Cronaca

Non c’è nulla di nuovo a Bari nell’Udc di Casini..

Non c’è nulla di nuovo a Bari nell’Udc di Pierferdinando Casini. A sostenere questa tesi sono i circoli pugliesi della “Fondazione Liberal” che, con un comunicato firmato dal portavoce regionale, Nicola Lanzillotta, accusano la dirigenza barese del partito di Casini di aver disatteso la linea politica che lo stesso leader nazionale dell’Udc, Casini, ha dettato                 di recente, all’assemblea nazionale di Chianciano, dove ha lasciato intendere di voler costituire un partito centrista aperto, portatore di una politica nuova e non più di vecchie pratiche partitocratiche, che mortificano la democrazia interna al partito stesso. Un partito, quindi, costituito da una classe dirigente scelta dai militanti, cioè dal basso, e non più come in passato da una semplice formazione a tavolino degli organismi dirigenziali. Vale a dire con una cooptazione verticistica dei nomi. A Bari, però, la costituzione del nuovo coordinamento cittadino dell’Udc, secondo Lanzillotta, è avvenuta con il vecchio metodo delle nomine fatte da un commissario. “Non è una questione di nomi, ma di metodo” dichiara seccamente Lanzillotta nella sua nota, aggiungendo: “Di nuovo non c’è nulla”. E poi chiarisce: “L’area liberal ha partecipato, come soggetto fondatore su scala nazionale,al tesseramento del Partito della Nazione. Lo stesso è avvenuto a Bari, dove ci si aspettava di potersi confrontare in un congresso, che invece non c’è stato, perché si è preferito proseguire con la logica del commissariamento”. Inoltre, constata il portavoce pugliese dei Liberal, “In una città importante come Bari, i congressi cittadini gli hanno fatti tutti i partiti. Da ultimo anche il Pdl, però nell’Udc non è stato possibile”. E, dopo le accuse, Lanzillota si chiede: “Ma il coordinamento da chi è stato nominato? In base a quali norme statutarie?” E poi aggiunge la propria versione dei fatti: ”Il movimento liberal, non condividendone l’impostazione per la formazione del nuovo coordinamento cittadino, ha rifiutato l’assegnazione della pur prestigiosa carica di Presidente cittadino del partito. A seguito di ciò sono stati esclusi dal coordinamento, senza alcuna giustificazione, tutti i rappresentanti della medesima area politico-culturale. Esponenti, questi, che in tutte le scorse tornate elettorali si sono pure spesi per l’UdC”. Nella nota i Liberal pugliesi rilevano inoltre che: “Non solo gli iscritti all’UdC verso il Partito della Nazione dell’area liberal, ma tutti gli iscritti al partito, che credono ancora nella democrazia interna allo stesso, non possono condividere un processo che ha i tutti canoni della vecchia politica, nella quale non si riconoscono”. E continuando nel comunicato, Lanzillotta lancia l’accusa più pesante ai referenti baresi dell’Udc: “Si tratta di un’operazione opaca, oligarchica e priva di una reale prospettiva politica, che mortifica ancora una volta il capoluogo della Puglia e la Città metropolitana di Bari. Una realtà complessa nella quale l’area moderata liberal-democratica di ispirazione cristiana avrebbe potuto trovare nell’UdC un naturale punto d’approdo”. Così evidentemente non è stato per Lanzillotta, che conclude la nota dei Liberal pugliesi con un rammarico nella conduzione dell’Udc barese, che ancora una volta – a detta del portavoce regionale dei Liberal – persegue il tentativo di asservire il partito alle aspirazioni personali di qualcuno, che così continua a vanificare gli sforzi nazionali di rafforzare il nuovo processo per l’Italia, auspicato proprio dal capo nazionale dell’Udc, Casini, a Chianciano. “Un processo che, per essere credibile, – chiude la nota – ha bisogno di un radicale rinnovamento etico e non di strumentali facce nuove con alle spalle la solita vecchia politica.” La fondazione Liberal non ha quindi risparmiato critiche ai vertici baresi dell’Udc, per la recente costituzione del coordinamento cittadino e che, comunque, testimonierebbero il grado di tensione e di scontri interni alla formazione politica di Casini a Bari, nonostante tale partito conti una percentuale di consensi ridotta ormai al lumicino. Ma in politica, come nella vita, è notorio che chi è nato quadrato difficilmente diventa tondo. E verosimilmente gli ex-elettori baresi della vecchia Dc lo sanno e, forse, sarebbe pure inutile  per Casini stesso illudersi alle prossime tornate elettorali.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 25 Settembre 2012

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