Cultura e Spettacoli

No animali, sì circo

Annunciato come la risposta al ‘Circle du soleil’ – il noto circo fondato nel 1984 da Guy Laliberté e che si distingue dalle altre realtà circensi per l’assenza di animali –  il ‘Magnifico Circo Acquatico’ è di scena a Bari (vi resterà sino al 3 luglio). Reduce da due anni di trionfo in Spagna e ben accolta prima a Roma e Pescara, la novità di Abel Martin (direttore di scena e coreografo) sta incontrando il consenso anche della platea barese. Attese non deluse. Acrobati, clown e giocolieri all’altezza della situazione, simpaticissime le riproduzioni di questa e quella creatura marina, efficaci zampilli e gocciolii (nulla si svolge in acqua)… Peccato solo che l’annunciata, edificante storia che inanella questa decina di numeri sia sfuggita ai più. ‘Magnifico Circo Acquatico’ vorrebbe essere uno spettacolo teatrale volto a promuovere il rispetto verso il mare e la natura in genere. Ciò, nell’idea del suo creatore, avviene attraverso le peripezie di un marinaio-clown che, caduto accidentalmente in acqua, vi incontra Edek ; lo strano personaggio introduce alle meraviglie del mondo sottomarino l’improvvido giovane il quale, dopo aver imparato ad interagire con questa realtà arricchendosi emotivamente, può tornare – con qualche rimpianto – in superficie. Un spunto intrigante, come si vede, al quale però – almeno per quello che si è visto il giorno della prima – corrisponde uno sviluppo indecifrabile. La vicenda del marinaio e di Edek scorre confusa, sì che l’interazione dei due personaggi – praticata prevalentemente in platea – dà l’impressione d’essere  un intermezzo, un diversivo per distogliere l’attenzione del pubblico dal centro della pista mentre si provvede al cambio della scena piuttosto che il fulcro intorno al quale ruotano ed acquistano significato numeri acrobatici e d’abilità. Forse era il caso di distribuire all’ingresso un pieghevole che spiegasse un po’ le cose o di didascalizzare le stesse con qualche altra trovata scenica. Problema irrilevante, comunque, per la platea, appagata dallo scintillio di costumi e luci e dalla plasticità delle movenze. Importa assai al grosso pubblico di Circle du Soleil e relativa ‘risposta’. La massa è così. Piuttosto, salutiamo con piacere il fatto che lo spettatore medio si stia affrancando dal luogo comune per cui uno spettacolo da tenda non può prescindere dagli animali. Davvero, quanta poca nostalgia abbiamo di cavalli e zuccherini, di tigri instupidite dai farmaci, di elefanti ‘scostumati’ e di struzzi, bisonti, rinoceronti, zebre gettati in pista a coprirsi di ludibrio girando in tondo o rispondendo ad un colpo di frusta con un movimento innaturale.
italointeresse@alice.it
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 22 Giugno 2011

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio