Non c’è più tempo da perdere in Puglia per la rigenerazione olivicola di una regione, come la nostra, pesantemente colpita dal disastro della Xylella fastidiosa dell’ulivo. A lanciare l’allarme nel corso di un incontro svoltosi ieri a Lecce per iniziativa dal presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, è stato un rappresentante di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, che ha sollecitato una stretta sulle misure del Psr (Piano di sviluppo rurale) pugliese. E sia su quelle vecchie, che procedono a singhiozzo e col contagocce, che su quelle nuove per il rimboschimento delle aree colpite dalla Xylella e che sono a rischio desertificazione. Infatti, ha sollecitato Coldiretti Puglia, la necessità di investimenti ed una accelerata al Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia, perché sono ancora fermi al palo 134 milioni di euro già stanziati 15 mesi fa con il del Decreto Interministeriale del 06/03/2020. Inoltre, Cantele ha rimarcato che “non c’è più tempo di grovigli e scarica barile istituzionali tra Regione Puglia e Ministeri competenti”, perchè “il mondo agricolo pugliese è diviso geograficamente fra un’area già profondamente sfregiata dagli effetti di una fitopatia, nota in diverse aree del mondo per la sua implacabilità, e un territorio a nord dove gli agricoltori continuano la loro attività sperando di non dover fronteggiare questa lotta impari con un batterio per il quale non esiste una cura”. I dati – secondo Coldiretti Puglia – confermerebbero infatti la necessità di una stretta per rimboschimento ed investimenti, in quanto finora è stato finanziato solo il 6% delle istanze di espianto e reimpianto, solo 521 domande e 23 progetti collettivi, per l’esiguità delle risorse pari a 40 milioni di euro, a fronte di una richiesta complessiva per 216 milioni di euro. E servirebbe anche una rimodulazione del Piano, valutando quali strumenti non abbiano assorbito tutti i fondi a disposizione e per quali ragioni. Anche la misura ‘Salva Frantoi’ va riattivata – per Coldiretti Puglia – perché dei 35 milioni di euro sono stati spesi solo 6 milioni di euro a causa dei requisiti di accesso e vanno rimessi a disposizione delle strutture dismesse, vendute all’estero, con oltre 100 frantoi che non riapriranno più i battenti a causa della grave crisi causata dalla Xylella. “Lo scenario dopo 7 anni di disastro colposo, con il 40% della regione colpita dalla Xylella, richiede misure di estrema urgenza ed è auspicabile – ha ribadito Cantele – che la portata epocale del problema possa finalmente stimolare l’impegno comune dei Ministeri alle Politiche Agricole, all’Ambiente e ai Beni Culturali, di concerto con la Regione Puglia, per mettere riparo ai gravi danni ambientali, paesaggistici e socioeconomici a carico del Salento e dell’intera Puglia”. Ancora ferme al palo anche le risorse per il contrasto alla sputacchina, ossia all’insetto vettore responsabile della diffusione della Xylella, da destinare agli enti pubblici, e poi per la rimozione degli ulivi secchi, la ricerca, la diversificazione produttiva, con il fallimento della misura per gli innesti degli ulivi monumentali che, per la farrigonosità dell’intervento, finora ha registrato l’adesione di sole 91 aziende agricole. Ma è anche “indispensabile liberalizzare i reimpianti – ha incalzato Cantele – con l’adeguata diversificazione colturale per una ricostruzione efficace dal punto di vista economico e paesaggistico, per non condannare nuovamente il Salento alla monocultura olivicola, con un intervento risolutivo del Ministero dei Beni Culturali, in collaborazione con la Regione Puglia, per le necessarie deroghe ai vincoli paesaggistici per l’espianto di ulivi ed il reimpianto di culture arboree diverse dai soli ulivi resistenti”. Nel Salento – ha denunciato ancora Coldiretti-Puglia – gli agricoltori sono senza reddito da 7 anni, si contano milioni di ulivi secchi, i frantoi sono stati svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia, sono andati persi 5mila posti di lavoro