma certamente possiamo constatare che Emiliano l’abbia sparata di nuovo grossa, come se tutti, tranne lui, avessero l’anello al naso”. Ma il governatore pugliese, a cui probabilmente non interessano affatto i rilievi alle sue contraddizioni  di tanto in tanto fatti da qualche esponente di opposizione, sul “caso Bisceglie” pare che abbia le idee ben chiare sulla genesi delle polemiche sul tesseramento al Pd. Infatti, ha affermato ancora Emiliano ai giornalisti: “Il dramma ripeto è nato, perché c’è qualcuno che pensava che il Partito Democratico di Bisceglie fosse una specie di piccolo zoo da coltivare in esclusiva”. E, proseguendo, ha aggiunto: “Non credo che il criterio per definire i nuovi iscritti al Pd, debba essere il pedigree, deve essere (ndr – invece) l’effettiva storia politica”, precisando: “Se questi hanno una storia politica che è incompatibile con la nostra, non entreranno mai. Hanno fatto solo una richiesta. Non sono ancora tesserati”. Ma Emiliano ha pure ricordato che “il sindaco di Bisceglie vota per il centrosinistra da due anni”. “Il Partito Democratico – ha evidenziato inoltre il suo segretario regionale – e’ un partito di programma e non ideologico, non c’é una componente ideologica nel Pd”. “Questo lo sanno tutti – ha detto ancora Emiliano – io sono abbastanza contrario al concetto di partito della nazione, cioè un partito che ha un compito diverso dagli altri di reggere un’intera Repubblica. Non ci credo a un processo del genere”. “Credo invece a un partito di programma, credo al programma” ha affermato in fine il governatore pugliese, che ha concluso: “Noi dobbiamo aprire e consentire a chiunque di poter entrare nel Pd, se no altrimenti qualche capetto locale se lo sequestra e pensa di fare le sue primariette tutte le volte per farsi eleggere deputato”. E questa potrebbe essere un’allusione rivolta al deputato del Pd Francesco Boccia, che – come è noto – è originario di Bisceglie e nel 2013 è stato eletto in posizione ultrasicura nel listino bloccato pugliese del Pd alla Camera in quota provinciale Bat, proprio grazie al risultato ottenuto in tale provincia alle primarie per il Parlamento del 30 dicembre 2012, dove  le preferenze ottenute nel suo Comune furono determinanti al risultato ottenuto, facendolo risultare primo tra gli aspiranti candidati della Bat per Montecitorio. Per cui, ha poi concluso Emiliano, “se viceversa il partito è aperto, ma é aperto a persone compatibili con i nostri valori, non credo ci sia nulla di male”. Ed alla domanda: “Ma il sindaco di Bisceglie è compatibile con il Pd?” Emiliano ha, con evidente sicurezza, prontamente replicato: “Sì, per me è compatibile”. Una compatibilità che probabilmente potrebbe non far piacere ad alcuni storici esponenti biscegliesi del Pd, ma che comunque non andrebbe neppure enfatizzata o stigmatizzata troppo, considerato che trattasi di vicende politiche che riguardano un Comune del nord barese che è soprattutto noto, ormai, per essere la sede di un famoso ospedale di degenza per instabili sotto l’aspetto psichiatrico. E probabilmente, da ora in poi, pure sotto quello politico. 

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 10 Febbraio 2016

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