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Non c’è pace nei “Popolari” tra Massimo Cassano e Gianni Stea

Non c’è pace nel partito civico dei “Popolari per Emiliano” che alle elezioni regionali di settembre del 2020 ha ottenuto un abbondante 6% di consensi nella coalizione di centrosinistra che ha sostenuto la riconferma di Michele Emiliano a presidente della Regione Puglia. Infatti, la civica “Popolari per Emiliano”, dopo il Pd e la civica “Con”, si è classificata – come è noto – al terzo posto per numero di voti nella coalizione delle 14 sigle che componevano lo squadrone di liste del centrosinistra a sostegno di Emiliano. E, tra queste, la sigla dei “Popolari” grazie ai circa 100mila voti conseguiti complessivamente nelle sei province pugliesi è – come è pure noto – riuscita a superare la soglia minima del 4% per essere ammessa alla suddivisione dei seggi nel raggruppamento di maggioranza del Consiglio regionale. Sta di fatto, però, che a seguito di un successo forse inatteso anche da parte degli stessi promotori e, per taluni versi, anche imprevedibile sul piano numerico dei seggi conseguiti (attualmente 6, ma che dovrebbero diventare forse 5 per l’esito di alcuni ricorsi che abbasserebbero il premio di maggioranza portando da 29 a 27 i seggi assegnati al centrosinistra), a causa della mancata ammissione in Consiglio di alcun rappresentante delle restanti 11 liste che non hanno superato lo sbarramento, dalla chiusura delle urne regionali all’interno della civica dei “Popolari” non c’è stata più pace tra i principali protagonisti della stessa. Ossia l’ex senatore forzista barese Massimo Cassano, il consigliere regionale adelfiese Gianni Stea e l’ex parlamentare Udc salentino Salvatore Ruggiero. Da non dimenticare, infatti, che già subito dopo il voto regionale erano circolare indiscrezioni di una ventilata “guerra” intestina alla formazione centrista sui nomi da indicare al governatore Emiliano ai fini della rappresentanza di detta civica. Superata (ma forse non senza strascichi e dissapori interni) la fase post elettorale della presenza in giunta, verosimilmente anche grazie al ruolo di intermediazione svolto dal governatore Emiliano, una nuova fase critica all’interno della formazione civica dei “Popolari” di Cassano, Stea e Ruggero si è aperta la scorsa estate in vista delle amministrative dello scorso 3 e 4 ottobre scorso. E per tale occasione elettorale il motivo del contendere era la titolarità del simbolo, soprattutto in Terra di Bari dove le tensioni più accese si sono registrate tra l’assessore Stea e l’ex senatore Cassano, piazzato – come è noto – stabilmente alla guida dell’Arpal (Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro) dal governatore Emiliano, nonostante le mille polemiche e critiche sorte sin dall’inizio intorno a tale nomina. Però, anche questo scontro consumatosi all’interno dei “Popolari” quasi esclusivamente in Terra di Bari, e quindi tra Stea e Cassano, alla fine è rientrato senza particolari smottamenti o eclatanti rotture. Tanto da far ritenere a molti che le tensioni tra Cassano e Stea nei “Popolari” baresi siano quasi un fatto fisiologico. In realtà, invece, ciò che è accaduto ultimamente sembrerebbe far credere che il “fuoco” esistente tra i due principali promotori baresi della civica centrista non si sia mai spento e che tra questi esista una sorta rivalità su chi debba prevalere nel controllo effettivo non solo dell’anima barese della loro formazione civica, ma forse anche regionale della stessa. Difatti, a tentare di silurare Stea a livello regionale ultimamente è spuntata la prima dei non eletti della lista alle scorse regionali, la bitontina Marianna Legista, che è consorte del difensore di Stea, il penalista Damiano Somma, in processo per presunti reati tributari. Infatti, come appreso dalle cronache, Legista qualche settimana fa ha inoltrato alla Regione una richiesta di verifica circa l’esistenza di una possibile incompatibilità di Stea a permanere in carica non solo come assessore, ma anche come consigliere, per via della posizione debitoria che egli avrebbe nell’Ente di cui è stato eletto. Quindi, a sollevare il “caso” che potrebbe mettere in serie difficolta, o comunque creare qualche problema a rimanere in carica quantomeno come assessore, è stata un’esponente della sua stessa formazione politica, ma notoriamente vicina all’ex senatore forzista ed ora direttore dell’Arpal, Cassano. Insomma, dietro gli affondi tra Cassano e Stea potrebbe esserci il fatto che, nonostante il successo della loro lista civica alle regionali, nel barese e più in generale in Puglia, due “galli” forse non possono proprio coesistere in quello stesso “pollaio”. Quindi, se così fosse, nella formazione dei  “Popolari” pugliesi in futuro se ne vedranno ancora delle belle e, probabilmente, non soltanto in Regione.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 6 Novembre 2021

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