nella filiera dell’olio extravergine di oliva, con un trend che rischia di diventare irreversibile se non si interviene con strumenti adeguati ad affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il ‘disastro colposo’ nel Salento. Quindi, “continuare a pensare che la Xylella sia un problema solo dell’agricoltura – ha sottolineato Cantele – è la dimostrazione della miopia di quanti ancora non prendono coscienza del danno arrecato dalla malattia a tutta l’economia, dall’agricoltura al turismo, fino agli investimenti per l’indotto commerciale e artigianale legato all’agroalimentare e alla ricettività, per cui serve un impegno corale di tutti che vada oltre la Puglia, perché la Xylella è un problema nazionale ed europeo”. Da quando è stata confermata la presenza della Xylella fastidiosa in Salento, Coldiretti Puglia ha riferito che, in base alla elaborazione di dati Sian, la produzione di olio d’oliva ha subito un trend negativo che rischia di diventare irreversibile, con il minimo storico di 3.979 tonnellate prodotte nell’ultima campagna 2019/2020 a Lecce, con una diminuzione dell’80%, mentre a Brindisi la produzione di olio è diminuita del 16% e del 4% in provincia di Taranto, oltre agli incalcolabili danni al paesaggio e al turismo della nostra regione. Per la cronaca, Coldiretti Puglia ha ricordato anche che la Xyella, con il contagio, ha già provocato una strage di ulivi, con 21 milioni di piante infette, lasciando un panorama spettrale ed un danno al settore olivicolo stimato per difetto in 1,6 miliardi di euro, con oltre 8mila chilometri quadrati di territorio colpito dalla fitopatologia pari al 40% del territorio regionale. La Xylella ha provocato effetti più disastrosi di un terremoto – ha concluso Coldiretti Puglia – con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa, con esigenze di contenimento, di ricostruzione, di sostegno che vanno affrontate in maniera strategica, univoca e di sistema, rendendo i procedimenti fluidi e fruibili. L’impegno che l’assessore regionale all’Agricoltura, Pentassuglia, ha preso nel corso dell’incontro tenuto nella sala conferenze della Regione Puglia a Lecce, con le associazioni di categoria, gli ordini professionali e il Dajs (Distretto agroalimentare jonico salentino), è stato di un rapido scorrimento di tutta la graduatoria per la misura 4.1.C del Psr-Puglia destinata al sostegno agli investimenti delle aziende agricole, con le risorse che passeranno da 6 a 60 milioni di euro. Durante l’incontro a Lecce, Pentassuglia ha anche dichiarato: “Abbiamo chiesto al Governo nazionale risorse aggiuntive al decreto interministeriale” per l’emergenza Xylella, “perchè 300 milioni non bastano e sarebbe opportuno che desse anche l’opportunità di accelerare sui decreti attuativi. La Regione ha fatto richiesta di almeno altri 600-700 milioni”. “La battaglia vinta sui reimpianti – ha affermato inoltre Pentassuglia – ci fa guardare al futuro in maniera completamente diversa. Ma anche le politiche devono essere integrate. Se penso alla partita dell’acqua, al riuso in agricoltura dei reflui e, soprattutto, alla possibilità di diversificare, perché questo significa non solo economia ma anche sostenibilità ambientale”. “Questa – ha poi concluso il responsabile regionale del settore Primario – è una partita che riguarda l’intera economia pugliese”, perché finora sono ben tre le province già toccate in maniera pesante dal batterio killer degli ulivi. “Con la Xylella – ha esclamato in fine Pentassuglia – bisogna convivere perchè non c’è evidenza scientifica e, allora, dobbiamo essere davvero tutti pronti a remare nella stessa direzione”. Peccato però che finora, nonostante i ripetuti appelli e grida di dolore del mondo agricolo regionale per l’immane calamità, i soccorsi siano stati tardivi ed insufficienti da parte di chi, a vari livelli, ha responsabilità di governo. Infatti, per il futuro gli agricoltori pugliesi sperano di più e meglio per i sostegni al comparto.
Giuseppe Palella
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