“Noi con Emiliano? Non esiste proprio…”
Neppure il tempo di perfezionare l’accordo romano di governo tra M5S e Pd (accordo che – stante a ciò che apprendiamo nel mentre prepariamo questo servizio – potrebbe anche saltare in extremis ed è comunque subordinato all’esito del voto sulla piattaforma Rousseau) che in Puglia c’è già chi ha ipotizzato un’analoga alleanza politica “giallo-rossa” per le regionali del prossimo anno. Insomma, una sorta di “patto” per la poltrona che, se fosse attuato, in teoria metterebbe quasi al sicuro la vittoria del governatore uscente Michele Emiliano, ma che altrettanto sicuramente porterebbe nel 2020 il M5S al governo della Regione Puglia, sia pur insieme al Pd e agli altri attuali alleati pugliesi (di sinistra, di centro e di ex destra) di quest’ultimo. Tra i teorizzatori ed anticipatori di tale “patto” figurano il consigliere regionale pentastellato Mario Conca ed il segretario del Pd pugliese Marco Lacarra, che, con le dichiarazioni da essi recentemente rilasciate alla stampa, hanno già dato adito all’opposizione di centrodestra alla Regione Puglia di parlare di inciucio “in salsa pugliese” o di “M5S come Enrico IV” di Francia per il quale “Parigi valeva bene una messa”. Ma a stroncare sul nascere ogni illusione di possibile accordo giallo-rosso alla Regione Puglia, per la consultazione del prossimo anno, è giunta una nota del “Movimento 5 Stelle” pugliese che, ancor prima dell’insorgere dei tentennamenti romani emersi nel pomeriggio di venerdì e di cui è difficile prevedere l’evoluzione, ha chiuso le porte alla teorizzata ipotesi di Conca e Lacarra. Infatti, ha subito precisato con una nota il M5S della nostra regione: “Quello che sta succedendo a livello nazionale, dove vige un sistema proporzionale che, in mancanza di una forza politica o una coalizione che abbia il 51 % dei seggi, obbliga le forze politiche a dover trovare un accordo in Parlamento per poter governare, non ha nulla a che vedere con la Puglia, dove c’è un sistema maggioritario (chi arriva primo ha la maggioranza dei seggi) che non richiede alcuna alleanza. Continuiamo con forza a smentire qualsiasi alleanza del M5S con il PD, così come gli altri partiti che rappresentano la vecchia politica”.Precisazione, questa, seguita nella stessa nota dal chiarimento su quella che è la linea politica del Movimento in Puglia: “Dal 2015 denunciamo con forza gli enormi danni causati in tutti i settori da Emiliano e compagnia: dalla Sanità, con la chiusura indiscriminata degli ospedali, all’Agricoltura, con il PSR fermo, fino ad arrivare alla gestione dei rifiuti, che continua a essere in perenne emergenza. Un fallimento per cui ogni giorno pagano tutti i pugliesi”. Per cui – hanno ribadito ufficialmente i pentastellati pugliesi – “Continueremo a fare strenua opposizione a questa Giunta fino alla fine della legislatura, come abbiamo fatto fin dal primo giorno in cui sediamo in Consiglio regionale”, avvertendo che non si siederanno “mai al tavolo di chi già una volta ha tentato di ‘comprarci’, offrendoci assessorati in cambio del silenzio su tutti i provvedimenti” e ricordando che hanno rifiutato allora l’offerta di Emiliano chiudendo sempre “le numerose porte” a loro “aperte da un Presidente in perenne campagna acquisti”. “Non ci interessano le poltrone – hanno inoltre sottolineato con forza dal M5S di Puglia – a differenza di quello che accade nel centrodestra, dove a iniziare dal candidato presidente Francesco Schittulli, per continuare con Simeone Di Cagno Abbrescia e Massimo Cassano alla prima offerta di un ‘posto al sole’ da opposizione si è passati dalla estrema rivalità (a parole) a baci, abbracci e strette di mano”. E, in fine, la nota del M5S Puglia si conclude con un avvertimento forte a chi, fuori dal coro, ha provato ad ipotizzare un possibile accordo politico con il governatore Emiliano ed il Pd pugliese, sia pur alla luce degli accadimenti romani e sotto la benedizione dei vertici nazionali del Movimento. Infatti, avvertono i pentastellati pugliesi: “Chi la pensa diversamente e vorrebbe trasformare questo meccanismo parlamentare in un’alleanza stabile con il centrosinistra o centrodestra non parla a nome del Movimento 5 Stelle (che non è né di destra né di sinistra, ma post ideologico), ma solo a titolo personale”. E, quindi, costui “dovrebbe dimettersi e ricandidarsi con il PD se proprio ci tiene tanto”, ribadendo, per chiarezza verso i loro elettori, che “alle elezioni regionali del 2020, in Puglia, il M5S sarà una forza politica alternativa a tutta la vecchia politica dei partiti di destra e di sinistra”. Affermazione, quest’ultima, che però – a detta già di tanti elettori pugliesi – “lascia evidentemente il tempo che trova”, considerato ciò che è già accaduto e che probabilmente potrebbe ancora accadere a Roma con le vicende nazionali di una forza politica alquanto volubile e fluida sulla scena nazionale. Infatti, è forse ancora troppo presto anche per i pentastellati pugliesi, ma probabilmente anche per il Pd locale, poter ipotizzare scenari di alleanze per le regionali della prossima primavera, perché fino ad allora di acqua da scorrere sotto i ponti della politica nazionale e regionale ce n’è sicuramente ancora parecchia.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 31 Agosto 2019