Cronaca

“No al ‘ghetto’ nel Libertà”. L’assessore replica: “Ma quale ghetto, combattiamo l’emergenza abitativa”

Una vera e propria miccia pronta a esplodere da un momento all’altro, rendendo ancora più complicata la già delicata convivenza tra immigrati e residenti al rione Libertà, la realizzazione di una mezza dozzina di mini-appartamenti per far fronte all’emergenza casa, nei locali alla strada di proprietà del Comune di Bari, in via Davide Lopez, al quartiere Libertà. Una roba che al consigliere comunale barese di Ap-Ncd, Romeo Ranieri, non è piaciuta per niente: ““Qualcuno evidentemente, in preda ad un raptus elettorale, non si rende conto che si sta creando solo un nuovo ghetto e che così facendo si soffia sulla rabbia dei disperati. Lo stabile di via Lopez è a poche centinaia di metri dalla tendopoli, già in stato di avanzato degrado, in cui sono stati sistemati degli immigrati, ed è nel cuore di un rione, il Libertà, già alle prese con gravi disagi sociali ed economici. La convivenza forzata, cui presto si aggiungeranno le famiglie degli sfrattati – pare già in possesso delle chiavi – non potrà che dar luogo a fortissime tensioni, del tutto sottovalutate dall’amministrazione comunale. A Bari evidentemente non si è grado di imparare nulla nemmeno dagli errori del passato, quando veri e propri ghetti vennero realizzati in quartieri quali il San Paolo e San Pio, con conseguenze che ancora oggi si abbattono sui cittadini che vivono in quelle aree””. Per Ranieri l’impressione, che diventa certezza, è che parole come integrazione, qualità della vita, crescita culturale economica e sociale, poco o nulla si conciliano con un’azione amministrativa che punta solo alla visibilità immediata, senza mettere in alcun conto le conseguenze di scelte a dir poco discutibili per far fronte – …male, molto male – all’emergenza abitativa che andrebbe invece affrontata e risolta con ben altre azioni”, aggiunge Ranieri. Che poi, per far capire che la sua denuncia non è campata per aria e che lui da quelle parti del Libertà c’è stato di persona, conclude: “I locali di via Davide Lopez sono alla strada, vale a dire che si affacciano direttamente sul marciapiede che con ogni probabilità presto diventerà una ‘dependance’ privata delle case degli sfrattati. La situazione di emarginazione non potrà che aggravarsi ulteriormente con buona pace di chi, invece, spera in una crescita della qualità della vita in uno dei quartieri storici, eppure più abbandonati, della nostra città”. L’assessore al Patrimonio e all’Edilizia Residenziale Pubblica e Privata, nonché vicesindaco Vincenzo Brandi, getta acqua sul fuoco, tenendoci a mettere subito in evidenza e cristallizzare un paio di concetti, in risposta al consigliere Ranieri. “”Spiace molto che siano stati usati termini come ‘ghetto’ che non c’entrano nulla, specie in questo caso. Per cui, al di là delle polemiche, mi preme innanzitutto precisare che la revoca da parte del Comune e consegna a tre famiglie in emergenza abitativa di quelli che, originariamente, erano spazi destinati a scopi associativi, rappresenta un provvedimento di durata limitata nel tempo. Un atto temporaneo, dunque, dettato dall’emergenza che rinviene, appunto, da situazioni emergenziali che il Comune, con altri enti e istituzioni, sta vagliando attentamente. Infatti, come il consigliere Ranieri dovrebbe sapere, stiamo procedendo con parti sociali, Arca, Regione Puglia e Prefettura alla ricognizione degli immobili confiscati alla mafia da mettere a disposizione dei cittadini in emergenza abitativa – spiega ancora Brandi – e nel caso di via Lopez abbiamo già effettuato prima un sopralluogo e successivamente piccoli interventi di manutenzione, come impiantare le docce nei bagni, necessari ad ospitare le famiglie””. In effetti, per l’amministrazione municipale barese, l’emergenza abitativa in questo momento ha massima priorità, tenuto conto che sfratti e nuove povertà stanno mietendo sempre più vittime tra i baresi. Felicissimi, come si può facilmente immaginare, di trovare un tetto per qualche tempo in locali che si affacciano direttamente sulla strada e a pochi passi da capannoni occupati da immigrati. Anch’essi, in fondo, in emergenza abitativa…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 31 Marzo 2015

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