Cultura e Spettacoli

No, non t’avvicinare… sussurrava Desanka

 

117 anni fa nasceva a Rabrovica, in Serbia, la più grande poetessa di quella terra. Il merito di aver fatto conoscere, almeno all’Italia, Desanka Maksimovic va ascritto per intero ai poeti della Vallisa, quel gruppo di poeti pugliesi che si raccoglie intorno all’omonima rivista fondata da Daniele Giancane nel 1981 e che proprio qualche settimana fa ha tagliato lo storico traguardo del centesimo numero. La Maksimovic venne in Italia due volte. La prima fu nel 1985, la seconda nel marzo del 1989 in occasione del V Congresso Internazionale Donne e Poesia organizzato da Anna Santoliquido. In quella circostanza i ‘lavallisiani’ avevano dato alle stampe un opuscolo : ‘L’usignuolo della Jugoslavia’, contenente alcune delle più belle liriche della poetessa serba tradotte in italiano. Ciò rese più facile apprezzare le risposte che Desanka Maksimovic diede alla Santoliquido, che le poneva domande. Assunse così più consistenza agli occhi di tutti il senso neoromantico di questa poesia ‘d’oltre Cortina’, questa inclinazione verso ciò che  è lontano, verso il “presentimento” della felicità piuttosto che della felicità stessa, questa religione del ricordo venata dalla consapevolezza un po’ languida del tramonto di un’epoca, da una vis giovanile composta e lucida, dal senso dignitoso della patria. Pur vistosamente segnata dal tempo (allora aveva 91 anni ; gliene restavano altri quattro da vivere), la poetessa serba luceva di una bellezza senile tenera, umile, serena, carismatica. Parlava piano, con cortesia e lucidità straordinaria, senza albagia. Al termine della conversazione le fu chiesto di recitare in lingua madre una lirica a sua scelta. Se la memoria non ci inganna, la scelta cadde su ‘Non t’avvicinare!’. In un silenzio rarefatto, guardando nel vuoto, la Maksimovic recitò a memoria, con voce un po’ tremula ma limpida e quieta. Fu musica. Un lungo, caldo, commosso applauso salutò la fine di quelle parole. Nessuno chiese che venissero tradotte. Semplicemente, non ce n’era bisogno. La magia aveva funzionato, una lingua universale, quella dei poeti, aveva abbattuto confini geografici e politici ( di lì a sei mesi sarebbe crollato il Muro…). Chiudiamo il nostro modesto omaggio a questa grande donna con le sue stesse parole, tratte proprio da ‘Non t’avvicinare’ : “No, non t’avvicinare! / E’ meglio da lontano / ch’io li ami e desideri i tuoi occhi. / Solo quando si attende / appare bella la felicità, / e non cercata ci manda un suo cenno. / No, non t’avvicinare! / E’ molto più suadente / questo fremito dolce di paura e d’attesa. / Ed e’ molto più bello / ciò che a lungo s’insegue / e il suo presentimento che ci turba. / No, non t’avvicinare! / Perché farlo e a che scopo? / Soltanto da lontano tutto splende / come una stella, tutto / ci incanta da lontano. / No, non avvicinarmeli i tuoi occhi.”

 

Italo Interesse

 

 

 


Pubblicato il 16 Maggio 2015

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